Consiglio comunale in piazza, il sindaco di Albenga si rivolge al prefetto. Porro (Lega): “Vergognoso tentativo di bloccare la riunione”

Consiglio comunale in piazza, il sindaco di Albenga si rivolge al prefetto. Porro (Lega): “Vergognoso tentativo di bloccare la riunione”


Albenga. Il sindaco di Albenga, Riccardo Tomatis, ha deciso di rivolgersi al prefetto di Savona, Enrico Gullotti, per accertare la legittimità o meno della convocazione del consiglio comunale straordinario del 5 settembre in piazza San Michele anziché nella sede canonica della sala consiliare. Come noto, la riunione sarà incentrata sul centro di prima accoglienza previsto ad Albenga ed è stata convocata in piazza dal presidente del consiglio comunale Diego Distilo.

Ed è proprio questa “decisione presa in autonomia” una delle ragioni che, secondo Tomatis, rende la convocazione irregolare. Per il primo cittadino ingauno, infatti, la convocazione “è avvenuta senza alcun confronto con il sottoscritto e quindi in totale assenza del necessario coinvolgimento come prescritto dal Testo Unico degli Enti Locali”.

Ma ci sarebbero altre questioni, legate ai regolamenti interni del Comune di Albenga: “Il Regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consigliari – ricorda Tomatis nella lettera – all’articolo 8 comma 2 prevede che ‘il consiglio comunale di norma si aggrega nella sala consiliare del palazzo del Comune. In casi particolari il presidente lo può convocare anche in altri luoghi’. Non supportano altre disposizioni regolamentari o statutarie nell’interpretazione dell’inciso ‘in casi particolari’ quale condizione per la convocazione del consesso al di fuori della sede ordinaria. Sul punto, in particolare, tace l’articolo 20 dello Statuto dell’Ente, rubricato ‘Sessioni e convocazione’”.

Alla luce di questi dubbi, Tomatis chiede “un parere in ordine all’interpretazione della disciplina, ritenendo illegittima la convocazione del consiglio comunale in sede diversa dalla sala consiliare. Si ritiene infatti che tale facoltà sia limitata a circostanze di oggettiva impossibilità materiale o giuridica di utilizzo della suddetta ‘sala consiliare’. Interpretazione, quest’ultima, che si ritiene fondata, stante il tenore letterale della disposizione stessa che impone ‘di norma’ la seduta all’interno della sala consiliare e la cui eccezione non può essere collegata quindi a problematiche della stessa. Nei fatti e secondo la prassi, non vi sono mai state sedute consiliari fuori sede, con l’unica eccezione di quelle convocate in videoconferenza durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 in cui l’impedimento oggettivo consisteva nella necessità della tutela sanitaria”.

La scelta di Tomatis di rivolgersi al prefetto di Savona ha lasciato perplessi i rappresentanti della minoranza consiliare di centrodestra: “Trovo vergognoso che per bloccare lo svolgimento della riunione il sindaco si sia rivolto al prefetto per avere la ‘protezione’ necessaria e quindi far dichiarare illegittima la convocazione dell’assemblea da parte del presidente Diego Distilo – afferma la capogruppo della Lega Cristina PorroLe motivazioni contenute nella lettera sono di poca sostanza. Attendiamo comunque di conoscere la valutazione del signor prefetto. La nostra raccolta firme è stata sottoscritta già da 500 persone, un chiaro segnale del fatto che in tanti abbiano interesse ad assistere di persona alla riunione del consiglio, chiamato a discutere un argomento di grande interesse ed importanza per tutta la cittadinanza. Di questo occorre tenerne conto”.

Nel frattempo, i lavori per l’allestimento del centro di accoglienza nella sede dell’ex Anfi sono ormai terminati. Anche in questo caso i consiglieri di minoranza non sono rimasti con le mani in mano: “Con il collega Eraldo Ciangherotti abbiamo effettuato un sopralluogo all’interno dei locali – aggiunge Porro – Non sono un tecnico, ma a mio modesto parere quella collocazione non è né accogliente né dignitosa. E’ un immobile che non ha certificazione di abitabilità, perciò non può diventare un centro di accoglienza”.




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