ASCOLI – L’inverno demografico del Piceno, con un saldo negativo pari a -1.536 tra nascite e decessi, condiziona i numeri del territorio, che comunque registra una crescita del tasso di occupazione. I numeri presentati dal direttore Catini e dalla Caritas, rappresentata dal direttore di Ascoli Giorgio Rocchi
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di Federico Ameli
Buone notizie si alternano ad altre decisamente meno buone tra le pagine dell’ultimo rendiconto sociale Inps, presentato ufficialmente nella mattinata di oggi, giovedì 17 ottobre, nella Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani.
Di fronte a una numerosa platea composta da funzionari, rappresentanti delle associazioni sindacali del Piceno – presenti, tra gli altri, il direttore della Cna di Ascoli Francesco Balloni e la segretaria Cgil Ascoli Barbara Nicolai – addetti ai lavori e cittadini, i vertici dell’Inps, affiancati da esperti provenienti dal mondo universitario e del sociale, hanno fatto il punto sulle peculiarità e sulle carenze evidenziate sul territorio provinciale nel corso del 2023.
Si tratta, come evidenziato dalla professoressa Lucia Montanini dell’Università Politecnica delle Marche, di uno strumento fondamentale di comunicazione e gestione, in grado di fornire a tutti gli stakeholder un quadro complessivo delle performance economiche e sociali del territorio.
Dopo i saluti istituzionali affidati al prefetto Sante Copponi e al presidente del Consiglio comunale Alessandro Bono, la presidente del Comitato provinciale Inps Ede Talanga e il direttore provinciale Inps Simone Catini hanno presentato e commentato il panorama sociodemografico e del mercato del lavoro del Piceno.
Tra i dati messi in evidenza dal direttore Catini, in particolare, spiccano quelli relativi al cosiddetto “inverno demografico”, che anche nel Piceno porta con sé effetti a lungo termine molto negativi a lungo termine sulla sostenibilità dell’intero sistema. Nel 2022, infatti, il saldo negativo tra nascite e decessi si attesta su un inquietante -1.536, con un incremento notevole rispetto al -545 di 10 anni prima.
Migliora, invece, il saldo tra immigrati ed emigrati (+499), che non è tuttavia sufficiente a compensare il saldo negativo tra nascite e decessi, sostanzialmente in linea con il dato regionale e nazionale.
«Il contesto economico ascolano nel 2023 evidenzia una buona crescita del tasso di occupazione che si attesta al 67,2% rispetto al 65,1% del 2022 – prosegue Catini – Il dato del saldo netto occupazionale è positivo ed è determinato da un numero maggiore di assunzioni di rapporti di lavoro rispetto alle cessazioni. Cala sensibilmente il tasso di disoccupazione (da 6,7 a 4,3), mentre diminuisce lievemente il tasso di inattività (da 30,1 a 29,6).
Ne emerge un quadro che può definirsi positivo e dinamico, anche se, al di là del dato puramente numerico e quantitativo, deve imporsi anche una considerazione qualitativa sulla tipologia dei contratti stipulati posto che, al netto dei contratti necessariamente precari (stagionali, somministrati e intermittenti), solo un 25 % sono stipulati a tempo indeterminato, mentre il restante 75 % lo sono a tempo determinato, con una forbice tra queste due tipologie contrattuali che peraltro nel 2023 si è allargata maggiormente rispetto al 2022.
Le retribuzioni, o redditi medi, giornaliere nella provincia si confermano inferiori non solo rispetto al valore medio nazionale, ma soprattutto rispetto al dato medio regionale. In particolare, in provincia una donna percepisce giornalmente una retribuzione di € 68,1 a fronte di un dato medio regionale di € 69,6 e di un dato nazionale di € 77,6. Per gli uomini ascolani il dato si attesta ad € 88,6 a fronte di un dato regionale di € 93,5 e di un dato nazionale pari ad € 104,4. Le minori retribuzioni determinano conseguentemente trattamenti pensionistici più bassi sia della media regionale, sia della media nazionale».
Sebbene il dato possa apparentemente spaventare, la crescita delle domande di Naspi – meglio note come disoccupazione, salite a 8.998 rispetto alle 8.722 del 2022 – rappresenta comunque un aspetto positivo agli occhi dell’Inps, legato anche alla prevalenza di rapporti di lavoro a tempo determinato. Deve far riflettere, però, la netta predominanza al femminile della Naspi, con 5.258 domande presentate da donne e solo 3.740 da uomini. In aumento anche le richieste di invalidità civile, con un totale di 2.939 prestazioni liquidate nel 2023 a fronte delle 2.702 dell’anno precedente.
Presenti a Palazzo dei Capitani anche la direttrice regionale Inps Marche Emanuela Zambataro, il presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps Roberto Ghiselli e il direttore della Caritas di Ascoli Piceno Giorgio Rocchi, che nel suo intervento ha sottolineato l’azione congiunta portata avanti in sinergia con la Caritas della diocesi di San Benedetto-Ripatransone-Montalto – in favore delle fasce più deboli della gente.
«È particolarmente rilevante associare queste riflessioni nella Giornata mondiale dell’Eradicazione della povertà, istituita dalle Nazioni Unite nel 1993 – esordisce il direttore Rocchi nel portare ai presenti il saluto del vescovo Palmieri –
Il passo in più compiuto dal progetto “Inps per tutti” promosso insieme a Caritas Marche va nella direzione dell’ampliamento dei canali di diffusione di diritti e opportunità altrimenti inespressi e non goduti. L’Inps vuole ampliare le possibilità di informazione e consapevolezza dei diritti sociali che l’ordinamento giuridico italiano riconosce ai cittadini, raggiungendo così quelle persone che trovano meno difficile rivolgersi alle Caritas piuttosto che agli sportelli di un qualche ufficio pubblico».
Ai numeri forniti da Inps nel rendiconto sociale 2023, il direttore Rocchi aggiunge quelli elaborati dai Centri di ascolto delle Caritas del Piceno. In particolare, nel corso del 2023 circa 2600 persone si sono rivolte al Centro d’ascolto, il 40% in più rispetto all’anno 2022, (1384 a San Benedetto, con 16.544 ascolti e 26.411 interventi, 1.219 ad Ascoli, con 5.182 ascolti e 50.298 servizi).
Il 39,9% di costoro, ad Ascoli, è di nazionalità italiana, il 56.6% non italiana, il 3.3% ha doppia cittadinanza e lo 0,2% è apolide. A San Benedetto, invece, il 47% è composto da italiani e il 53% da non italiani, con in testa Marocco (9.2%), Albania (7.2%) Romania (4.5%), Ucraina (4.2%) Nigeria (4.2%). Ad Ascoli Ucraina (9.2%), Marocco (7.4%), Nigeria (5,1%), Romania (4,2%), Camerun (3.5%).
Le problematiche affrontate, ad Ascoli, sono costituite principalmente da povertà e problemi economici (nel 26.7% dei casi), occupazione e lavoro (16.7%), problemi familiari (13.6%) e problematiche abitative (12%). Anche a San Benedetto i problemi economici rappresentano la criticità principale (32%), seguiti da occupazione e lavoro (29%) e problematiche abitative (15%).
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www.cronachepicene.it è stato pubblicato il 2024-10-17 21:02:54 da Federico Ameli
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