Flavio Tosi (Lega Nord)


Flavio Tosi, politico italiano di Verona, con una lunga carriera nella Lega Nord. Ecco un riassunto dei punti salienti della sua carriera:

  • Nascita e studi: Flavio Tosi è nato a Verona il 18 giugno 1969 e ha studiato al Liceo Ginnasio Statale Scipione Maffei. Prima di entrare in politica, ha lavorato come tecnico informatico.
  • Inizio carriera politica: Nel 1994, a soli 25 anni, viene eletto consigliere comunale di Verona con la Lega Nord, dove ha ricoperto il ruolo di capogruppo. Nel 1997 diventa segretario provinciale della Lega Nord-Liga Veneta, carica che manterrà fino al 2003.
  • Consiglio regionale del Veneto: Viene eletto nel 2000 al consiglio regionale del Veneto nella circoscrizione di Verona. Nel 2005 è rieletto, ottenendo un record di preferenze.
  • Candidatura alla Provincia di Verona: Nel 2004 si candida a presidente della Provincia di Verona ma non accede al ballottaggio, pur venendo eletto consigliere provinciale.
  • Assessore alla Sanità in Veneto: Dal 2005 al 2007 ricopre il ruolo di assessore regionale alla sanità nella giunta di Giancarlo Galan, fino a dimettersi per candidarsi a sindaco di Verona.
  • Sindaco di Verona: Nel 2007 viene eletto sindaco di Verona al primo turno con il 60,75% dei voti, battendo il sindaco uscente Paolo Zanotto. La sua campagna elettorale si è concentrata su tematiche di sicurezza, povertà e degrado urbano.
  • Lega Nord e candidatura mancata alla Regione Veneto: Nel 2008, diventa presidente della Liga Veneta, e il leader della Lega, Umberto Bossi, suggerisce la sua candidatura alla presidenza della Regione Veneto. Tuttavia, sarà Luca Zaia a candidarsi e vincere le elezioni regionali del 2010.

Durante il suo primo mandato come sindaco di Verona, Flavio Tosi ha adottato decisioni che hanno attirato molta attenzione mediatica. Uno dei suoi primi atti simbolici fu la rimozione del ritratto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dal suo ufficio, sostituendolo con quello di Sandro Pertini. Sebbene la scelta sollevò critiche, l’affissione del ritratto del Presidente è una consuetudine, non un obbligo legale, e Tosi ripristinò il ritratto di Napolitano nel 2010, prima della sua visita a Verona.

Sul fronte della politica locale, Tosi collaborò con sindaci di diverso orientamento politico su questioni di sicurezza e ordine pubblico, affermando che queste problematiche andavano affrontate con buon senso, indipendentemente dall’appartenenza politica. Nel 2010, revocò la carica di assessore a Mario Rossi dell’UdC per critiche sul ruolo e lo stipendio del suo portavoce, Roberto Bolis, che riceveva uno stipendio annuo di 170.000 euro, fatto che sollevò polemiche sui costi per i contribuenti.

Tosi ottenne un alto indice di gradimento durante il suo primo mandato, risultando tra i sindaci più apprezzati d’Italia nel 2011, insieme a Matteo Renzi.

Durante il suo secondo mandato, eletto nel 2012 con il 57% dei voti, Tosi fu appoggiato da una coalizione di liste civiche e dalla Lega Nord. Nel 2012, divenne anche segretario della Liga Veneta, battendo Massimo Bitonci con il 57% dei voti, consolidando la sua leadership all’interno del partito.

Nel 2013, in vista delle prime elezioni primarie della Lega Nord, Flavio Tosi si candidò per la segreteria federale del partito. Tuttavia, l’allora segretario uscente Roberto Maroni riuscì a mediare tra Tosi e l’altro favorito, Matteo Salvini, proponendo una soluzione: Salvini sarebbe diventato segretario della Lega, mentre Tosi avrebbe assunto il ruolo di “condottiero nazionale anti-Renzi” e leader in pectore della coalizione di centro-destra. A seguito di questo accordo, Tosi ritirò la sua candidatura e appoggiò Salvini, che vinse con l’81,66% dei voti.

