donna a processo quattro anni dopo



Il 21 aprile 2020 fu fermata dai carabinieri di San Giorgio che stavano effettuando un controllo anti Covid, ossia verificavano che le persone non uscissero dal proprio comune salvo motivazioni autocertificate in un foglio che tutti abbiamo imparato a conoscere bene. Ai militari disse che stava andando da casa sua a Podenzano a quella dei genitori anziani e della sorella disabile a San Giorgio e mostrò l’auto certificazione, tuttavia secondo i carabinieri, che effettuarono svariati accertamenti, la donna era precedentemente uscita dal proprio comune e proveniva da Piacenza.

Secondo l’accusa avrebbe compilato all’epoca un’autocertificazione falsa e oggi si trova imputata per aver mentito ai carabinieri. L’antefatto. Già nell’ottobre 2023 nella prima udienza il pm Antonio Colonna aveva chiesto l’archiviazione ricordando che quelle condotte, ossia mentire ad un pubblico ufficiale nelle autocertificazioni, non erano più considerate reato. Aveva anche citato due sentenze di assoluzione di Milano e Reggio Emilia. Alla richiesta di Colonna si era associato l’avvocato della donna, Paolo Fiori. Tuttavia la giudice aveva rigettato la richiesta e deciso per il processo. Nei giorni scorsi quindi in aula hanno deposto alcuni testimoni, la donna e sua madre.

«Ci disse – ha spiegato il luogotenente che fermò la donna in auto – che era andata a ritirare dei farmaci che un amico farmacista le portava sul confine comunale, ma la data sullo scontrino non corrispondeva al giorno del controllo e il farmacista stesso – contattato in seguito – ci disse di aver effettuato consegne quel giorno, ma nei giorni precedenti. In più avevamo controllato anche le telecamere dei Vaccari che ripresero il tragitto della donna già nel comune di Piacenza. Poi si agitò e divenne arrogante e disse che non avremmo dovuto permetterci di dubitare e che si stava rasentando il ridicolo».

«Sono fragile, ma quel periodo mi ha devastata ancora di più. Mi prendevo cura quotidianamente dei miei genitori anziani e malati che non potevano muoversi anche a causa di mia sorella, disabile che non può essere lasciata sola. Non fui creduta e fui pressata per compilare un’altra auto certificazione, ma io non sono mai uscita dal comune di Podenzano», ha spiegato la donna. Anche la madre ha confermato che la figlia in quei mesi si era fatta carico totalmente della sua famiglia proprio per la fragilità, anche sanitaria, dell’intero nucleo familiare. Il processo è stato aggiornato.


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www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-10-09 07:10:00 da


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