Crotone, il “pateracchio” della mancata convocazione del Consiglio …


CROTONE Il pateracchio della mancata convocazione del consiglio comunale di Crotone. Lo scorso 19 novembre, dieci consiglieri comunale di opposizione (Salvatore Riga, Carmen Giancotti, Cristian Prisma, Igino Pingitore, Anna Cantafora, Andrea Devona, Giuseppe Fiorino, Fabrizio Meo, Enrico Pedace e Antonio Manica) avevano avanzato la richiesta di convocazione di una seduta di consiglio comunale ai sensi dell’articolo 45 del Regolamento. L’idea era quella di verificare i numeri della maggioranza che sostiene l’amministrazione comunale alla luce dei cambiamenti di casacca di diversi consiglieri comunali e delle situazioni paradossali che si sono consumate nel corso di diverse sedute del Consiglio quando la maggioranza ha avuto bisogno dell’aiutino di alcuni rappresentanti dell’opposizione. L’idea dei richiedenti la convocazione aveva anche l’obiettivo di stanare i consiglieri comunali che sulla carta appartengono all’opposizione e nei fatti sostengono le ragioni dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Voce. In questa direzione un primo risultato è stato quindi ottenuto perché non tutti i consiglieri che dicono di fare parte dell’opposizione hanno inteso firmare la richiesta di convocazione della seduta del civico consesso. Se tutti avessero sottoscritto, infatti, le firme sarebbero state molto di più. E’ una prova, se mai ce ne fosse bisogno, che ci sono consiglieri che fanno il contrario di quello che dicono di essere. Tornando al pateracchio della convocazione della seduta, il presidente del consiglio comunale, Mario Megna, già nell’ultima seduta del consiglio comunale aveva detto che la richiesta di convocazione avanzata dai dieci consiglieri non poteva essere accolta perché era stata formulata in maniera scorretta. Secondo la tesi di Megna il regolamento impediva di discutere un ordine del giorno che prevedeva la verifica della maggioranza. Ieri addirittura il presidente ha anche inviato una nota scritta ai richiedenti con la quale sosteneva questa tesi. Oggi è arrivata una nota del segretario generale del Comune, Andrea Rocca, che mette in discussione le certezze interpretative di Megna sul Regolamento e successivamente una nota di Megna con la quale annulla la sua prima decisione. Rocca precisa che “non aveva mai ritenuto opportuno rispondere perché non ha, come è noto, specifica competenza in merito alla convocazione del consiglio che è prerogativa esclusiva del presidente del Consiglio comunale”. Evidentemente il non intervento del segretario generale era stato interpetrato come una posizione favorevole all’ipotesi interpretativa del presidente, che aveva negato la convocazione della seduta del consiglio comunale. Nel suo intervento il segretario generale ha chiarito, quindi, che la richiesta di convocazione era legittima e che il presidente stava commettendo un errore di valutazione. Megna, quindi, è stato costretto a fare marcia indietro e scrivere ai consiglieri richiedenti la convocazione di “essere in attesa di ricevere la giusta formulazione dell’ordine del giorno” confermando “la piena disponibilità a convocare il consiglio comunale per discutere in termini politici l’argomento”. Il Consiglio politico, quindi, sarà convocato.

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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2025-01-09 22:26:27 da Redazione Corriere


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