Nel 2013, Tosi lanciò la fondazione “Ricostruiamo il Paese”, con l’obiettivo di organizzare le primarie del centro-destra e sostenere la sua candidatura a leader della coalizione. La fondazione creò una rete di 54 comitati provinciali, chiamati i “Fari”, operando come un movimento politico strutturato, con un’influenza su scala nazionale.

Alle elezioni europee del 2014, Tosi fu candidato per la Lega Nord nella circoscrizione dell’Italia nord-orientale, ottenendo 99.567 preferenze, diventando il politico più votato a Verona e il secondo più votato nella circoscrizione dopo Matteo Salvini. Tuttavia, come annunciato, rinunciò al seggio europeo l’8 luglio 2014, proseguendo la sua attività da sindaco di Verona.

Nel 2015, sorsero tensioni tra Tosi e la dirigenza della Lega in merito alle elezioni regionali del Veneto, a causa di disaccordi sulle alleanze e sulla candidatura di Luca Zaia come presidente uscente. Il conflitto con Matteo Salvini si intensificò su vari temi politici e strategici. A febbraio 2015, Tosi avanzò la possibilità di candidarsi alla presidenza della regione Veneto, scatenando ulteriori frizioni.

Il 2 marzo 2015, Tosi venne commissariato dalla segreteria della Liga Veneta, con la nomina di Gianpaolo Dozzo come commissario ad acta. Nonostante il consiglio federale della Liga Veneta respingesse il commissariamento, Salvini lo mantenne. Quando Salvini intimò a Tosi di abbandonare la sua fondazione “Ricostruiamo il Paese” per rispettare lo statuto leghista, Tosi rifiutò, consolidando la sua rottura con il partito.

Nel marzo 2015, dopo la decisione del consiglio federale della Lega Nord che dichiarò incompatibile il tesseramento alla fondazione “Ricostruiamo il Paese” con l’appartenenza al partito, Flavio Tosi fu espulso dalla Lega il 10 marzo. In risposta, Tosi criticò aspramente Matteo Salvini, accusandolo di manipolare la verità e dichiarando: “Mai avrei pensato di vedere in Lega il peggio della peggior politica”.

Il 14 marzo 2015, Tosi annunciò la sua candidatura indipendente alla presidenza della Regione Veneto per le elezioni del 31 maggio 2015, sostenuto da diverse forze politiche, tra cui Area Popolare, Partito Pensionati e diverse liste civiche. Alla fine, Tosi ottenne l’11,86% dei voti, classificandosi quarto, ma decise di rinunciare al seggio nel consiglio regionale per rimanere sindaco di Verona.

Successivamente, il 21 luglio 2015, Tosi fondò il movimento politico “Fare!”, con il sostegno di diverse figure politiche, tra cui senatori e deputati che lo avevano già appoggiato nelle elezioni regionali.

Nel 2017, Tosi non poté candidarsi nuovamente a sindaco di Verona, avendo completato due mandati consecutivi, ma sostenne la candidatura della sua compagna, la senatrice Patrizia Bisinella, che però fu sconfitta da Federico Sboarina. In seguito, Tosi divenne capogruppo della Lista Tosi in consiglio comunale.

Nel 2018, Tosi si candidò al Senato nelle elezioni politiche del 4 marzo, come parte della lista Noi con l’Italia, ma non fu eletto.

Nel 2020, Tosi si alleò con Forza Italia per le elezioni regionali in Veneto, ottenendo l’elezione di alcuni suoi sostenitori nelle liste di FI. A dicembre dello stesso anno, annunciò la sua intenzione di ricandidarsi come sindaco di Verona per le elezioni del 2022, sostenuto da una vasta coalizione di nove liste civiche e politiche. Tuttavia, Tosi ottenne solo il 23,78% dei voti, non riuscendo ad accedere al ballottaggio.

