Sulla manovra il governo ha compiuto “un cambio di passo” rispetto “all’approccio che troppe volte abbiamo visto in passato, quando si è preferito adottare misure più utili a raccogliere consenso nell’immediato che a gettare le basi per una crescita duratura, scaricando il costo di quelle misure su chi sarebbe venuto dopo. Come noi, che raccogliamo la grave eredità di debiti che gravano come un macigno sui conti pubblici“. Così la premier Giorgia Meloni durante l’incontro sulla manovra con le sigle sindacali, a Palazzo Chigi.
La manovra di bilancio “è in continuità con le scelte che il governo ha fatto con le due precedenti leggi finanziarie – ha proseguito – Abbiamo concentrato le risorse su alcune priorità fondamentali, con una visione di medio e lungo periodo, tenendo i conti in ordine e concentrandoci su una prospettiva di crescita del Sistema Italia, pur nel contesto internazionale tutt’altro che facile nel quale operiamo”.
Taglio cuneo
“Ricordo che, quando siamo arrivati al governo due anni fa, molti sostenevano che non saremmo stati in grado di confermare il taglio del cuneo contributivo in scadenza al 31 dicembre 2022. Invece, non solo lo abbiamo confermato, ma a metà 2023 lo abbiamo fortemente potenziato, confermandolo poi con la legge di bilancio 2024″, ha sottolineato Meloni.
“Ora, con la nuova manovra” rendiamo “strutturale” il taglio del cuneo “e ne ampliamo i benefici ai circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra 35 a 40mila euro annui, seppure con un decalage, anche qui rispondendo a una tematica che era stata correttamente posta dai sindacati sulla evidente discriminazione dei lavoratori che guadagnavano pochi euro in più di altri ma, a differenza di quegli altri, non beneficiavano del taglio del cuneo”, ha spiegato la presidente del Consiglio, aggiungendo: “Come sapete, inoltre, non si interviene più sull’aspetto contributivo, ma su quello fiscale, e questo ci consente anche di ottenere un altro vantaggio, ovvero evitare il rischio che parte del taglio potesse causare un incremento della pressione fiscale”.
Irpef
In materia di imposte, nella legge di bilancio 2025 “viene reso strutturale il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito. È chiaramente intenzione del Governo intervenire anche sullo scaglione di reddito successivo, ma questo dipenderà ovviamente dalle risorse che avremo a disposizione e che arriveranno anche alla chiusura del concordato preventivo”, ha spiegato Meloni.
Aiuti a famiglie
“Per i bimbi nati o adottati dal prossimo primo gennaio, viene introdotto un contributo, escluso dalla soglia Isee, del valore di 1.000 euro, riservato alle famiglie con un Isee non superiore a 40.000. Si tratta di un primo aiuto per chi decide di mettere al mondo dei figli. Le risorse per finanziare questo intervento derivano, in gran parte, dalla scelta di limitare la possibilità delle detrazioni per i figli a carico oltre i 30 anni di età”, ha affermato la presidente del Consiglio.
“Il ministro Giorgetti sarà più puntuale di me, ma io ci tengo a dire che la solidità, la credibilità e il coraggio di questo Governo hanno consentito di poter far partecipare banche e assicurazioni alla copertura della legge di bilancio”, ha ricordato Meloni.
E “a proposito di entrate fiscali, vorrei sottolineare una cosa che mi rende particolarmente fiera, ovvero la riforma fiscale che stiamo progressivamente attuando, improntata sul necessario riequilibrio del rapporto tra Stato e cittadini di cui molte volte abbiamo parlato e che, come detto, ha iniziato a dare i primi effetti: infatti, registriamo da una parte un incremento record delle entrate tributarie e dall’altra un incremento record delle somme recuperate all’evasione fiscale”.
Superbonus
Giorgia Meloni è tornata poi ad attaccare il superbonus, nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi con le sigle sindacali per fare il punto sulla legge di bilancio. “Citerò due numeri per far capire di cosa parlo: 30 e 38. 30 miliardi è il valore complessivo di questa manovra di bilancio; 38 sono i miliardi che, solo nel 2025, costerà alla casse pubbliche il Superbonus varato dal Governo Conte 2 per ristrutturare meno del 4% degli immobili residenziali italiani, prevalentemente seconde e terze case, cioè soldi dei quali ha beneficiato soprattutto chi stava meglio”, ha detto la presidente del Consiglio, definendo il Superbonus “la più grande operazione di redistribuzione regressiva del reddito nella storia d’Italia”.
“Con le stesse risorse – ha rimarcato Meloni – qualsiasi provvedimento di questa legge di bilancio avrebbe potuto essere più che raddoppiato. Vale per la sanità, per i contratti pubblici, per la scuola, per l’aumento dei salari etc. So che anche su questo alcuni di voi non sono d’accordo, avendo difeso la misura del Superbonus e contestato le nostre correzioni al provvedimento, ma lo dico per chiarire il quadro nel quale operiamo”.
www.adnkronos.com è stato pubblicato il 2024-11-11 12:26:37 da [email protected] (Web Info)
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