Elezioni Regionali in Emilia-Romagna, tutto quello che c’è da sapere sul…



Emilia-Romagna al voto per le Elezioni Regionali domenica 17 e lunedì 18 novembre. I seggi saranno aperti la domenica dalle ore 7 alle ore 23 e il lunedì dalle ore 7 alle ore 15. Gli emiliano romagnoli sono chiamati alle urne per il rinnovo del consiglio regionale e per eleggere il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna.

I CANDIDATI ALLA PRESIDENZA

Sono quattro i candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna (nel 2020, ultima tornata elettorale, furono ben sette): Michele De Pascale per il centrosinistra, Elena Ugolini per il centrodestra, Federico Serra per la sinistra, Luca Teodori per una lista indipendente. 

Partito Democratico

Virginia Zilli, Michela Cucchetti, Luca Quintavalla e Lodovico Albasi

Movimento 5 Stelle

Chiara Isola, Silvana Maserati, Giuseppe Ticchi e Giuliano Concu

Emilia-Romagna Futura (comprende i partiti Azione, Repubblicani, Psi e +Europa)

Lucilla Mori, Clarissa Dell’Aquila,  Damiano Iulio e Fabrizio Faimali

Civici con De Pascale

Manola Gruppi, Maria Rattotti, Mirco Marchesini e Emanuele Maffi

Alleanza Verdi Sinistra

Vanda Campregher, Roberta Montanari e Paolo Pantrini

Fratelli d’Italia

Erika Opizzi, Sara Soresi, Giancarlo Tagliaferri e Paolo Negri

Lega

Giada Ferrari, Lorella Cappucciati, Matteo Rancan e Domenico Velotto

Forza Italia

Federica Ferrari, Monica Molinaroli, Filiberto Putzu e Gianluca Argellati

Rete Civica per Ugolini

Simonetta Bottinelli, Elisabetta Buscarini, Luigi Contini e Giovanni Forlini

Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro (Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Partito Comunista Italiano)

Lara Bologna, Michela De Nittis, Giorgio Millul e Fisal Elmoursi Elkotb Dakahliya Elderdah.

Lealtà, Coerenza, Verità

Non sono presenti candidati piacentini per l’assemblea regionale

Si vota tracciando una “X” sulla casella del candidato governatore o sulla lista che lo appoggia. Sarà possibile effettuare un voto per un candidato alla carica di presidente della Giunta regionale e per una delle altre liste a esso non collegate. È prevista una soglia di sbarramento al 3% per le liste non coalizzate e del 5% per quelle invece coalizzate.

Oltre al voto per la presidenza (che è quello decisivo per decidere chi governerà la Regione nei prossimi cinque anni) e alla lista, è possibile anche esprimere due preferenze per i candidati consiglieri. Alle Regionali si possono indicare fino a due voti – un uomo e una donna (è il voto di genere) – della stessa lista. Non è possibile votare due candidati uomini della stessa (o due candidate donna): questo per permettere la parità di genere negli organi rappresentativi.

Non viene ammesso anche il voto a due consiglieri uomo-donna di due liste differenti. Per esprimere la preferenza devo indicare il “nome e cognome” del candidato accanto al simbolo della propria lista. I nomi dei candidati non sono infatti scritti sulla scheda elettorale. È possibile anche esprimere un solo nome.

La legge elettorale dell’Emilia Romagna prevede l’elezione diretta del governatore senza ballottaggio: il candidato presidente che riuscirà a ottenere anche un solo voto in più rispetto ai suoi avversari, sarà il vincitore delle elezioni.

È previsto un premio di maggioranza per garantire la governabilità in Consiglio Regionale: la lista o le liste che appoggiano il candidato più votato avranno 27 seggi sui 50 totali. In generale 40 consiglieri saranno eletti con un metodo proporzionale sulla base di liste circoscrizionali, 9 invece con sistema maggioritario nelle singole circoscrizioni mentre il restante seggio è riservato al candidato vincitore.

