Film Commission, la Cgil attacca: «Disparità tra il personale, intervenga il Prefetto»



BARI – Monta la protesta tra i dipendenti della Fondazione Apulia Film Commission. Le lavoratrici e i lavoratori della Fondazione, riuniti in assemblea, hanno chiesto a gran voce alla FP CGIL di proclamare lo stato di agitazione. Lanciando una piattaforma rivendicativa chiedono un confronto, interessando anche la Prefettura di Bari, al fine di ripristinare un ambiente di lavoro che garantisca parità di trattamento che preveda un modello organizzativo più aderente alle attività di lavoro svolte dal personale dipendente.

«Il clima che si vive all’interno della Fondazione non è dei migliori – dichiara Luigi Lonigro, Segretario Generale della FP CGIL Puglia – Infatti, nel corso delle diverse assemblee che abbiamo svolto negli ultimi tempi in Apulia Film Commission sono emerse molte criticità che riportate da noi sui tavoli di confronto con la Direzione della Fondazione hanno ottenuto risposte inconcludenti ed evasive. In pratica, si è diluito all’infinito il tempo, evitando di affrontare le problematiche evidenziate dalle lavoratrici e dai lavoratori. Il malcontento tra i lavoratori è il risultato – continua Lonigro – di una applicazione a livello aziendale del CCNL che non ha saputo rispondere alle legittime aspettative del personale. Con l’introduzione del nuovo sistema di classificazione previsto dal CCNL ci si aspettava una riclassificazione del personale più equa, più aderente alle attività di lavoro realmente svolte, vale a dire che i lavoratori pensavano di poter essere inquadrati in fasce e livelli maggiormente corrispondenti ai compiti e alle mansioni realmente effettuate, raggiungendo un riequilibrio nei trattamenti economici che oggi, invece, registrano differenze piuttosto significative.

Altra questione importante, sempre collegata alle disparità di trattamento presenti in Fondazione, riguarda il modello organizzativo, che è pur vero che rientri nelle competenze della parte datoriale stabilire quale modello organizzativo adottare, ma certamente non può essere distante da quelle che sono le attività svolte. Infatti, nel processo di evoluzione della Fondazione, dalla sua istituzione ad oggi, si osserva un deciso accentramento delle funzioni, qualora si esaminino gli atti adottati, ma nella pratica non è esattamente così: da qui il malcontento manifestato dalle lavoratrici e dai lavoratori. Per questi motivi, vista la riluttanza a mettere fine a queste incongruenze da parte della Fondazione, come FP CGIL abbiamo avanzato una proposta di modello organizzativo per avviare un tavolo di confronto che potesse realizzare una organizzazione del lavoro più aderente alla realtà e che possa efficacemente rispondere alla mission della Fondazione. Modello organizzativo che è stato anche condiviso dai lavoratori.

Son diverse le criticità che sono state evidenziate nel corso delle assemblee – conclude Lonigro – su cui vogliamo discutere con il CdA e con la Direzione. Ora attendiamo una convocazione, in mancanza della quale attiveremo tutte le iniziative, sia di carattere sindacale che legale, a sostegno della vertenza a tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori».


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-13 10:49:35 da Redazione online


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