E’ una produzione, quella dell’olio extra vergine d’oliva in Piemonte, che naviga tra i giganti del sud e del centro Italia ma si sta irrobustendo e cresce sempre di più: 400 ettari coltivati, 200 mila ulivi, 500 quintali di produzione l’anno. Il consorzio di tutela dell’olio extra vergine di oliva lavora a stretto contatto con il dipartimento di scienze agrarie dell’università di Torino. Tanti i progetti, tra questi anche una scuola di olivicoltura.
Il Piemonte sostiene la conservazione del patrimonio genetico delle piante; la Regione ha finanziato il progetto di ricerca sulla bio diversità, l’analisi del dna ha consentito di rintracciare 9 diversi tipi di olivi, oltre ai già diffusi frantoio, leccino ed ascolana, sono stati riscontrati ceppi tipici del Piemonte, testimonianza della storia e della vita delle popolazioni dell’area.
Interviste a Claudio Roggero, agronomo del Castello di Neive, Marco Giachino, del Consorzio di tutela dell’olio extravergine Piemonte, e Antonino De Maria, agronomo.
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