ANCONA – Di notte si era precipitata in questura pretendendo di parlare con il suo titolare, proprietario di un locale notturno alla Baraccola e che la polizia aveva portato in questura per identificarlo a seguito di un intervento effettuato dopo la telefonata di una donna al 112. La richiedete aveva sostenuto di essere stata aggredita dal titolare del locale. Una sua collega aveva raggiunto via Gervasoni iniziando ad urlare e a dare pugni sul vetro del corpo di guardia pretendendo di entrare. “Lo voglio vedere – gridava – fatemi entrare”. Protagonista una donna cubana, di 30 anni, molto agitata. Il fatto risale al 5 maggio del 2019. Dopo aver dato spettacolo ha preso a pugni, calci e schiaffi un poliziotto che era uscito per cercare di calmarla e farla allontanare. L’agente riportò 5 giorni di prognosi.
Ieri mattina il giudice Carlo Cimini ha condannato la 30enne, difesa dall’avvocato Paolo Cognini, ad un anno (pena sospesa) di reclusione e a risarcire la vittima di mille euro. Lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale le accuse contestate. Prima della sentenza è stato sentito in aula l’agente percosso, un 62enne che all’epoca dei fatti era in servizio alle Volanti della questura. “Erano le 5.30 – ha riferito il poliziotto – quando il collega del corpo di guardia ha allertato me e altri due poliziotti che c’era una donna molto alterata che urlava. Siamo scesi e mi sono preso insulti, sputi e schiaffi. La donna pretendeva di vedere il titolare del locale su cui stavamo facendo accertamenti al piano di sopra, senza spiegarne il motivo. L’abbiamo allontanata ma continuava a gridare e ha ripreso a battere le mani sul vetro. Non aveva nessuna ragione di entrare”. Quando è stata portata in ufficio per la denuncia si è accanita anche sui arredi. Il poliziotto era parte civile con l’avvocato Stefano Gregorio.
www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-11-20 08:16:48 da
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