L’ultimo consiglio comunale ha evidenziato una evidente crescita delle minoranze che, seppur restando divise, hanno a tratti messo in difficoltà la giunta Scajola.
Se Lucio Sardi mantiene lo stile, pur maggiormente edulcorato, del muro contro muro e Luciano Zarbano non c’era causa ferie (il generale pare comunque impegnato in più alte questioni politiche), il resto della minoranza ha dimostrato di aver studiato le pratiche e di essere capace di entrarne nel merito evidenziandone criticità e lacune.
Paradigmatica la discussione sul centro del riuso a Castelvecchio che ha visto interventi puntuali della Società Aperta di Enrico Lauretti, del gruppo facente riferimento a Ivan Bracco e del misto Amoretti-Mameli, all’esordio, apprezzabile, nel parlamentino cittadino.
In effetti le “punture” di minoranza sono state così efficaci da “strappare” un voto alla tetragona squadra scajolana, quello di Pino Camiolo.
Ma a riequilibrare i conti ci ha però pensato Debora Bellotti che ha votato con Scajola. In un contesto in cui sono giunti evidenti segnali di vita dagli oppositori è parso, quindi, ancora una volta, singolare, l’atteggiamento del Partito Democratico.
Orfana di Edoardo Verda che aveva preannunciato, causa impegni di lavoro personali, un rapido abbandono dell’aula, ed evidentemente priva di una benché minima linea politica da parte del suo partito, l’esponente dem ha infatti avallato la scelta di Scajola del riuso a Castelvecchio non cogliendo le criticità che colleghi e colleghe di minoranza avevano, invece, evidenziato.
Fossimo a scuola verrebbe da dire: minoranze promosse, il PD ripassi a settembre. Però siamo già ad ottobre e in via San Giovanni, sede dei dem cittadini, non è ancora ben chiaro se e cosa si stiano studiando.
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