FDI: SUMMIT DECISIVO CON I BIG DOMANI ALL’AQUILA, SUL TAVOLO CANDIDATURE E SCONTRO CAPOLUOGO | Ultime notizie di cronaca Abruzzo

FDI: SUMMIT DECISIVO CON I BIG DOMANI ALL’AQUILA, SUL TAVOLO CANDIDATURE E SCONTRO CAPOLUOGO | Ultime notizie di cronaca Abruzzo


L’AQUILA – Si svolgerà domani pomeriggio a L’Aquila, in un luogo segreto, e non più oggi, come era trapelato, la riunione di Fratelli d’Italia considerata decisiva per stabilire le candidature alle elezioni regionali del 10 settembre, con in cima alla lista, ovviamente, il nodo l’Aquila dove il partito è piombato nella bufera e nel conflitto intestino, e con la base e il consiliare oramai stanchi dell’andazzo. Si parlerà anche degli imminenti congressi cittadini e provinciali, di cui ancora non è stata comunque fissata una data.

A sottolineare l’importanza dell’incontro, la presenza di tutti i big: il presidente della Regione, Marco Marsilio, ricandidato presidente per il centrodestra, il segretario regionale, il senatore Etel Sigismondi, i due vice segretari, il senatore aquilano Guido Liris, e il deputato pescarese  Guerino Testa, il sindaco del capoluogo, e commissario provinciale dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e i segretari provinciali delle altre tre province, Stefano Cardelli, Pescara, Marilena Rossi, Teramo e Antonio Tavani, Chieti.

Attorno allo stesso tavolo si troveranno dunque anche Biondi e Liris, che oramai si stanno misurando in uno scontro durissimo per il controllo del partito, e per le candidature alle regionali, creando non poca irritazione sia nella base e nel gruppo consiliare a L’aquila, che ha intimato una pacificazione e un accordo immediato su chi mettere in lista, sia anche ai nei vertici del partito regionale e anche nazionale, visto che questi scossoni possono creare problemi non da poco in vista della competizione elettorale, per di più con epicentro in una città, L’Aquila considerata rocccaforte del partito di Giorgia Meloni, E da dove è cominciata, nel 2017, con la conquista del primo capoluogo da parte di Biondi, la cavalcata che ha portato Fdi dal 6% al 28% in pochi anni.

Come già riferito da Abruzzoweb, dopo un estenuante braccio di ferro, saranno candidati, salvo clamorose sorprese, sia Alessandro Piccinini, presidente della Gran Sasso Acqua, la società pubblica del ciclo idrico integrato ed ex assessore, sostenuto da Biondi. Sia Paolo Federico, sindaco di Navelli, presidente del Gruppo di Azione locale (Gal) Gran Sasso-Velino e commissario della Comunità montana Montagna di L’Aquila, che invece è sostenuto da Liris.

A questo proposito, Piccinini, come riferito dal quotidiano on line Il capoluogo, avrebbe anticipato ai componenti del cda la sua volontà di dimettersi dalla presidenza della Gran Sasso acqua, per adeguarsi alla legge sull’incompatibilità, e il convegno di lunedì 6 novembre sullo stato dell’arte della gestione del ciclo idrico, potrebbe essere l’occasione per l’annuncio ufficiale sia del suo addio dalla guida della Gsa, sia della sua candidatura.

Visto che in lista in provincia dell’Aquila, per i candidati uomini ci sono quattro posti, e sono già in corsa nell’area marsicana, inamovibili, l’assessore regionale al Bilancio, Mario Quaglieri, ex sindaco di Trasacco, e Massimo Verrecchia, ex parlamentare, dirigente regionale e capo di gabinetto dello staff del presidente Marsilio, a fare un passo indietro dovrà essere Vincenzo Uzzeo, ex assessore comunale di Castel di Sangro. O meglio, il suo sarà un passo di lato, perché da quanto si apprende, sarà candidato nella lista di Marsilio e con appoggio del presidente della Provincia, sindaco di Castel di Sangro, e vicepresidente nazionale dell’Upi, Angelo Caruso.

I nomi in campo per le tre candidate donne sono al momento come sicure quelle di Antonella Buffone, sindaco di Balsorano, vicina a Liris, e per l’area peligna Alto Sangro, dell’avvocato Anna Berghella, ex presidente della Dmc dell’Appennino Terre d’Amore in Abruzzo, e moglie del consigliere comunale e candidato sindaco della coalizione alle ultime elezioni di Sulmona, Vittorio Masci.

