Tre anni fa l’intuizione di una criminologa aveva permesso di riavviare le indagini, portando all’esito non scontato di un rinvio a giudizio. Il primo in quasi trent’anni dal massacro di Nada Cella, la giovane uccisa la mattina del 6 maggio 1996, nello studio dove lavorava come segretaria di un commercialista di Chiavari, Marco Soracco.
Obiettivo fare luce sul ruolo di Annalucia Cecere, la donna che all’epoca dei fatti per 5 giorni entrò nelle indagini per poi sparire, ma che ora, a quasi 29 anni di distanza, è rinviata a giudizio su decisione della Corte d’Appello di Genova.
La donna ex insegnante che al tempo viveva nel Tigullio e che, secondo l’accusa, avrebbe ucciso per prendere il posto della ventiquattrenne segretaria nello studio di Soracco, forse anche con altre ambizioni di vicinanza al professionista.
La prima udienza si aprirà il 6 febbraio in Corte d’Assise a Genova. Con Cecere andranno a giudizio anche Soracco, il primo sospettato e poi scagionato nel 1998, e la madre Marisa Bacchioni, entrambi accusati di favoreggiamento, per aver coperto – sempre per l’accusa – la mano dell’omicida. Martedì 3 dicembre si procederà con le operazioni preliminari all’avvio del processo e si partirà dalla formazione del fascicolo dibattimentale, che dovrà contenere una selezione degli atti e dei documenti utili nella prossima fase del procedimento, tra cui verbali di sequestro ed elementi significativi che andranno approfonditi nel corso del processo. In aula il pubblico ministero Gabriella Dotto, il procuratore generale Mario Pinelli, gli avvocati delle difese Giovanni Roffo e Gabriella Martini, legali di Annalucia Cecere, e Andrea Vernazza, difensore di Marco Soracco e dell’anziana madre Marisa Bacchioni, i legali di parte civile della famiglia Cella, Sabrina Franzone e Laura Razeto.
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