Consiglio spaccato sul trasferimento del Museo di Storia naturale



Il Museo di Storia naturale trasloca dall’ex macello di via Scalabrini a Palazzo del Governatore, sede della Camera di Commercio, in piazza Cavalli. L’Amministrazione Tarasconi tira dritto sul suo proposito: il Politecnico di Milano – che ha sede nell’urban center – ha fame di spazi, in vista della nascita di due nuovi corsi di laurea (ingegneria meccanica in inglese e la magistrale in architettura del paesaggio). Nato nel 1990, il Museo – che si rivolge soprattutto alle scuole piacentine – dal 2008 si trova in un padiglione dell’ex macello. Il Poli pagherà il trasloco e ristrutturerà a sue spese l’ex macello per ricavare aule. Undici consiglieri dell’opposizione hanno chiesto di discuterne in aula, preoccupati dalla decisione presa dalla Giunta.

CENTRODESTRA: «NON CI SONO VANTAGGI. FANTINI INOPPORTUNA»

«Un fulmine a ciel sereno – ha esordito Sara Soresi (capogruppo Fdi) – per una scelta calata dall’alto. Non c’è lungimiranza, non porta alcun vantaggio. Si sta sacrificando un “museo pubblico” per un “ateneo privato”. Non si valorizza il museo, si fa semplicemente spazio al Politecnico». Soresi ha chiesto chi pagherà, la ri-catalogazione. «Senza contare che alcune donazioni andranno perse, come quella dei minerali della famiglia Dosi. Il museo inoltre «rimarrà chiuso diversi mesi, almeno fino a settembre 2025». «La sede di piazza Cavalli è inadeguata, con uno spazio minore (1100 mq rispetto a 1800), distribuiti su più piani invece che uno. Segnalo anche il conflitto d’interessi dell’assessore Adriana Fantini che lavora proprio per il Politecnico».

«Vicenda – ha commentato Luigi Rabuffi (ApP) – da teatro dell’assurdo. Un’eccellenza del territorio che ci costa solo 23mila euro all’anno viene sfrattata con arroganza, come se fosse un inquilino moroso. È un decisionismo cieco quello dell’Amministrazione. Perché la Camera di Commercio mette a disposizione gratuitamente i suoi spazi? È diventata un ente benefico? Qua l’unico sfratto lo merita l’Amministrazione».

«Ma sorprende – ha incalzato Jonathan Papamarenghi (Civica Barbieri) – l’atteggiamento della Giunta? È la prassi. Nell’unico dibattito sul tema, in commissione, è intervenuta l’assessore all’urbanistica, che è docente a contratto al Politecnico. Di sedi alternative per il Poli per aumentare i suoi spazi nel raggio di pochi metri ce ne sono. E il museo naturale è dedicato prevalentemente alle scuole, che faticano a raggiungere piazza Cavalli. Inoltre, Alberto Dosi, uno dei donatori, aveva scritto preoccupato all’Amministrazione a giugno e ancora oggi non ha ricevuto risposta». «Quali altri immobili sono stati scartati prima di scegliere il Palazzo del Governatore?», il quesito posto da Luca Zandonella (Lega).

«Soffro a vedere il centrodestra – ha preso la parola Stefano Cugini (ApP) – che bacchetta il centrosinistra su temi che ci dovrebbero essere cari. Ci vorrebbe sincerità dalla Giunta, che dovrebbe ammettere che sulla bilancia il Politecnico vale di più del museo. Denuncio il modo di fare che non informa pubblicamente nessuno delle proprie decisioni».

«Antipatico – il giudizio dell’ex sindaco Patrizia Barbieri – mettere a confronto il Politecnico con il museo e dire che se non liberiamo spazio l’ateneo non si allarga. Inopportuna la presenza in questa vicenda dell’assessore Fantini. Doveroso aiutare l’università, ma altrettanto il museo, che è una ricchezza. Il palazzo del Governatore non è idoneo per l’attività didattica del museo, lì è già difficile accedere. Non siete consapevoli del danno che state facendo, anche se qualche donatore vi sta già dicendo che si riprenderà la sua parte di collezione e magari la darà a qualche altra città».

IL CENTROSINISTRA: «IL TRASFERIMENTO E’ UN’OPPORTUNITA’»

La maggioranza non la pensa così. «Una grande opportunità da cogliere – ha spiegato Caterina Pagani (Pc Oltre) -. Il Poli vuole espandere la sua offerta formativa e ricordo che è pubblico e non privato. Intanto abbiamo ripensato la funzione del museo, faziosi alcuni messaggi diffusi qua dentro che si riferiscono ad uno “sfratto”. Non sono 1800 mq gli attuali a disposizione, sono 1400 mq quelli lordi, ma cento risultano inutilizzabili. Nella sede futura saranno 1200 mq. Il museo, inoltre, è un po’ datato e non è multimediale. Come si può pensare che piazza Cavalli sia più difficile da raggiungere rispetto a via Scalabrini? Chi l’ha detto che è prevalentemente dedicato alla didattica? Ben vengano i turisti. Riscontro tutti vantaggi, tranne uno: la durata di chiusura del museo, ma sono che capitano a tanti musei italiani, quando devono trasferirsi o ristrutturarsi».

