Circa 600 persone hanno protestato a Torino contro la riapertura del Cpr, il Centro per il rimpatrio per i migranti. La manifestazione è stata organizzata dal centro sociale torinese occupato e autogestito Gabrio. I partecipanti si sono ritrovati in piazza Robilant, nel quartiere Borgo San Paolo, e hanno sfilato per le strade del quartiere provando a raggiungere la struttura di corso Brunelleschi, chiusa dalla primavera del 2023 dopo le proteste al suo interno da parte degli stranieri lì trattenuti. Alcuni militanti hanno lanciato bombe carta contro la polizia e contro la sede dell’Asl di via Monginevro e lungo il percorso hanno imbrattato muri, dehors e pensiline dei mezzi pubblici con scritte contro i Cpr e la forze dell’ordine.
Dehors imbrattati lungo il percorso del corteo (Ansa)
“Razzismo di Stato”
In testa al corteo, che è poi ritornato al punto di partenza, c’era uno striscione con la scritta: “I Cpr bruciano ancora, contro il razzismo di Stato e i suoi complici”. “Un anno e mezzo fa il Cpr di corso Brunelleschi veniva distrutto dalla rabbia dei reclusi – hanno detto gli organizzatori – rendendo materialmente più fragile un tassello della macchina delle espulsioni nostrane”.
Il corteo per le strade di Torino (Ansa)
Il Cpr in attesa di un gestore
La struttura destinata agli stranieri irregolari e da rimpatriare avrebbe dovuto riaprire il primo novembre. I lavori di ristrutturazione sono stati completati ed è stato pubblicato il bando per l’assegnazione. Tre le offerte arrivate per la gestione, che durerà due anni, fino al 31 ottobre 2026. La novità più importante riguarda la capienza, che dovrebbe passare da 180 posti a 70. La base di gara, che sarà rivista al ribasso dal vincitore della gara, è di 64,5 euro al giorno per ospite fino a dicembre di quest’anno, per salire poi a 66,24 euro fino a settembre 2025 e a 67,08 da ottobre.
La polizia davanti all’ingresso del Cpr di corso Brunelleschi a Torino durante il corteo (Ansa)
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