“Dieci euro per la storia industriale di Imperia”, Bracco (PD) attacca il Comune sulla trasformazione dell’Agnesi in resort – Lavocediimperia.it

“Dieci euro per la storia industriale di Imperia”, Bracco (PD) attacca il Comune sulla trasformazione dell’Agnesi in resort – Lavocediimperia.it



“Dieci euro per la storia industriale di Imperia”, Bracco (PD) attacca il Comune sulla trasformazione dell’Agnesi in resort – Lavocediimperia.it

Dieci euro“. È questo il prezzo simbolico della gloriosa storia industriale di Imperia, secondo il consigliere comunale del PD Ivan Bracco che risponde ai progetti dell’Amministrazione. Una banale spesa da supermercato: un pacco di pasta Agnesi e una latta di olio Sasso. “Altro che PIL, altro che sviluppo economico. Il vero souvenir della città è sugli scaffali del discount, mentre la politica locale gioca al Monopoli con pezzi di città che un tempo davano lavoro, identità e dignità“, aggiunge con amarezza Bracco

Ma ora, grazie all’illuminato tocco dell’amministrazione Scajola, lo stabilimento Agnesi, icona della produzione industriale imperiese, si trasformerà in un elegante resort affacciato sul porto di Oneglia. D’altronde, perché sudare in fabbrica quando si può servire cocktail al tramonto a qualche turista con infradito dorate e yacht di 60 metri?”

Ivan Bracco, dunque,  non ci sta e affonda il colpo con l’ironia amara di chi ha visto spegnersi un sogno a colpi di atti notarili : “Con 10 euro ti compri la storia industriale di Imperia. Solo il nostro Sindaco fa finta di non saperlo… Ma del resto non è una novità. Sappiamo quanto sia distratto.” “Lo stabilimento Agnesi che il sindaco vuole trasformare in un resort di lusso ha chiuso i battenti senza che la lunga mano di un ministro controllante banche, camera di commercio, Comune, Provincia e Regione riuscisse a trovare un luogo diverso da quello prospiciente il porto di Oneglia, per rendere appetibile il mantenimento della produzione nella nostra città”.

Distratto o appassionato di illusionismo? A sentire Bracco, il primo cittadino sembrerebbe, secondo il consigliere dem, più impegnato a suonare un “piffero magico” che a guidare la città. “Una musica dolce, capace di ipnotizzare cittadini, imprese e forse anche i turisti arabi a cui è destinato il futuro resort”. E mentre l’Agnesi diventa Spa, la Sasso,  altro simbolo della città,  è finita venduta, sia pure in un’altra epoca  quando in Comune governava il Centrosinistra, come, per l verità anche nel caso dell’Agnesi. “L’Agenzia delle Entrate paga affitti d’oro per stare in un palazzo che non produce più nulla, tranne bollette e scartoffie. Il marchio? Sparito. Il lavoro? Idem“. Non è solo un problema imprenditoriale – ribadisce Bracco – ma di governance politica. E chi dice il contrario scarica solo le responsabilità su altri”. 

Parole dure, che non risparmiano le ‘trovate’ della narrazione su Imperia città turistica: “C’è un certo legame tra mandare una città a bagno e renderci tutti bagnini, mestiere più che onorevole, per qualche gaudente emiro. Ma non è la stessa cosa”.

Intanto, sulle note del “pifferaio magico“, la città si trasforma o vorrebbe trasformarsi: dalle catene di montaggio alle catene alberghiere, dalle fabbriche alle Spa, dai turni in stabilimento agli happy hour sul molo.




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