Due chili di droga nell’armadio, maxi condanna al genero del boss S…

ANCONA – Dieci mesi fa l’arresto. Oggi la condanna a 4 anni e mezzo di carcere. Il tribunale di Ancona, con il giudice Matteo Di Battista, questa mattina ha punito Daniele Paolillo, 31 anni, napoletano, genero del boss palermitano Salvatore Fontana, uno dei capi dell’operazione Damasco che ha permesso anni fa di stroncare un grosso giro di droga tra le province di Ancona e Pesaro. L’accusa per il 31enne era di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio. Avrebbe custodito nell’armadio della camera da letto, a Cupramontana, più di due chili di droga appartenuta al suocero finito in carcere a Viterbo (a novembre del 2023) dopo una lunga latitanza in Spagna. Paolillo, che attualmente si trova in carcere per una misura cautelare emessa i primi di dicembre sempre nell’ambito di una indagine per droga dove gli viene contestata l’associazione a delinquere (con il resto della famiglia Fontana), era stato arrestato dai carabinieri il 7 febbraio scorso. I militari erano andati a perquisire l’abitazione di Cupramontana, dove viveva con la compagna (la figlia di Fontana), perché a Viterbo la polizia penitenziaria aveva arrestato la suocera. La donna, in visita al marito in carcere, era stata trovata con 10 grammi di cocaina negli slip. Per gli inquirenti lo stupefacente era destinato a Fontana, per improntare una attività di spaccio anche dietro le sbarre. 

La polizia aveva avvertito i carabinieri nelle Marche, per far controllare l’abitazione della moglie del boss e quella della figlia che conviveva con Paolillo. Nell’armadio di quest’ultimo, in camera da letto, i militari hanno trovato due panetti di hashish, del peso di un chilo e 800 grammi, e 58 grammi di cocaina. Nascosto in un cassetto, tra i pennarelli del bimbo di pochi mesi che la coppia aveva avuto, c’era una agenda con scritti numeri di telefono, importi e cifre che rimandavano ad una sorta di contabilità della droga. Paolillo, difeso dall’avvocato Francesca Petruzzo, ha sempre negato la paternità della droga sospettando che fosse stata la suocera a nasconderla li a sua insaputa. Riscontri per ora non trovati.