Dei 40 seggi eletti con il proporzionale, conosciamo già oggi la provenienza geografica degli eletti. In base alla cittadinanza, Bologna ha diritto a 9 consiglieri, Modena a 6, Reggio Emilia a 5, Parma e Forlì-Cesena a 4, Ferrara, Ravenna, Rimini e Piacenza 3.

Quindi Piacenza ha diritto sicuramente a tre seggi. Nelle ultime consultazioni è scattato anche un quarto seggio per il nostro territorio, uno dei nove garantiti dal sistema maggioritario.

Il centrosinistra si confermò alla guida della Regione con Stefano Bonaccini, in grado di ottenere un milione e 195mila voti (51%), contro il milione e 14mila del centrodestra e di Lucia Borgonzoni (43%). Il Movimento 5 Stelle, all’epoca in corsa solitaria, con Stefano Benini ottenne 80mila voti (3,4%). Tra i partiti, il Pd ottenne il 34%, la Lega il 31,95%, Fratelli d’Italia l’8% e Forza Italia il 2,5%.

Se l’Emilia-Romagna riconfermava il centrosinistra, la provincia di Piacenza ribadiva il suo collocamento nel centrodestra. La Lega fu il primo partito a livello provinciale con il 44%. Poi, il Partito Democratico al 24%, Fratelli d’Italia al 13%, Er Coraggiosa il 3,9%, Bonaccini presidente 3,6%, Forza Italia al 2,7%, Movimento 5 Stelle 2,5%, Movimento 3v 0,4%, Partito Comunista 0,4%, Potere al Popolo 0,3%, L’Altra Emilia-Romagna 0,26%.

Vennero eletti quattro consiglieri regionali piacentini: i leghisti Matteo Rancan (9272 preferenze) e Valentina Stragliati (3984), la dem Katia Tarasconi (6117) e il meloniano Giancarlo Tagliaferri (3661).

I seggi assegnati alla maggioranza, compreso quello del presidente Bonaccini, furono 29 mentre 21 quelli appannaggio dell’opposizione. Al Pd 22 seggi, di cui 5 a Bologna, 3 rispettivamente a Modena e Reggio Emilia, 2 a Parma, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, 1 a Piacenza. Nel centrosinistra 3 seggi alla lista Bonaccini presidente (uno a Bologna, uno a Modena e il terzo a Reggio Emilia), 2 seggi a Emilia-Romagna Coraggiosa (Bologna e Reggio) e un seggio a Europa Verde (a Bologna). La Lega conquistò 14 seggi, 2 rispettivamente a Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza e uno nelle rimanenti circoscrizioni provinciali (Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Ferrara). Nella coalizione di centrodestra vennero assegnati 3 seggi a Fdi (Bologna, Modena e Piacenza), mentre un seggio, a Bologna, è appannaggio sia di Fi sia della lista Borgonzoni Presidente, che viene assegnato a Lucia Borgonzoni quale candidato presidente secondo classificato.

Ecco di seguito tutte le preferenze. Lega (Matteo Rancan 9.272, Valentina Stragliati 3.984, Stefano Cavalli 3.273 e Lorella Cappucciati 1.290); Fratelli d’Italia (Giancarlo Tagliaferri 3.661, Fabio Callori 1.895, Gloria Zanardi 1.740 e Paola Campopiano 590); Forza Italia (Marcello Minari 306, Maria Rosa Zilli 276, Leonardo Bersani 167 e Simona Traversone 164); Borgonzoni Presidente (Angelo Cardis 190, Marcello Capucciati 115, Simonetta Mastromauro 87 e Noemi Silva 12).

