«Dobbiamo esserne artigiani perché Fratelli Tutti»

«Dobbiamo esserne artigiani perché Fratelli Tutti»



ANCONA – Inizia oggi e andrà avanti fino al 27 di novembre all’Auditorium della Mole Vanvitelliana la mostra ‘Costruttori di Pace’. L’evento è a cura di Giorgio Tabanelli ed è promosso dall’Associazione Arte Cinema Teatro Volontariato con il sostegno del Comune di Ancona, in collaborazione con l’Associazione Carlo Bo di Urbino, il Lions Club e le Fondazioni Giorgio La Pira e Ernesto Balducci, con il patrocinio del ministero della Cultura e del Consiglio Regionale delle Marche e dell’Arcidiocesi di Ancona. In occasione del bicentenario della nascita di Alessandro Serpieri, dei centenari della nascita di Valerio Volpini, Ernesto Balducci e don Lorenzo Milani, nonché a venticinque anni della scomparsa di Carlo Bo, la mostra documenta il tema della Pace attraverso le figure decisive che ne hanno vissuto e interpretato le istanze civili e politiche: Mohandas K. Gandhi, Alessandro Serpieri, Giorgio La Pira, Carlo Bo, Ernesto Balducci, don Lorenzo Milani e Valerio Volpini. L’evento è ad ingresso libero e la mostra è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 20. Presente questa mattina anche l’Arcivescovo di Ancona e Osimo, Monsignor Angelo Spina, il quale ha anche fatto da relatore: «Essere operatori di pace non significa fare un duello, bensì fare un duetto» è stato il passaggio più importante e significativo del suo quantomai apprezzabile intervento.

«Dobbiamo esserne artigiani perché Fratelli Tutti»Questo invece il discorso tenuto da Simone Pizzi, presidente del consiglio comunale di Ancona che, dopo aver portato il saluto del sindaco Daniele Silvetti ha tenuto a sottolineare come questa mostra «parla di pace con la parola di coloro che, nella loro vita, hanno calcato sentieri tortuosi di pace e sono stati ‘costruttori di pace’ anche non sempre immediatamente compresi. Pace non è solo assenza di guerra, ma anche uno stato d’animo che dispone verso la benevolenza, la giustizia e la fiducia. Pace è un dono e chiede l’umiltà della riconoscenza piuttosto che la presunzione della conquista. A questa mostra è stato dato un titolo che antepone al termine pace un verbo di azione di movimento». Per questo «costruire la pace è un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, è ricerca di libertà, è accoglienza e dialogo, è una speranza comune più forte della vendetta». Pizzi ha poi osservato come anche noi oggi «dobbiamo essere Profeti di Pace, come ci ha insegnato un amministratore pubblico, il sindaco La Pira, sulla scia dei grandi profeti biblici consapevoli che la profezia, da un lato ha i piedi ben piantati per terra e dall’altro posa il suo sguardo sul futuro. Con i piedi ben piantati nella storia, in maniera coraggiosa e audace a tutti noi è chiesto mettere in atto iniziative significative e feconde». Inoltre «C’è un’‘architettura’ della pace, nella quale intervengono le varie istituzioni della società, ciascuna secondo la propria competenza, però c’è anche un ‘artigianato’ della pace che ci coinvolge tutti». In conclusione «a noi, oggi più che mai, è chiesto di sconfessare l’affermazione folgorante di La Pira, detta durante un incontro con Martin Buber “Tutti parlano di pace ma pensano alla guerra”. C’è un grande bisogno di negoziare e così sviluppare percorsi concreti per la pace. A noi oggi è chiesto di ricucire il dolore dell’assenza di pace e di tessere la speranza e allora saremo davvero artigiani di pace, perché Fratelli Tutti».


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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-11-13 10:17:06 da


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