ERCHIE – La dottoressa Vincenza Marra ha gettato la spugna. La professionista, aggredita nello scorso mese di settembre mentre prestava il servizio di medico di Medicina generale a Erchie, dallo scorso 14 dicembre non è più un medico in forza all’Asl di Brindisi.
La direzione generale, con apposita delibera del 23 dicembre, ha preso atto delle dimissioni e provveduto alla cessazione del rapporto di lavoro.
Una sconfitta per tutti, considerando che, specie nelle piccole realtà, i servizi sanitari sono garantiti proprio grazie alla dedizione di professionisti seri e preparati.
Troppo forte lo choc per quella aggressione verbale e per le minacce subite quel giorno da parte di un paziente andato in escandescenze perché pretendeva la prescrizione di alcuni farmaci nonostante la dottoressa Marra gli avesse spiegato che non avrebbe potuto emettere una ricetta senza conoscere preventivamente le patologie.
Entrata in servizio ufficialmente il 13 agosto con l’incarico provvisorio di assistenza primaria nel comune di Erchie (ricadente nel distretto sociosanitario 4 di Mesagne – Francavilla) per la durata di un anno, dopo pochi mesi ha deciso di mollare. E ciò, nonostante tutti i suoi assistiti, i dirigenti dell’Asl e gli stessi colleghi abbiano cercato di farla desistere.
Ha rinunciato alla possibilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato, segno che le ferite morali non si sono rimarginate.
La dottoressa Marra proveniva dal servizio di emergenza-urgenza 118, altro settore «caldo» sotto il profilo della sicurezza e l’incolumità degli addetti ai lavori.
L’Asl di Brindisi ha naturalmente compiuto tutti gli accertamenti interni, ma la scelta della dottoressa è stata irrevocabile.
La burocrazia fa il suo corso, e già da una decina di giorni la continuità assistenziale è stata garantita con l’apertura degli ambulatori ai due medici di Medicina generale assegnati al Comune di Erchie.
Tuttavia, l’intera comunità ercolana, già dopo l’incresciosa aggressione, prese posizione schierandosi con la professionista. Nel piccolo centro crocevia tra tre province, a fronte di poco più di 8.800 residenti, c’erano appena tre medici di famiglia rispetto agli otto di pochissimi anni fa. La Federazione italiana medici di medicina generale stigmatizzò la situazione vissuta a Erchie, che si ripercuote inevitabilmente sulla sicurezza degli operatori. Ormai le cronache nazionali sono piene di atti ai danni dei medici frutto di maleducazione, arroganza, frustrazione e in molti casi sfiducia verso l’organizzazione sanitaria. E sempre più medici decidono di stare alla larga dal servizio pubblico onde evitare di rischiare la propria pelle.
www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-12-28 12:19:29 da
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