Per il restante posto ci sono Iride Cosimati,  consigliere comunale di Fdi ad Avezzano, new entry nel totonomi, l’avvocato Ersilia Lancia, assessore comunale al Turismo moglie del segretario Sigismondi, sia il consigliere comunale Tiziana Del Beato, che nel 2020 è passata dalla Lega a Fdi. A proporre la candidatura a Cosimati, sarebbe stato lo stesso Biondi, nella veste di commissario provinciale, e se dovesse andare in porto, dovranno fare in passo indietro, si prevede non senza conseguenze, sia Lancia che Del Beato. Se sarà candidata Lancia, il patto sarebbe l’ingresso in giunta di Del Beato.

Al netto delle candidature aquilane, le più problematiche, il discorso riguarderà anche quelle degli altri tre collegi provinciali. E si dovrebbe confermare anche la corsa a Chieti dell’assessore regionale all’Ambiente ed energia, Nicola Campitelli, passato di recente dalla Lega a Fratelli d’Italia. Con buona pace della presa di posizione di Luigi d’Eramo, segretario regionale leghista e sottosegretario all’Agricoltura, che ha “caldamente” invitato gli alleati a non candidare gli assessori “traditori”.

Si parlerà infine dei congressi, e per L’Aquila il diktat è chiaro: niente scontri e cavallerie rusticane, si dovrà decidere un candidato segretario provinciale unitario, condiviso a priori, e poi eletto senza conte interne. come recita il regolamento del partito, in concomitanza con l’elezione  presidente provinciale i partecipanti al congresso voteranno i due terzi  componenti del coordinamento, e un terzo dei componenti sarà nominato dal presidente eletto. Per ciascuna provincia abruzzese sono previsti 19 componenti, di cui dunque 14 eletti dal congresso, e i restanti nominati dal presidente.

Ovviamente Biondi non potrà essere il candidato, per l’incompatibilità con il suo incarico di responsabile nazionale degli enti locali.

La linea del congresso unitario è stata ribadita, per non dire imposta, in una visita in città di metà ottobre dal senatore e dirigente nazionale Giorgio Salvitti, inviato da Roma a provare a spegnere le micce nella polveriera aquilana

Del resto, l’alternativa sarebbe un altro violento scontro tra le due fazioni, che hanno appena misurato i rapporti di forza nella campagna di tesseramento al partito, e a prevalere è stato l’asse tra  Liris e Verrecchia, che hanno fatto sottoscrivere circa 2.600 tessere in provincia, rispetto alle 1,300 “portate” dal sindaco Biondi e dall’assessore Quaglieri, sulle 8mila totali in Abruzzo, di cui dunque quasi la metà provincia dell’Aquila, litigiosa roccaforte dei meloniani.

 

 

 

 

 

 

 

Dopo settimane di scontri intestini, potrebbe essere quello di oggi il giorno decisivo per una tregua armata per sciogliere il nodo delle candidature contese di Fratelli d’Italia nel comprensorio dell’Aquila alle elezioni regionali del 10 marzo.

Secondo quanto si è appreso da esponenti del partito della premier Giorgia Meloni, oggi sarebbe stato convocato un summit alla presenza dei dirigenti provinciali e di quelli regionali.

E la novità è l’ipotesi messa sul tavolo: saranno candidati entrambi i contendenti rimasti in campo nella polveriera che a suon di litigi è diventata Fdi aquilana: il presidente della Gran Sasso Acqua, Alessandro Piccinini, e il sindaco di Navelli, Paolo Federico. A dover rappresentare all’Emiciclo, un territorio considerato a roccaforte della crescita esponenziale di quello che è il primo partito italiano, e dove nel 2017 è stato eletto Pierluigi Biondi primo sindaco di un capoluogo di regione.

La convocazione del summit trapela, mentre rimangono con le bocche cucite i big del partito, che non rispondono alle telefonate di questo giornale, non ritenendo di dover spiegare a cittadini e simpatizzanti quello che hanno intenzione di fare, e dare spiegazioni sul clima di contrapposizione, incertezza e tensione che regna nel partito aquilano a poco più quattro mesi dalle elezioni, in cui Fdi è ai nastri di partenza come primo partito della coalizione e quindi forza trainante per una eventuale storica conferma del centrodestra.

Una contrapposizione che ha due protagonisti assoluti, rivali oramai dichiarati e i cui rapporti sono in uno stato di non ritorno: il sindaco Pierluigi Biondi, responsabile nazionale enti locali e uomo vicino alla premier Meloni, deputato nel collegio L’Aquila-Teramo, e il senatore e vice coordinatore regionale, Guido Liris, capogruppo di Fdi in commissione Bilancio.  Tra i due il senatore e segretario regionale, Etel Sigismondi, a cui la situazione è da tempo palesemente sfuggita di mano, tanto che per risolvere la questione aquilana, ha chiesto aiuto al presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, che venerdì scorso ha partecipato alla lunga riunione di Goriano Sicoli, finita con una fumata nera.

