Documenti falsi e reati vari, si cercano i fiancheggiatori del boss foggiano Olinto Bonalumi


Era in auto con un familiare e aveva un documento d’identità falsificato intestato a un concittadino, Olinto Bonalumi, foggiano di 66 anni, l’Arsenio Lupin di casa nostra catturato dalla Polizia a Roma il pomeriggio del 6 gennaio dopo 4 anni di latitanza. E’ stato trasferito nel carcere capitolino di Rebibbia, dovendo scontare un cumulo pene di 13 anni, 4 mesi e 11 giorni per un furto del 2009 da 5 milioni 350mila euro a Foggia, nel caveau della “NP service”; un progetto di furto da 200 milioni alla Banca d’Italia ad Ancona sventato nell’ottobre 2011; un assalto al portavalori del 2 novembre ’95 sull’autostrada in agro di Porto Sant’Elpidio che fruttò 3 miliardi di vecchie lire e costò la vita a uno dei rapinatori ucciso da un vigilante.

Bonalumi è invece a piede libero per il processo “Goldfinger” (per il quale fu arrestato il 10 marzo 2015 nel blitz contrassegnato da 13 fermi, con scarcerazione nel settembre 2016 dopo 18 mesi trascorsi in cella e ai domiciliari), con condanna in primo grado a 13 anni perché riconosciuto colpevole d’aver organizzato sia il furto da 15 milioni nel caveau delle cassette di sicurezza del Banco di Napoli di piazza Puglia svaligiate a Foggia a marzo 2012, sia il tentativo di furto in fotocopia nel caveau delle gioiellerie Sarni al centro commerciale “Mongolfiera”, sventato nell’agosto 2012 dalla squadra mobile che individuò in città il covo della banda composta da foggiani e “cassettisti” romani specializzati in questi furti.

Per il possesso del documento d’identità Bonalumi è stato denunciato a piede libero alla Procura di Roma dagli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile che l’hanno riconosciuto e arrestato: all’indagine hanno partecipato anche i colleghi dello Sco e della squadra mobile capitolina. Denuncia che si va ad aggiungere ai reati “collezionati” da Bonalumi in 40 anni di attività criminale contrassegnati da arresti, assoluzioni e condanne per rapine e furti miliardari, corruzione, tentata concussione, ricettazione, accesso abusivo a sistemi informatici. Pare che alla sua cattura, che ha posto fine a una latitanza iniziata il 16 gennaio 2021 quando la Procura generale di Ancona firmò l’ordine di carcerazione per cumulo pene, i poliziotti siano giunti monitorando i movimenti di alcuni familiari. L’arresto è stato eseguito su viale Europa in zona Eur, dove i poliziotti pare fossero appostati da qualche giorno: hanno riconosciuto Bonalumi nell’auto e l’hanno fermato, e lui ha riconosciuto gli agenti foggiani. Individuata e perquisita l’abitazione vicino Roma dove avrebbe vissuto negli ultimi tempi.

Le indagini sono adesso finalizzate a ricostruire la rete di protezione di cui ha beneficiato in questi 4 anni Bonalumi che, come dimostrano le indagini in cui è stato coinvolto, nel corso degli anni ha avuto contatti con esponenti della criminalità calabrese, campana, romana, barese. Il suo nome dal 2022 era inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi d’Italia. Dopo la cattura tra gennaio e febbraio 2024 dei mafiosi viestani Marco Raduano e Gianluigi Troiano e del presunto trafficante di droga Vincenzo Fratepietro cerignolano, Bonalumi era in cima alla lista dei “wanted” foggiani insieme a Leonardo Gesualdo, 39 anni, foggiano, che è in fuga dalla Giustizia dal novembre 2020 quando sfuggì alla cattura nel blitz “Decimabis” contro la mafia del pizzo, in cui è stato condannato in primo grado a 12 anni per mafia quale affiliato al clan Moretti/Pellegrino/Lanza.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2025-01-09 08:33:26 da


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