La premier risponde ai giornalisti su tutti i temi: “Pronta a volare da Trump per l’inaugurazione”
10 Gennaio 2025
Elon Musk e Starlink, Elon Musk e il social network X, Elon Musk e Cecilia Sala. Se c’è stato un tema ricorrente nella conferenza stampa di inizio anno tenuta da Giorgia Meloni alla Camera, questo è stato sicuramente quello legato alla figura dell’imprenditore, amico della presidente del Consiglio e prossimo responsabile del dipartimento voluto da Donald Trump che avrà il compito di tagliare spese e burocrazia negli Stati Uniti. La premier si è trovata a rispondere per ben sei volte a temi legati in qualche modo al tycoon sudafricano, tanto che a un certo punto ha ribattuto: “Ho già risposto per cui è inutile fare dieci volte la stessa domanda”. Nello specifico, Meloni ha prima affrontato il dossier Starlink puntualizzando di non averne “mai parlato personalmente” con Musk e sottolineando di valutare gli investimenti stranieri con un’unica lente che è quella dell’interesse nazionale “e non delle amicizie o delle idee politiche di chi eventualmente deve investire”. Space X, ha quindi aggiunto, “ha illustrato al governo” la tecnologia di cui dispone che consente di comunicare in sicurezza.
“Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità del lavoro che fa un governo”, ha proseguito Meloni ricordando che l’iter si trova nella fase istruttoria al cui termine, “se la cosa è di interesse, si pone nelle sedi competenti che vanno dal Consiglio Supremo di Difesa fino al Parlamento”. Rispetto alle polemiche di questi giorni, poi, Meloni ha fatto notare che “quando Microsoft ha fatto gli investimenti sui data center nessuno si è stracciato le vesti. Allora il problema con Space X è che è privato o sono le idee politiche di Musk? Perché io non faccio favori agli amici ma neanche accetto che a persone che hanno buoni rapporti con me venga appiccicata addosso una lettera scarlatta. Questo è un tema di sicurezza nazionale e va trattato seguendo i criteri di sicurezza nazionale, tutto il resto è dibattito buono per opposizioni a mio avviso a corto di argomenti”.
La difesa di Musk da parte di Meloni si è poi spostata sul fronte delle possibili ingerenze dell’imprenditore attraverso il suo utilizzo della piattaforma X. “Io non sono una sostenitrice del commento sulla politica altrui”, ha ricordato per poi spiegare però che il tycoon “è una persona molto nota e facoltosa che esprime le sue posizioni. Ne ho viste parecchie fare lo stesso, spesso contro di me, e non mi ricordo che qualcuno si sia scandalizzato”. “Il problema sarebbe, ed è – ha quindi spostato il focus –, quando delle persone facoltose utilizzano quelle risorse per finanziare in mezzo mondo partiti, associazioni o esponenti politici per condizionare le scelte politiche degli stati nazionali. Questo non lo fa Elon Musk. Questo lo fa per esempio George Soros. E sì io la considero una pericolosa ingerenza negli affari degli Stati nazionali e nella sovranità degli Stati nazionali. Allora il problema è che Musk è influente e ricco o che non è di sinistra?”. Dopo aver rimarcato il fatto che “io non prendo soldi da Musk”, la presidente del Consiglio ha quindi spiegato di non considerare “pericoloso” l’imprenditore: “Secondo me è eccessivo. Io considero Soros molto più ingerente di quanto non lo sia Musk”.
La figura del tycoon è tornata sul tavolo anche in riferimento alla vicenda di Cecilia Sala, con Meloni che ha spiegato di non avere notizie “se Musk ha avuto un ruolo nella liberazione” dal carcere di Evin. Quella che invece ha confessato è stata l’emozione provata nel comunicare il ritorno a casa della giornalista alla madre: “E’ stata la più grande in questi due anni”. Parlando del lavoro per centrare l’obiettivo del rilascio, Meloni ha rimarcato la “triangolazione diplomatica con l’Iran e con gli Stati Uniti”, mentre sul caso dell’ingegnere iraniano Abedini si è limitata a ricordare che “è al vaglio tecnico e politico del ministero della Giustizia, anche seguendo quello che c’è scritto nel trattato di mutua cooperazione giudiziaria con gli Usa. È vicenda che ovviamente bisogna continuare a discutere anche con i nostri amici americani”. Il dossier d’altronde è stato già sul tavolo della missione lampo fatta a inizio anno a Mar-a-Lago da Trump, “un’occasione per confermare un rapporto che si annuncia, non so se posso dire privilegiato, ma sicuramente molto solido”.
Per Meloni inoltre, un rafforzamento dei rapporti “sarebbe un valore aggiunto non solo per l’Italia, ma per l’Europa nel suo complesso”. Il ruolo a cui punta la premier, non è un mistero, è proprio quello di ponte tra la prossima amministrazione Usa e l’Ue. Ecco perché si appresta a riprendere l’aereo la prossima settimana – dopo la missione negli Emirati Arabi Uniti – stavolta per raggiungere Washington in occasione dell’insediamento di Trump in agenda il 20 gennaio. “Confermo l’invito e che mi farebbe piacere esserci – ha ammesso Meloni –. Lo sto valutando sulla compatibilità dell’agenda con le moltissime cose che dobbiamo fare, ma se riesco partecipo volentieri”.
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www.lapresse.it è stato pubblicato il 2025-01-10 07:03:36 da LaPresse
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