A farsi sentire, pur non pubblicamente, sono stati invece i consiglieri comunali: secondo quanto emerso, con un tono e un atteggiamento “costruttivo e sereno”, ma “perentorio”, hanno sollecitato i big a risolvere il problema, ad uscire dal logorante muro contro muro che ha trasformato il partito in una polveriera, e di farlo subito, anche in vista dei prossimi congressi cittadini e provinciali, dicendosi pronti a lavorare pancia a terra per la campagna elettorale in presenza di qualsiasi scelta, purché si metta un punto.

Del resto a L’Aquila incombe anche la crisi in maggioranza, con Forza Italia, che rivendica un assessorato e un cambio di passo nell’azione di governo, e con il sindaco Biondi, che si è rifiutato di incontrare il delegato dal partito regionale dei azzurri, Giorgio De Matteis, vice coordinatore provinciale, con Liris  incaricato da Fdi a trattare al posto di Biondi.

Lunedì in conferenza stampa, per dare l’idea del clima che si respira, De Matteis è arrivato a definire Biondi il “podestà di Villa Sant’Angelo”, con riferimento al comune dove Biondi è stato sindaco, prima di conquistare L’Aquila. E a giorni Fi potrebbe decidere di uscire dalla maggioranza.

Tornando al confronto di oggi, sul tavolo le carte potrebbero essere rimescolate: da quanto si apprende, la soluzione trovata sarebbe quella di tagliare la testa al toro, e candidare, nella lista di Fdi, sia l’ex assessore comunale e avvocato, Piccinini, presidente della Gran Sasso Acqua, la società pubblica del ciclo idrico integrato, sia Federico, sindaco di Navelli, presidente del Gruppo di Azione locale (Gal) Gran Sasso-Velino e commissario della Comunità montana Montagna di L’Aquila.

 

Va tenuto conto che con Fdi al 28%, e in caso di vittoria, il collegio provinciale aquilano potrà ottenere tutt’al più 3 dei 9-10 seggi pronosticati in regione: ma questo nelle più rosee delle previsioni, ovvero se Fdi confermerà la grande performance delle elezioni politiche del settembre 2022. Se ciò non sarà, per Fdi, sempre che il centrodestra vinca, in provincia dell’Aquila i seggi che scatteranno saranno al massimo due.

Completata la squadra dei quattro candidati maschi, restano le tre donne, in base alla norma delle “quote rosa”.

E il gruppo consiliare aquilano, a questo proposito, ha invitato i big del partito a considerare le candidature femminili non come una questione secondaria, un ammennicolo, ma di dare ad esse la centralità e la forza che meritano.

E a questo proposito è spuntato il nome di Cosimati, a completare la squadra, con la conferma delle candidature di Antonella Buffone, sindaco di Balsorano, vicina a Liris, e per l’area peligna Alto Sangro, dell’avvocato Anna Berghella, ex presidente della Dmc dell’Appennino Terre d’Amore in Abruzzo, e moglie del consigliere comunale e candidato sindaco della coalizione alle ultime elezioni di Sulmona, Vittorio Masci.

Questo significa però che dovranno fare un passo indietro, a L’Aquila, sia l’avvocato Ersilia Lancia, assessore comunale al Turismo moglie del segretario Sigismondi, sia il consigliere comunale Tiziana Del Beato, che nel 2020 è passata dalla Lega a Fdi.

Se però Lancia dovesse trovare un posto in lista, la contropartita per Del Beato sarebbe l’ingresso in giunta al posto di Lancia.

Cosimati, già presidente del consiglio comunale con il sindaco Gabriele De Angelis, va poi ricordato, è stata rieletta, unica di Fdi, nel 2020. Vicina a Liris, è stata nominata dal sindaco civico e di centrosinistra, Gianni Di Pangrazio, presidente della Commissione di Vigilanza, si è sospettato, con la regia “esterna” di Liris, al posto di Tiziano Genovesi, il candidato sindaco della Lega, passato recentemente a Forza Italia, che ovviamente non la ha presa bene: secondo voci bene informate ha ambito anche a tornare a sedere sulla poltrona della presidenza del consiglio e di assessore, ma non è riuscita nell”intento.

E’ poi entrata in conflitto con il coordinatore cittadino, Roberto Alfatti Appetiti, minacciando di lasciare Fdi. Tornata nei ranghi, ora è data come vicina a Mario Quaglieri, e a Biondi.

 

Una spaccatura profonda a cui  l’incontro di oggi non potrà certo porre rimedio definitivo.

RIPRODUZIONE RISERVATA