Il sacerdote di Mediterranea condanna gli accordi con Libia e Tunisia per evitare le partenze: ‘Fino a che respingeremo chi fugge verso di noi, non potremo costruire la pace’. E in piazza racconta la storia di Mahmood, naufragato un anno fa. VIDEO
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Critica duramente la politica dei respingimenti degli immigrati clandestini in viaggio sui ‘barconi della speranza’ e soprattutto quella che ha portato nel 2017 e oggi, rispettivamente con governi di centro-sinistra e di centro-destra agli accordi con la Libia prima e la Tunisia poi per frenare, nei paesi di imbarco, gli immigrati. Don Mattia Ferrari, sacerdote imbarcato per anni sulla nave Mediterranea e rappresentante della realtà ONG di riferimento Mediterranea Saving Humans, lo fa dal palcoscenico di piazza Grande a Modena. Ormai a lui noto e caro già in altri eventi di richiamo e di piazza.ù, 25 aprile compreso.
‘Fino che continueremo a respingere le persone non potremo mai costruire la pace’ – afferma- E sul tema e sul concetto della costruzione della pace il giovane sacerdote cita la storia di Mahmood, ragazzo del Darfur che ha dovuto abbandonare gli studi e la famiglia a causa delle condizioni in cui versa il proprio paese ma che nel tentativo di raggiungere il nord-africa per poi imbarcarsi verso l’Europa si è scontrato con gli effetti degli accordi tra Europa e Italia con la Libia ieri e con la Tunisia oggi. E la morte, nel febbraio 2024, a causa del naufragio del barcone sul quale viaggiava e, a detta di Don Mattia, dell’impossibilità da parte delle Organizzazioni come Mediterranea di prestare soccorso a persone come lui che avevano un sogno: diventare costruttori di pace.
Un discorso, quello di Mattia Ferrari, che apre molti interrogativi sugli effetti delle politiche migratorie e, non ultimo, su quelle dei respingimenti e degli accordi con i paesi di imbarco. Sia in chi condivide la condanna ai respingimenti, sia tra chi pensa che l’evitare le partenze porti a salvare vite, evitando la morte in caso di naufragio, sia tra chi considera anche il fatto che essere respinti o non fatti partire da luoghi come Libia e Tunisia significhi, stando alla testimonianza di Don Mattia, essere riportati e abbandonati nel deserto dove è difficile sopravvivere. Andando incontro ad un analogo destino di morte.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>
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