«Oh Roma! Mia patria! Città dell’anima!», scrive, nel 1818 Lord Byron nel poema Pellegrinaggio del Giovane Aroldo. In questa esclamazione c’è tutta la passione che artisti, scrittori, poeti, nutrivano per la città eterna. È la frase che accoglierà, fino al 28 aprile, i visitatori del Foro Romano all’entrata del Tempio di Romolo. Qui una piccola mostra, davvero ben allestita e pensata, illustra le trasformazioni del Foro Romano attraverso secoli ed epoche.
L’esposizione «Lo sguardo del tempo. Il Foro Romano in età moderna», curata da Roberta Alteri, Alessio De Cristofaro e Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, si propone come un vero e proprio momento introduttivo alla visita dell’area archeologica, ripercorrendone le principali tappe della riscoperta, dal Cinquecento al Novecento.
La storia, narrata su pannelli didattici arricchiti da riproduzioni di stampe e dipinti, inizia nel Cinquecento, nel momento in cui artisti e architetti guardano all’antico, cercando le tracce della magnificenza della Roma imperiale. Su di uno schermo video si alternano le immagini dei pittori che, con diverse sensibilità, reinterpretarono le rovine: dal paesaggio sognante di Paul Bril, alla veduta naturalistica di Caspar Van Wittel.
Al centro del Tempio di Romolo, una serie di vetrine ospita opere e manufatti che parlano della vita nel Foro all’epoca del Grand Tour, ma soprattutto di come lo sguardo dei visitatori, nel Settecento, si soffermasse sulle vestigia della romanità. Il viaggio di formazione in Europa e Italia, che aveva nell’Urbe il suo cuore pulsante, nasce nel XVIII secolo. I Grand Tourists desideravano riportare in patria piccoli frammenti della «città dell’anima»: si sviluppa in quell’epoca una fiorente industria del souvenir elegante e raffinato. In mostra vediamo esempi di tali ricordi (in forma di oggetto dipinto, inciso o intarsiato), come il ventaglio con raffigurazione di Villa Albani, la spilla in micromosaico con il Colosseo, e la scatoletta, sempre in micromosaico, con la rappresentazione di Piazza del Campidoglio. Non mancano esempi delle richiestissime vedute dei monumenti, come la Basilica di Massenzio o la prospettiva del Foro alle pendici del Campidoglio, dipinte da V.J. Nicolle nel 1807.
Questi erano i souvenir romani, da acquistare sul posto, ma in che modo i colti turisti si orientavano nel loro viaggio sospeso fra la Roma antica e la moderna? Strumenti preziosi erano le guide e le piante topografiche, come la pianta pieghevole di Roma antica di Luigi Canina, della metà del XIX secolo, qui esposta accanto a un coevo, e non meno indispensabile, binocolo con custodia, ideale per osservare e bearsi di dettagli lontani.
Tempio di Romolo, Foro Romano, tutti i giorni 9-16.30, € 16
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-11-21 20:16:09 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)
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