Sopralluogo e «verifiche elettromeccaniche per accertare se ci siano stati eventuali corto circuiti, ovvero combustioni» o «anomalie e alterazioni» e stabilire «se il corretto funzionamento dell’ascensore avrebbe evitato la morte» di Clelia Ditano, la 25enne di Fasano, precipitata nel vano dell’impianto, dal quarto piano, la notte del primo luglio scorso.
Ieri mattina sono iniziate le operazioni peritali sull’ascensore della palazzina in via Piave 160, sequestrato dai carabinieri la mattina successiva alla scoperta della tragedia, su disposizione della Procura. Il consulente nominato dalla pm Livia Orlando, l’ingegnere Massimiliano Bursomanno, ha iniziato una serie di verifiche, alla presenta dei periti degli indagati, fondamentali nell’inchiesta aperta per omicidio colposo con l’obiettivo di stabilire se ci siano state responsabilità nella morte. E se quel decesso poteva e doveva essere evitato.
Quattro gli indagati: l’amministratore del condominio e il responsabile tecnico dell’impresa di manutenzioni, per i quali…
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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-08-02 20:07:53 da
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