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ANCONA – Il trucchetto messo in atto da qualcuno molto esperto di informatica sembrava perfetto. Attraverso un canale Instagram riuscivano ad accedere ai programmi della televisione a pagamento aggirando però il vero abbonamento, molto più costoso rispetto ai 12 euro pagati a chi forniva loro password hackerate per vedere tutto lo streaming che volevano: dai film alle partite di calcio. Bastava contattare il fornitore, pagare versando su una postepay e dalla tv casa il cinema era servito. Il tutto in danno delle grandi piattaforme, da Rai a Mediaset, protette dai diritti di autore. Con l’accusa di frode informatica, violazione del diritto di autore e ricettazione, in due sono finiti a processo davanti al giudice Pietro Renna. A scoprire gli abbonamenti pirata è stata la guardia di finanza di Roma, con il nucleo speciale beni e servizi che si occupa di contraffazione e sicurezza dei prodotti. Indagando nella rete sommersa, il deep web, sono risaliti a decine e decine di utenti che acquistavano mensilmente gli abbonamenti attraverso il canale Instagram creando un danno alle società titolare dei marchi della televisione a pagamento.
I due a processo sono stati individuati con residenza nelle Marche e per loro ha proceduto la Procura di Ancona. Sono un 43enne di Porto Sant’Elpidio, il venditore dei pacchetti tv, e uno svizzero di 56 anni residente in provincia, suo acquirente. Quest’ultimo ha chiesto e ottenuto la messa alla prova (che gli estinguerà il reato se andrà a buon fine, interrompendo quindi il procedimento) e dovrà affrontare l’udienza intermedia per vedere l’esito il prossimo 2 febbraio. A lui è stata contestata la ricettazione. Il 43enne, difeso dall’avvocato Franco Argentati, è a processo per gli altri due reati. Nel procedimento si è costituita parte civile Tim Vision, con l’avvocato Riccardo Leonardi. E’ una delle piattaforme a pagamento danneggiate. Altre hanno dovuto fare i conti con i pirati del web, da Sky ad Infiniti fino a Mediaset Premium. Prossima udienza il 26 aprile. La frode è stata scoperta con un accertamento del 18 maggio del 2019. Mediante un sistema informatico telematico il 43enne avrebbe acquistato, alterato ed immesso su rete telematica, sotto forma di flussi streeming, contenuti multimediali tutelati dal diritto di autore. Palinsesti destinati al circuito televisivo ad accesso condizionato, privati dei sistemi di protezione.
www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-01-27 08:35:26 da

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