“Finché gli uomini non diventeranno incolori cittadini cosmopolitici o almeno componenti di una vasta nazione, finché la vita locale continuerà con le sue tradizioni, i suoi problemi e la sua fisionomia, la storia regionale continuerà anch’essa a vivere e ripugnera’ ad ogni assorbimento, perché risponderà ad un bisogno specifico”(Benedetto Croce). Come non essere d’accordo con Croce quando ad essere rievocate sono le origini della propria esistenza?
Questo bellissimo esercizio di rispolvero della mia appartenenza alla comunità della mia città di origine qual San Severo l’ho fatto non solo prendendo indicazioni dagli straordinari scritti dello scrittore abruzzese ma addirittura accompagnandomi, in uno speciale quanto straordinario dialogo, con il più anziano editore d’Europa.
Sto parlando del novantaseienne Antonio Notarangelo. Un personaggio di grandissima cultura e straordinaria lucidità mentale malgrado il suo quasi secolo di vita.
In questi tre giorni passati a San Severo, città dalla quale mancavo da tempo, porterò ben custodito il momento magico passato insieme a questo autentico baluardo della storia che conta.
Un capitolo della mia vita, questo, passato a rievocare il passato degli usi e dei costumi sanseveresi ed inevitabilmente contrapposti a quelli di dubbia sociologia della storia moderna. Il passato di San Severo come quello nel libro di Umberto Pilla ” San Severo nel Risorgimento” edito proprio dall’editoria Notarangelo.
Capitoli di vita, quelli vissuti da Tonino Notarangelo, che sarebbe bello videoregistrarli e riproporli nelle aule scolastiche dei nostri figli.
Commovente è stato il suo racconto relegato alla sua gioventù passata negli uliveti di famiglia intento com’era a non permettere a nessuna drupa di non essere raccolta.
Questo suo modo di porsi lo metteva in pratica perché, a detta del veterano libraio, così facendo aveva l’opportunità, con i 7 centesimi di lira guadagnati, di vedersi due spettacoli in uno dei 5 cinema presenti allora a San Severo.
Proprio a proposito dei cinema sanseveresi, gran parte del discorso è ricaduto proprio su questo tema.
Su come si riusciva ad apprezzare la location del cinema ” Il pidocchietto”, la cui sala ricordava molto l’ambientazione western dei film di John Wayne; di come era elegante il Cicolella, di quanto era piccolo il cinema Ideal, di quanto fosse bella la platea del “Marchitto” e di quanto struggente sia l’impostazione data ora al cinema Patruno, già teatro real Borbone, abbandonato da tempo ed in evidente decadenza ma che, fortunatamente, grazie all’idea di persone benpensanti, si è deciso di trasformarlo in un museo da dedicare alla poliedrica arte del concittadino Andrea Pazienza.
Un lungo discorso dal quale ho attinto molto sia dal punto di vista culturale che da quello soprattutto umano.
Tonino, che da più di dodici lustri calpesta il terreno di un mondo in continua trasformazione, non manca un giorno dal frequentare la sua libreria di piazza della Repubblica insieme al suo fidato e supportato da Vincenzo, una persona che Tonino non teme di rappresentarlo come un angelo mandato dal cielo.
Dell’incontro avuto con Tonino Notarangelo porterò gelosamente custodito in me l’occasione che mi è stata data di avere avuto il privilegio di abbracciare un qualcosa che credevo fosse astratto ma che in particolari situazioni può, come nel mio caso, assumere i contorni della concretezza. Sto parlando della storia fatta persona qual è appunto Tonino Notarangelo, il vecchio saggio dell’editoria europea.
(A cura di Mauro Nardella)
www.crotoneok.it è stato pubblicato il 2023-12-10 15:00:44 da Redazione
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