SENIGALLIA – Dieci anni di percosse e la paura che lui poteva ucciderla. «Devi morire di un tumore» sarebbe arrivato a dirle trascinandola per i capelli, per tutta casa. Un giorno le avrebbe puntato una forchetta al collo. Un’altra volta le sarebbe saltato addosso su letto e avrebbe cercato di soffocarla. Poi le avrebbe sbattuto la testa tra l’armadio e il muro. Solo nel 2021 la donna è riuscita a denunciarlo, dopo l’ennesima aggressione in cui ha chiamato i carabinieri. L’uomo oggi è stato condannato a tre anni e due mesi per maltrattamenti in famiglia. Ad emettere la sentenza è stata la giudice Maria Elena Cola. Imputato un 45enne senigalliese. Parte civile la moglie, 40 anni, di origine straniera, con l’avvocato Giuseppe Muzi. La coppia ha vissuto a Senigallia. Lei sarebbe stata picchiata anche quando era incinta. Ascoltata in tribunale, in una precedente udienza, aveva raccontato tutti i soprusi vissuti.
«La prima aggressione l’ho subita nel 2012 – aveva detto in aula – mi ha dato un pugno allo stomaco. Poi mi ha portato in pronto soccorso. Ai medici ho dovuto dire che ero caduta dai pattini ed ero andata contro una panchina». Lui beveva spesso e avrebbe preteso che la moglie, l’unica a lavorare tra i due in quel periodo, le portasse a casa gli alcolici. Una sera ha tardato a rientrare perché c’era una festa in spiaggia e con la bicicletta aveva dovuto fare una deviazione. È stato il giorno in cui ha tentato di soffocarla. In casa c’era pure la loro figlioletta di sei anni.
www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-12-18 20:45:24 da
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