«Mi sarei aspettata – ha preso la parola Angela Fugazza (Civica Tarasconi) – un dibattito sulle sedi possibili, non sul ruolo del Politecnico. Se non interveniamo subito il Poli fa questi corsi altrove, per noi è una scelta strategica da prendere in fretta. Sì, mettiamo sulla bilancia anche il fatto che l’università investe in un immobile nostro. Più corretto, poi, prendere in considerazione i mq netti e non quelli lordi. Il museo sarà aperto per più giorni e ore, richiamando più visitatori».

«Abbiamo suggerito proposte sulle sedi e con i nostri Odg lo dimostriamo», ha replicato a Fugazza Papamarenghi, ricordando che «gli studenti della provincia arrivano con i bus privati e non quelli di Seta, quindi piazza Cavalli non la raggiungono». Cinque quelli discussi (4 della Civica e 1 di Fdi): solo uno è stato approvato, quello di Fdi.

Tiziana Albasi (Pd) ha sottolineato la collaborazione che c’è da sempre tra il Comune e il museo. «Lo spostamento ci dà la possibilità di avere due corsi di laurea in più e valorizzare il museo. Come si fa ad avere timore del trasloco? Abbiamo prestato il Tondo di Botticelli a Tokyo ed è tornato indietro senza problemi, perché dovremmo averne in questa situazione?». «Non bisogna – è il monito di Salvatore Scafuto (Pd) – avere una visione miope e ristretta di Piacenza. Nel trasferimento, che avverrà in totale sicurezza, vedo un’opportunità, una svolta epocale. L’attuale collocazione limita la visitabilità».

«Nessuno – ha ripreso Barbara Mazza (Civica Barbieri-Liberi) – è contrario all’allargamento del Poli».  «Meglio che il plesso del Poli rimanga lì dove è – ha confessato il collega di banco Massimo Trespidi – il problema è il ruolo dell’assessore Fantini nella vicenda, in conflitto d’interessi».

TARASCONI: «NON POSSIAMO DIRE DI NO ALL’UNIVERSITA’»

«Discutibile il tema del conflitto d’interessi: l’assessore Adriana Fantini – è l’intervento del sindaco Katia Tarasconi – non siede in alcun tavolo di rappresentanza per le università, a quelli ci siamo solo io e Francesco Brianzi. Il problema in passato non si è posto per il sindaco Giacomo Vaciago e i vice Francesco Timpano e Annamaria Fellegara. Ed è un assessore “full time”: ad oggi ha 38 ore annuali d’insegnamento al Politecnico».

Il primo cittadino ha ricostruito la vicenda. «L’università mi chiama e mi esprime la volontà di aprire due corsi di laurea (una triennale e una magistrale) da 100 iscritti all’anno (quindi un totale di 500). La condizioni che hanno posto è che devono essere ospitati nel campus. A luglio confermano l’investimento. L’unico spazio rimasto nell’ex macello è il Museo, ahimè. Quindi cerchiamo delle alternative per trasferirlo: non lo facciamo con leggerezza, ma non possiamo dire di “no” ad un aumento della presenza universitaria».

Sono state poi scartate alcune ipotesi come l’ex Consorzio Agrario e Palazzo Farnese. «Organizzeremo un sopralluogo al palazzo del Governatore per far vedere ai consiglieri il ricollocamento negli spazi e la valorizzazione, ad esempio, dei minerali. Il trasloco lo paga il Politecnico attraverso la sua fondazione e individuerà la ditta che se ne occuperà. Spenderanno più di 2 milioni per sistemare la “Ghiacciaia” dell’ex macello e far partire i corsi nel 2025. L’operazione sarà un’occasione per rendere il museo più attraente per i turisti, oltre che per le scuole. Non conosciamo ancora il costo dell’affitto e della sistemazione».

«Il Poli negli atti – a parlare è ancora Papamarenghi – dice che è disponibile ad avere le aule anche nelle zone limitrofe, non solo dentro al campus. Se poi in privato, al telefono, vi hanno detto altro…». «Fantini non c’entra? Lei risponde alle interrogazioni sul tema – ha polemizzato Soresi – lei presenta il progetto e lei ci mette la faccia. Il sindaco però non conosce ancora nel dettaglio i costi di sistemazione del museo e dell’affitto quando a breve si decide il tutto».

«Fantini c’entra per la riorganizzazione degli spazi del Museo – ha rintuzzato Tarasconi – e si occupa di quello. Non va a parlare del Poli, cosa che facciamo io e Brianzi. E del Museo in sé se ne occupa Fiazza. Da Como intanto il Poli, per questioni di spazi, è venuto via». «Mi sa di ricatto – la stoccata di Rabuffi (ApP) – quello che viene presentato: o mandiamo via il museo da lì, o l’università se ne va». Tesi respinta al mittente dal sindaco, che ha invitato il consigliere della sinistra a calibrare meglio le parole.


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www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-10-15 06:00:00 da


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