CROTONE “Il Sindaco ha cambiato maggioranza, alleanze e prospettive con la stessa rapidità di un giocatore di tre carte”. L’accusa di trasformismo nei confronti del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, è stata lanciata da nove consiglieri comunali di opposizione (Antonio Manica, capogruppo di Forza Italia, unitamente ad altri tre rappresentanti azzurri – Giuseppe Fiorino, Enrico Pedace, Andrea Tesoriere-, Anna Maria Cantafora, capogruppo di Fratelli d’Italia, Carmen Giancotti, capogruppo di Noi moderati, Andrea Devona, capogruppo del Partito democratico, Salvo Riga, capogruppo di Azione e Fabrizio Meo, capogruppo di Crotone libera). Non tutti i rappresentanti di FI e del resto dell’opposizione, quindi, hanno firmato il documento. Di Fi mancano le firme di Fabio Manica, vice presidente della Provincia pitagorica, e Alessia Lerose e, poi, mancano anche le firme dei rappresentanti del centrodestra che, come Manica e Lerose, vengono annoverati dai critici nella maggioranza variabile utilizzata da Voce per andare avanti nella sua azione amministrativa. Voce non ha più la maggioranza eletta con le liste che lo hanno sostenuto al momento della sua candidatura a sindaco. Una buona fetta degli eletti nelle liste di Voce sono, infatti, transitari nelle file dell’opposizione. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono stati tre consiglieri del gruppo “Stanchi dei soliti” che, sul piano numerico, era il più rappresentativo potendo contare su quattro consiglieri comunali. La rottura tra il gruppo “Stanchi dei soliti” e Voce si è consumata in seguito alla mancata approvazione di una proposta di legge, da sottoporre all’approvazione dell’assise regionale, presentata dal capogruppo di “Stanchi dei soliti”, Igino Pingitore (primo firmatario) e altri undici consiglieri. La maggioranza capeggiata da Voce ha bocciato la proposta Pingitore, dopo oltre sei ore di dibattito. Non c’è stata mediazione e il primo intervento di censura contro la proposta di Pingitore è stato fatto proprio da un rappresentante dell’opposizione, Danilo Arcuri, che era stato candidato a sindaco contro Voce e sostenuto dalle liste volute da Enzo Sculco. La mancanza di tatto e di mediazione nell’affrontare il dibattito sulla proposta di legge che proponeva la salvaguardia del territorio di Crotone dalla realizzazione di progetti di nuove discariche e la chiusura di quelle esistenti, hanno prodotto una rottura ormai insanabile anche per i toni utilizzati nella polemica successiva alla seduta del consiglio comunale. L’idea era da inquadrare nell’ambito del dibattito che si è aperto sulla vicenda della bonifica ed evidentemente non collimava con il pensiero del sindaco. Voce ha, quindi, perso un altro pezzo di maggioranza e se fosse dovuta andare avanti con gli eletti delle sue liste non avrebbe avuto più i numeri per procedere. Preso atto di questa situazione ha lavorato per costruirsi una nuova maggioranza reclutando i disponibili tra le file dell’opposizione. Non c’è stato un passaggio ufficiale, ma quando servono i numeri “gli amici” della maggioranza ci sono. La cosa che fa sorridere è che questi consiglieri Proseguono a dire di volere rappresentare l’opposizione, ma sono in linea con il progetto amministrativo di Voce. Alcuni, secondo quanto è dato sapere, hanno anche partecipato ad una cena “di lavoro” tenutasi fuori dal territorio comunale. Si è voluto evitare occhi indiscreti? A questa domanda possono rispondere solo i partecipanti al banchetto. Forza Italia, quindi, è divisa. La parte che fa riferimento al presidente della Provincia, Sergio Ferrari, non disturberebbe il nocchiero dell’amministrazione comunale di Crotone, ma gli altri quattro hanno deciso di mantenere la barra dritta e remare contro il progetto di Voce di restare a galla. Nella nota i nove rappresentanti dell’opposizione, scrivono: “…uno e trino” e chissà che a breve non ci riservi una bonifica sul modello biblico di Mosè che apre le acque dello jonio dopo aver dato corso alla moltiplicazione dei consiglieri (pani) e delle commissioni (pesci)”. Il riferimento al racconto biblico potrebbe nascondere (pani e pesci) un’accusa velata su quello che i rappresentanti dell’opposizione hanno ottenuto dal sindaco per la loro disponibilità a sostenerlo. Potrebbe. “Proviamo a sdrammatizzare una situazione che è diventata grottesca e ai limiti dell’agibilità istituzionale e politica” scrivono i nove che aggiungono, a proposito del sindaco: “Il cinismo sfrontato, con il quale affronta le questioni politiche e amministrative, ne fanno un saltimbanco anche parecchio cattivo. Sono più i Consiglieri che lo hanno abbandonato che quelli, silenti e “gettonati”, che lo sostengono”. Nel documento viene dei nove viene a Voce vengono contestato anche “i giudizi sferzanti e di inciviltà giuridica” che utilizza “nei confronti del dissenso degli avversari politici”. “Che si fosse in presenza di un Masaniello lo si sapeva”, aggiungono. “Un continuo venire meno a quanto promesso e spergiurato in campagna elettorale, – scrivono – ossia il “mai accordi con i soliti”, o il “mai far parte dell’ormai famoso partito del PUT””. “Passi anche per il “Re Travicello”, – Proseguono – ma il Sindaco della nobile Città di Crotone che riduce tutto ad un mercimonio di bende e prebende non si può accettare”. Concludendo i nove rappresentanti dell’opposizione chiedono e auspicano “un urgente ritorno alla politica e ai partiti per porre fine ad esperimenti di “civismo mascherato” funzionali solo personali appetiti e carriere e con il solo scopo ultimo quello di essere rieletti nella nuova competizione elettorale del prossimo anno”.
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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2024-10-27 13:12:00 da Redazione Corriere
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