“Non c’è alcuna possibilità che io dia le dimissioni. O ce ne andremo insieme, nella migliore delle ipotesi per voi, perché interviene una riforma della Provincia, o ve ne andrete prima voi e poi io a scadenza l’anno successivo”. Ha scandito bene le parole il presidente della Provincia di Foggia, Giuseppe Nobiletti, nella seduta odierna del Consiglio provinciale. La tensione si tagliava a fette. Il clima è pesante.
Si sono presentati tutti, mancava all’appello solo Giuseppe Mangiacotti, assente giustificato.
“Non c’è la possibilità di sfiduciare il presidente della Provincia”, ha ricordato il numero uno di Palazzo Dogana nelle sue comunicazioni a proposito della mozione di sfiducia formalizzata da Pd e Con, pur non essendo iscritta all’ordine del giorno. La legge Delrio non prevede l’istituto della sfiducia, tant’è che i firmatari si erano appellati ad una raccomandazione del Consiglio d’Europa. “Il Consiglio provinciale è chiamato a sindacare gli atti che il presidente pone all’ordine del giorno, sulla scorta non di valutazioni di partito, ma della bontà dei provvedimenti”.
Ha invitato i consiglieri ad “analizzare gli ordini del giorno e a valutarli nell’interesse della collettività”, al netto delle considerazioni politiche e di carattere personale. “C’è tempo, se avrete voglia, di ragionare a mente più serena, sempre nell’interesse della collettività”.
Per primo, il consigliere provinciale del movimento Con Pasquale Ciruolo è passato al contrattacco: “Lei non ha più i numeri in Consiglio e da buon politico, quando non si hanno i numeri, bisognerebbe fare un passo indietro”. Ha espresso in aula le rimostranze contenute nel documento sottoscritto qualche giorno fa. “Noi siamo i primi – ha rimarcato – che sono venuti qua a cercare di fare l’interesse dei cittadini, ma non siamo stati messi in condizioni di farlo”. In un anno, lamenta una sistematica assenza di condivisione delle strategie amministrative.
Sette consiglieri sono ufficialmente all’opposizione. Dal Pd, il consigliere Emilio Di Pumpo ha parlato di un “atto di violenza nei confronti delle regole della politica”: “Sono uno di quelli che credeva fortemente nella tua figura come una figura di collante, che potesse tenere unito e amalgamare questi gruppi consiliari, perché non appartenevi a nessuna forza politica, e dovevi rappresentare il garante super partes di tutti quanti. Oggi questo non lo vediamo”, ha detto il sindaco di Torremaggiore rivolgendosi al collega.
Si è visto in aula anche il consigliere provinciale Gerardo Valentino, che di norma partecipa alle sedute da remoto e per la prima volta era fisicamente presente. Eletto nella lista del presidente, ha preso le sue parti, difendendo la bontà degli atti e confermando la sua totale fiducia a Nobiletti: “Le problematiche di carattere politico vanno discusse in altre sedi”.
Alta la tensione tra Nobiletti e il consigliere provinciale Dem Leonardo Cavalieri, che ha smorzato sul nascere la sua replica dopo le comunicazioni. “Se vogliamo seguire il regolamento, non si doveva parlare neanche di mozione di sfiducia, perché non costituisce un argomento all’ordine del giorno né oggi né mai”, ha detto a proposito della replica il segretario, quando l’ex sindaco di Troia ha invocato il regolamento.
Il tema della crisi, però, si è rimaterializzato nei successivi punti all’ordine del giorno a cominciare dai debiti fuori bilancio per 29mila euro. Il presidente ha ricordato che “se il consigliere non vota, arreca un danno erariale all’ente e se ne assume le responsabilità dinanzi alla Corte dei Conti. Mi comporterò come è giusto che si comporti un presidente in caso di mancato riconoscimento di un debito fuori bilancio”, ha affermato in premessa. Ciruolo l’ha presa come una minaccia, anche perché il presidente ha lasciato intendere che avrebbe segnalato lui stesso il caso. “L’ente provincia non è casa sua – ha detto l’emilianista – Oltre a intaccare la dignità, pensa che veniamo da Kazakistan?”. Anche Di Pumpo non ha gradito la “lezione”: “Siamo tutti almeno consiglieri comunali o sindaci quindi, potenzialmente, sappiamo come funzionano gli enti locali”. In cinque hanno votato a favore dei debiti fuori bilancio: oltre a Nobiletti, Mario Dal Maso, Antonello Di Paola, Gerardo Valentino e Antonio Berardi, che un mesetto fa ha lasciato Forza Italia, la lista d’elezione.
La ratifica di una variazione al bilancio relativa alla mensa scolastica dell’istituto Mattei di Vieste, intervento finanziato con fondi Pnrr, e dei lavori dell’istituto De Rogatis Fioritto di San Nicandro Garganico finanziato con i fondi di Coesione e Sviluppo ha innescato altre polemiche, non certo nel merito, quanto nel metodo.
Le deleghe “non servivano a niente”, ha detto Cavalieri, “anche se si andava negli uffici non si veniva ascoltati”. Pare persino rimpiangere Nicola Gatta, ex presidente. “Il nostro compito era quello di dare una netta divisione dall’amministrazione Gatta a quella attuale, ma noi stiamo vedendo un peggioramento”.
“Sembra che il sottoscritto si sia arroccato si sia chiuso nella sua stanza e non abbia aperto a nessuno. Voi mentite sapendo di mentire – ha detto Nobiletti rispondendo alle critiche sollevate -. Io ho sempre ricevuto tutti. Ho aspettato per ben 7 mesi il Partito Democratico prima di assegnare le deleghe, perché il Pd doveva riflettere. Poi mi è stato intimato di non parlare con i consiglieri perché dovevo parlare con il segretario provinciale. Ho provato anche ad andarci a pranzo ed è stato sempre complicato. Cosa diversa con Con che aveva addirittura l’ufficio nella mia presidenza”. Prima di quello che considera un “tradimento” degli emilianisti, rivela un retroscena, ricostruzione che non è stata smentita dai Dem almeno in aula: “Il Pd stava valutando un ritorno in maggioranza con l’attribuzione delle deleghe”.
Stessi voti favorevoli alla variazione di bilancio, tutti gli altri si sono astenuti. Nobiletti sembra aver recuperato alla sua causa Antonio Berardi, che ora ha le mani libere. Finisce cinque a sette, ma il pallottoliere non è un problema, a quanto pare, per il numero uno di Palazzo Dogana che tira dritto. ‘La Provincia sei tu’, continuerà a sostenere il suo presidente: “Per il momento sì – afferma ai microfoni di FoggiaToday il capogruppo Dal Maso in quota M5S – Stiamo facendo le nostre valutazioni, però fin quando lo riterremo giusto continueremo a dargli il nostro appoggio”.
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