Giovani per l’ambiente (Alessandro Maggi 21, Filippo Eleuteri 7, Catherine Dell’Aversano 7 e Camilla Boselli 6); Movimento 5 Stelle (Giuseppe Rai 231, Matteo Boeri 190, Rosalba Barile 93 e Elena de’ Pantz 62); Partito Democratico (Katia Tarasconi 6.117, Gian Luigi Molinari 5.198, Benedetta Scagnelli 1.799 e Giuseppe Biasini 783); Bonaccini presidente (Roberto Pasquali 887, Caterina Pagani 317, Lucia Torretta 283 e Stefano Perrucci 216); Emilia-Romagna Coraggiosa (Massimo Castelli 2878, Serena Groppelli 625, Benedetta Corso 426 e Franco Pastorelli 241); Più Europa-Psi-Pri (Marco Arcelli Fontana 145, Marta Miglioli 130, Luca Ciardelli 37 e Monica Galaverna 12); Volt (Alessandro Levati 30, Cristina Lattuca 15, Giorgio Ippolito 5 e Arianna Vignetti 2); Europa Verde (Enrico Ottolini 102, Flavia Corradi 42, Mariateresa Portesani 32 e Andrea Pellegrini 21). Movimento 3v-immunizzazioni Vogliamo Verità (Daniele Bricchi 36, Alessandra Bocchi 22, Vito Iannuzzi 4 e Alessandra Panaro 0). L’altra Emilia-Romagna (Maura Cesena 48, Marco Tamborlani 38, Andrea Tagliaferri 32 e Margherita Labbe 16).

Nel giugno del 2022 l’elezione a sindaco di Piacenza di Katia Tarasconi ha riportato a Bologna, in veste di consigliere regionale, il primo dei non eletti del Partito Democratico: Gian Luigi Molinari.

Nel giugno del 2024, l’elezione a sindaco di Vernasca di Gian Luigi Molinari ha permesso l’ingresso di Benedetta Scagnelli per il Partito Democratico. L’elezione a sindaco di Castelsangiovanni di Valentina Stragliati ha riaperto le porte dell’Assemblea regionale a Stefano Cavalli per la Lega.

Sempre nel giugno del 2024 l’elezione a europarlamentare del Pd di Stefano Bonaccini ha anticipato di qualche mese la fine del mandato, prevista nel gennaio 2025. Al suo posto, nel ruolo di presidente facente funzione, la vice Irene Priolo.

Nel 2014 Stefano Bonaccini venne eletto con il 49% dei voti (615mila preferenze) ottenendo 32 seggi su 50. Andò a votare soltanto il 37% degli aventi diritto, dato che fece molto scalpore: oltre il 30 % in meno di affluenza rispetto alle precedenti Regionali del 2010. Il candidato del centrodestra Alan Fabbri (Lega) ottenne il 29% (374mila voti), conquistando 12 seggi. Il Movimento 5 Stelle con Giulia Gibertoni prese il 13% (5 seggi). Degli altri candidati alla presidenza, soltanto Maria Cristina Quintavalla (L’Altra Emilia-Romagna), con il 4%, ottenne un seggio in Assemblea.

Come andò nel Piacentino? Piacenza vide l’elezione nella maggioranza di Paola Gazzolo e Gian Luigi Molinari (Pd), che ottennero 6003 e 5820 preferenze. All’opposizione, il leghista Matteo Rancan (4515 voti) e Tommaso Foti per Fratelli d’Italia (2222). Gazzolo venne chiamata da Bonaccini in Giunta (a ricoprire l’incarico di assessore all’ambiente e alla protezione civile), lasciando così il posto in Assemblea per la collega di partito Katia Tarasconi. In seguito il ritorno di Foti alla Camera dei Deputati (2018) ha portato all’elezione al suo posto di Giancarlo Tagliaferri (sempre FdI). L’elezione di Alan Fabbri a sindaco di Ferrara ha permesso l’ingresso, a mandato in corso, anche di un altro piacentino: Fabio Callori, candidatosi nel 2014 per Forza Italia, nel frattempo però passato a Fratelli d’Italia.


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www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-10-24 06:00:00 da


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