“DESTRA AVANZA, NEL PD BASTA SCORIE E DIVISIONI”, ALBANO, “MIA CANDIDATURA NON CALATA DALL’ALTO” | Notizie di cronaca

“DESTRA AVANZA, NEL PD BASTA SCORIE E DIVISIONI”, ALBANO, “MIA CANDIDATURA NON CALATA DALL’ALTO” | Notizie di cronaca


L’AQUILA – “Siamo in un momento molto difficile per le forze progressiste, c’è l’avanzata di tutti i populismi di destra, come conferma la vittoria negli Usa di Donald Trump. In provincia dell’Aquila c’è un assetto soverchiante del centrodestra. Tutto dobbiamo dunque fare tranne che dividerci, e il Partito democratico deve trovare le ragioni dell’unità e dell’apertura a tutte le forze della società per costruire una controffensiva. E deve smetterla di dilaniarsi intorno ai destini personali e alle antipatie”.

Parte subito all’offensiva, nell’intervista ad Abruzzoweb, nei panni del candidato alla segreteria provinciale del Pd, Stefano Albano,  36enne capogruppo in consiglio comunale a L’Aquila, della corrente della segretaria nazionale Elly Schlein, in vista  del congresso provinciale che ci sarà a dicembre, e come successore di Francesco Piacente. 

L’ufficializzazione è arrivata il 9 novembre, nella Casa del volontariato del capoluogo abruzzese, in una sala gremita. Tra i presenti, l’ex segretario regionale, Michele Fina, oggi senatore, l’attuale segretario regionale, Daniele Marinelli, il consigliere regionale aquilano, Pierpaolo Pietrucci, il segretario cittadino Nello Avellani. Dalla sua anche esponenti della corrente di Stefano Bonaccini, come la ex parlamentare e ora consigliere comunale, Stefania Pezzopane. Assente invece la storica sindacalista della Cgil, Rita Innocenzi, candidata come indipendente del Pd alla Camera dei deputati contro Giorgia Meloni, alle elezioni politiche del settembre 2022 e, alle regionali del marzo scorso, nelle fila ufficiali dei dem collezionando 4.206 voti. Come pure lo storico esponente dem Gianni Anastasio, sindaco di Pizzoli e coordinatore dei primi cittadini del cratere del terremoto, oltre a rappresentanti della Marsica e della Valle Peligna.

Non è detto che quella di Albano sia una candidatura unitaria, e può darsi che parte degli scontenti dentro il partito, contrapponga una proposta alternativa, visto che considerano Albano  la continuità con una governance ritenuta “inefficace” e “fallimentare”. E giudicano soprattutto in ambienti del Pd marsicano, la sua candidatura “calata dall’alto”, frutto dei “soliti giochi di potere”, La scadenza per la presentazione delle candidature, per le quali occorrono quarantasei firme da parte di tesserati dem, è fissato comunque per oggi.

Albano non ha difficoltà ad ammettere che “la mia non è una candidatura appoggiata da tutti, ci sono dei dissensi dovuti alle scorie, causate da una serie di questioni accadute negli ultimi  anni, ma uno dei miei primi obiettivi sarà a maggior ragione di cercare di ricostruire un dialogo anche con queste persone. Dobbiamo dimostrarci all’altezza in un momento in cui l’unica priorità è costruire un’alternativa a questo centrodestra, tornare ad essere un punto di riferimento. Dunque non solo non possiamo permetterci di perdere nemmeno una delle energie presenti nel partito, ma dobbiamo aprirci a tutto quel mondo progressista che finora non ha visto il Pd come il luogo dove esprimere il suo impegno politico. Il Pd deve diventare il presidio della concertazione, deve dare voce e forza ai territori, ai sindaci, ai sindacati, all’università, alle associazioni di categoria, al mondo dell’associazionismo”.

Ma tiene a precisare: “la mia non è una candidatura calata dall’alto, e non è una candidatura unitaria. È la mia candidatura, che parte da L’Aquila e dalla esperienza della costituente. E la priorità è l’unità che ha portato risultati, anche a livello nazionale, perché si è posto fine a quel triste spettacolo di divisioni e di accoltellamenti che nostra gente disprezza”.

Lancia poi bordate contro il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, di Fdi, fresco di elezione a presidente e l’attrazione nazionale comuni italiani per l’Abruzzo.

“Oramai Biondi riesce a imporre il suo volere su tutto il centrodestra, c’erano sindaci della sua parte politica che non vedevano bene la sua elezione all’Anci, ma poi al momento del voto si sono allineati e coperti.  Biondi rappresenta il modello deteriore di questo centrodestra, per la marcata componente populista. Rappresenta la spasmodica volontà di occupare non solo tutti i posti di potere, ma anche di ogni articolazione della società. E per il resto utilizza le ingenti risorse pubbliche si pensi ai fondi Restart, sperperandole come un bancomat elettorale per il consolidamento di questo centrodestra, senza alcuna programmazione e progetto di lunga durata”.

Albano promuove l’opposizione in Consiglio regionale, oggetto anch’esso di critiche anche pesanti dai dissidenti del Pd.

“Ritengo che sia una buona opposizione – afferma Albano -, ovviamente si può sempre migliorare  ma l’aspetto positivo è che si stanno concentrando su questioni concrete a cominciare dalla  società della sanità, perché è  oramai chiaro che l’obiettivo di questo centrodestra è quello di smantellare la sanità pubblica a vantaggio di quella privata e di smantellare la medicina di territorio”.

Bordate poi sulle politiche del comune aquilano per quanto riguarda il centro storico.
“Il centro non è di facile fruibilità perché mancano i parcheggi. Eppure c’era un progetto per esempio su Porta leoni che prevedeva un parcheggio a più piani e per quale ragione non è stato fatto un mini parcheggio  che è una toppa a colori che non risolve il problema?  Sono otto anni che il centro-sinistra propone di fare una permuta con la Asl dell’Aquila del palazzo Ex Inam lungo via XX settembre, per poter fare un parcheggio anche lì a più piani a servizio al centro storico, ma se lo sono ricordati solo ora, avviando una interlocuzione”.

Infine “non sono tornare le scuole in centro: loro dicono perché non sarebbero garantite le norme di sicurezza. Ma chi ha mai detto di mettere le scuole in edifici storici: con tutto il mare di demolizioni e ricostruzioni e con il patrimonio derivante dal meccanismo all’acquisto equivalente c’era eccome la possibilità di fare delle valutazioni. Le scuole in centro avrebbero garantito un flusso in centro, perché tutti urbanisti ti dicono che quando devi riqualificare un’area il primo tassello che devi mettere è la scuola, per incastrare automaticamente funzioni pubbliche e private. Infine, terza questione, abbiamo 17 sedi comunali sparse per il territorio, e solo tre o quattro sono in centro storico, le altre sono tutte fuori dalle mura Lo aveva detto il sindaco che bisognava riportare gli uffici in centro. Ma perché non si sta facendo? Eppure sono otto anni che governano”.

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