BARI – Una protesta simbolica, dal titolo «Insieme per un domani», che parte dall’idea delle grandi incertezze alle quali potrebbero essere sottoposti i circa cinquemila lavoratori del comparto call center e metaforicamente si trasforma in dono e quindi in aiuto alla comunità. «Se qualcuno vuole toglierci il sangue, saremo noi a donarlo» è quanto hanno detto – in soldoni – Oronzo Moraglia, segretario generale Fistel Cisl Puglia, Andrea Lumino, segretario Slc Cgil Puglia e Francesco Russo, segretario Tlc Ugl. E così domani, giornata scelta simbolicamente dai sindacati, a Bari, Bitritto, Modugno, Molfetta, Taranto e Casarano, i lavoratori potranno recarsi nei centri preposti per donare il proprio sangue.
Non si tratta di città scelte a caso, ma di luoghi dove si trovano le sedi delle aziende aderenti ad Assocontact (per la Puglia sono Network Contacts, Mediatica e Assist Digital), oltre a Covisian, che, dallo scorso 1 agosto hanno scelto di fuoriuscire dal Ccnl delle telecomunicazioni, senza comunicare – al momento – quale sarà la scelta futura.
«Resta evidente – hanno spiegato i tre rappresentanti sindacali presentando la manifestazione – la finalità di destabilizzare anche economicamente i lavoratori perseguendo il facile guadagno, tagliando inevitabilmente sui diritti di chi ogni giorno incrementa il fatturato per le aziende. Sarebbe difficile definire diversamente le idee avanzate dal presidente di Assocontact in incontri recenti avuti con gli staff delle sue aziende pugliesi – hanno incalzato – in merito a modelli contrattuali che si vorrebbero adottare reputati più convenienti. Nessuna informativa è stata avviata verso le organizzazioni sindacali, che rappresentano allo stato attuale i dipendenti, ci riportano che l’intento sia una rivisitazione della normative della malattia, favorire una estrema flessibilità oraria, una non meglio definita verifica della formazione proposta ai lavoratori, una premialità che sottende un controllo spinto individuale della prestazione».
Per le tre organizzazioni sindacali, che hanno invitato anche altre realtà ad aderire alla protesta, si tratta di «proposte vecchie, fondate sul taglio del costo del lavoro e dei diritti dei lavoratori, che si prova a far passare come innovative e positive per il settore già povero di suo». Da qui la scelta della protesta in quanto «metaforicamente, è come voler togliere ancora sangue a chi, ogni giorno, dovrebbe aver diritto ad un lavoro ed una retribuzione dignitosa per sopravvivere«.
Ed è proprio questa metafora «che ci ha suggerito di promuovere una iniziativa collettiva e di elevato contenuto sociale. Diventa una scelta simbolica di contrasto a questa impostazione scellerata affiancandola ad un atto socialmente utile ed importante verso chi soffre» hanno spiegato ancora.
«Un rispetto verso le lavoratrici e i lavoratori che deve essere dimostrato – hanno concluso – anche dai grandi committenti, pubblici e privati, che traggono profitto dalla fatica quotidiana di questi lavoratori. Colossi privati come Wind o Enel o aziende pubbliche come la Asl Bari, grandi istituti bancari, dovrebbero schierarsi dalla parte delle operatrici e operatori che, di fatto sono la loro voce».
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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-09-05 12:34:44 da
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