GROSSETO. Erano stati prosciolti in primo grado dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Firenze, ma contro quella decisione aveva fatto opposizione la procura.
La Corte d’appello ha confermato la sentenza: in 60 tra poliziotti e professori, erano finiti a processo per il caso delle presunte lauree facili all’università privata Link Campus.
Anni di indagini, migliaia di pagine di atti e 71 avvisi di garanzia, due emessi nei confronti di due poliziotti grossetani, Matteo Carboni, 46 anni e Luca Tambone, 48 anni. Per loro, già nel 2022 all’indagine preliminare era stato deciso il proscioglimento, insieme ad altri 51 indagati.
Sette erano state le assoluzioni e 9 i rinvii a giudizio.
I due poliziotti grossetani quindi, erano stati considerati estranei ai fatti: entrambi erano accusati di falso.
Presunti “esami facili” alla facoltà di Scienze politiche e relazioni internazionali all’ateneo privato Link Campus University di Roma, ente che era presieduto dall’ex ministro Vincenzo Scotti, finito anche lui nella bufera giudiziaria che aveva visto coinvolti 71 indagati per i reati di falsità materiale e ideologica riguardo numerosi episodi di verbali di esame alterati e di associazione a delinquere.
Tra gli indagati c’era lo stesso presidente della scuola, che rilasciava lauree riconosciute dallo Stato, ma anche vertici amministrativi dell’ente, docenti, ricercatori, dipendenti e molti studenti.
Secondo l’accusa, gli studenti non frequentavano le lezioni, gli esami venivano organizzati anche fuori dalla sede dell’Università e, in alcuni casi, i poliziotti-studenti avevano ottenuto le risposte prima dei test oltre ad aver accesso a Internet durante le prove.
Ricostruzione, questa, che non aveva convinto la gup e che non ha convinto nemmeno i giudici della Corte d’appello, che ha ribadito la sentenza. La procura – il fascicolo è stato aperto dalla pm Christine Von Borries – dovrà decidere se presentare o meno appello in Cassazione.
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