La Serena Distribuzione srl e la Bagnasco srl, società operanti nel settore della vendita all’ingrosso e al dettaglio di detersivi e prodotti per l’igiene, con sedi in via Altofonte e in via Ernesto Basile, sono “pulite”, cioè immuni da infiltrazioni mafiose. Lo ha stabilito la sezione Misure di prevenzione del tribunale, che ha disposto la revoca del sequestro al quale le due aziende erano state sottoposte a novembre del 2022, nell’ambito dell’operazione “Brevis” contro il mandamento di Pagliarelli e che aveva portato all’arresto del boss Giuseppe Calvaruso.
La decisione
La decisione è irrevocabile e le società sono state così restituite ai loro titolari, Francesco Paolo Bagnasco e il fratello Gregorio. Il collegio presieduto da Gabriella Di Marco ha accolto l’istanza dell’avvocato Giovanni Di Benedetto, che assiste i due imprenditori, e respinto invece in tronco – perché “in alcun modo argomentata” – la richiesta di confisca avanzata dalla Procura.
Le due aziende sono state in amministrazione giudiziaria in tutto per due anni (prima un anno e poi erano state concesse due proroghe di sei mesi ciascuna), ovvero per il tempo massimo previsto dalla legge. Come rimarca il tribunale “lo scopo dell’istituto dell’amministrazione giudiziaria è ‘preventivo’ e, per sua natura, ‘temporaneo’, giacché non costituisce uno strumento di ‘punizione’ dell’imprenditore per il passato, ma un rimedio volto a sottrarre nel futuro l’impresa all’infiltrazione criminale, restituendola al libero mercato una volta rimossi gli elementi inquinanti già radicatisi”.
I sigilli
I sigilli erano scattati perché, in base alle indagini, Bagnasco avrebbe chiesto l’intervento dei boss di Pagliarelli per punire gli autori di due rapine messe a segno nelle sue attività, che erano stati poi effettivamente pestati. Inoltre, da un’indagine molto più vecchia, “Hybris” si ricavava da un’intercettazione che nel 2010 sarebbe stato chiesto il pizzo alla Serena srl e che l’estorsione non era mai stata denunciata. Era stata così messa in evidenza la pericolosità sociale di Bagnasco (peraltro poi condannato a 3 anni nel processo “Brevis”, ma con pena ridotta e sospesa in appello).
I giudici
I giudici avevano già escluso che le due aziende potessero essere “mafiose”, ma avevano disposto l’amministrazione giudiziaria per “diagnosticare lo stato di infiltrazione del gruppo da parte di Cosa nostra e adottare tutte le misure organizzative idonee a rimuovere il pericolo”.
Ora il tribunale rileva che “è passato un biennio” e “la misura non è più prorogabile”, osservando che “gli elementi che emergono dalla relazione dell’amministratore giudiziario, trasmessa il 7 ottobre 2024, depongono nel senso della raggiunta rimozione delle situazioni di fatto e di diritto che avevano determinato la misura in atto, con conseguente revoca della stessa.
L’articolo Due società nella vendita all’ingrosso “immuni da infiltrazioni mafiose”, a stabilirlo il tribunale – BlogSicilia
www.blogsicilia.it è stato pubblicato il 2024-11-18 19:52:50 da Redazione
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