Delfico, i liceali dell’ultimo anno: «Rivogliamo la nostra scuola»  – Teramo

Delfico, i liceali dell’ultimo anno: «Rivogliamo la nostra scuola»  – Teramo



TERAMO. Dieci giorni dopo il sequestro del convitto-liceo Delfico nessuno in città sembra essersi rassegnato ad accettare questo provvedimento. Nessuno, almeno, è venuto fuori a dire che il pm Davide Rosati abbia fatto bene a chiedere quel sequestro e tantomeno che il tribunale abbia fatto bene ad accordarlo. Nessun teramano, s’intende. Perché in realtà uno c’è stato: a dirlo attraverso il Centro è stato il molisano Antonio Morelli, il presidente del comitato delle vittime del crollo della scuola di San Giuliano, padre di una bimba di sei anni rimasta uccisa sotto le macerie. Il suo assunto («non capisco le proteste: se un magistrato avesse sequestrato la scuola crollata, mia figlia sarebbe ancora viva») non ha trovato sponde in città. Dal sindaco in giù, la parola d’ordine è: riaprite il Delfico.
Negli ultimi due-tre giorni si sono susseguite iniziative e prese di posizione il cui comune denominatore è il rigetto delle soluzioni alternative messe finora in campo dalle istituzioni. Gli studenti dei vari licei che compongono la galassia Delfico hanno disertato prima in parte, poi in massa, le lezioni pomeridiane ospitate negli istituti Milli ed ex Comi. A supporto di tale protesta, è arrivata una nota dei ragazzi dell’ultimo anno del Classico indirizzata alle istituzioni (sindaco, presidenti di Provincia e Regione, ministro dell’Istruzione) in cui si legge: «Ci rivolgiamo a voi per esprimere il nostro profondo disagio e chiedere un intervento immediato. Il sequestro improvviso della nostra scuola non rappresenta solo la perdita di un edificio, ma ci ha privati della nostra seconda casa. Il “Delfico” è il luogo dove cresciamo, impariamo e ci prepariamo al futuro. Per noi tutti – e in particolare per chi, come gli scriventi, frequenta l’ultimo anno e si avvicina agli esami di Stato – è un rifugio, una comunità e una guida nei momenti più importanti della nostra formazione. Siamo consapevoli degli sforzi che le istituzioni stanno compiendo per trovare una soluzione, ma le proposte avanzate finora, come le lezioni pomeridiane di soli 35 minuti per un totale di tre ore che dovrebbero sostituirne sei in una sede provvisoria, non sono sufficienti né adeguate alla serietà del nostro percorso di studi. Noi maturandi abbiamo bisogno di stabilità per prepararci al meglio all’esame più importante della nostra vita scolastica. Non vogliamo passare gli ultimi mesi di un anno così decisivo spostandoci tra diverse sedi, con orari disorganizzati o lezioni ridotte. La scuola è un diritto che ci sta venendo negato. Come possiamo affrontare un percorso così impegnativo sapendo che non stiamo ricevendo la preparazione di cui abbiamo bisogno e che meritiamo? Chiediamo che vengano prese misure concrete e tempestive per un rientro in sicurezza nella nostra scuola. Abbiamo bisogno di soluzioni, non di compromessi. Rivogliamo il nostro Delfico».
Ieri mattina alcune decine di persone tra docenti, genitori e alunni del convitto si sono riunite sulle scale della scuola sequestrata. Quasi tutti erano vestiti di nero in segno di lutto, in tanti hanno portato libri e ne hanno letto dei brani. E nel pomeriggio alcune mamme (in parte appartenenti allo storico comitato “scuole sicure”) si sono riunite in piazza Dante per poi incontrare il sindaco Gianguido D’Alberto, con il quale hanno avuto un confronto – a tratti acceso – riguardo la sicurezza delle scuole in città e in particolare quella della De Jacobis e della San Berardo, dove da mercoledì saranno accolti gli alunni di primaria e media del convitto. È palpabile, in città, una forte sfiducia nelle istituzioni: si giudica eccessivo l’atto della magistratura e non si apprezza lo sforzo che stanno facendo gli enti per tamponare la situazione.
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L’articolo Delfico, i liceali dell’ultimo anno: «Rivogliamo la nostra scuola»  – Teramo
www.ilcentro.it è stato pubblicato il 2024-10-13 03:26:00 da


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