Il 15 giugno 2022, Tosi aderì ufficialmente a Forza Italia, e pur non ottenendo un apparentamento formale con Sboarina, la sua alleanza non ebbe successo. Infine, il centrosinistra, guidato da Damiano Tommasi, vinse le elezioni comunali.

Alle elezioni politiche del 2022, Tosi fu eletto deputato alla Camera come capolista di Forza Italia nel collegio plurinominale Veneto 2 – 03. Nella XIX legislatura, è stato nominato vicepresidente della 9ª Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni.

Dal 24 marzo 2023, Flavio Tosi è coordinatore di Forza Italia in Veneto. Nel 2024, insieme a diversi ex membri della Lega, ha fondato Forza Nord, un comitato interno a Forza Italia. In vista delle elezioni europee del 2024, Tosi è stato candidato in terza posizione nella circoscrizione nord-orientale, ottenendo oltre 34.000 preferenze, risultando il primo dei non eletti della lista dietro ad Antonio Tajani. Tuttavia, con la rinuncia di quest’ultimo, Tosi ha scelto di occupare il seggio al Parlamento europeo, lasciando il suo posto alla Camera a Paola Boscaini.

Attività da Sindaco di Verona

Appena eletto sindaco, Tosi ha attuato una serie di provvedimenti significativi, tra cui:

  • Chiusura del campo nomadi di Boscomantico e sgombero di una scuola materna occupata abusivamente dal centro sociale La Chimica. Dopo il sgombero, sono iniziati i lavori per la realizzazione di un centro di aggregazione sociale, inaugurato nel maggio 2010.
  • Tagli alle spese inutili, iniziando con la rinuncia all’auto blu.

Tra le ordinanze emesse dalla sua giunta, spicca l’ordinanza anti-prostituzione, che vieta di fermare veicoli per contrattare prestazioni sessuali in tutto il territorio comunale. Per garantire l’igiene pubblica, un’altra ordinanza vieta pratiche come consumare cibo da asporto vicino ai monumenti, gettare rifiuti in strada, e imbrattare edifici. Quest’ultima ordinanza suscitò polemiche quando un bambino di quattro anni venne multato per aver mangiato un panino davanti a Palazzo Barbieri, ma Tosi chiarì che la multa era stata inflitta ai genitori, non al bambino.

Inoltre, Tosi ha vietato la consumazione di bevande alcoliche in alcune aree del centro e nei giardini pubblici.

Nel luglio 2008, la sua giunta ha approvato un progetto di riqualificazione delle ex Cartiere Fedrigoni, prevedendo la demolizione delle strutture abbandonate e la costruzione di un centro commerciale, un parco pubblico e due grattacieli direzionali. I lavori di demolizione sono stati completati nel gennaio 2009, ma i lavori successivi non sono iniziati a causa della mancanza di un progetto per il sistema di viabilità.

Per quanto riguarda il campo nomadi di Boscomantico, Tosi ha criticato la precedente politica di integrazione e ha avviato contatti con l’Istituto Don Calabria e il vescovo di Verona, Monsignor Zenti, per trovare soluzioni alternative per i nomadi.

Un altro episodio controverso durante la sua amministrazione riguarda la nomina di Andrea Miglioranzi e Lucia Cametti come rappresentanti del comune per l’Istituto Veronese per la Resistenza. La nomina di Miglioranzi, associato a gruppi di estrema destra, ha suscitato polemiche, portando alla sua dimissione e alla nomina di Giampaolo Beschin al suo posto. Tosi ha sostenuto che le nomine erano decisioni del consiglio comunale e non sue personali, difendendo la necessità di una visione pluralista della storia.

Vicende Giudiziarie di Flavio Tosi

Violazione della Legge Mancino

Nel 2001, Flavio Tosi fu rinviato a giudizio per violazione della legge Mancino, accusato di aver discriminato individui di etnia Rom e Sinti. La Lega Nord di Verona aveva organizzato una campagna di protesta contro un campo nomadi abusivo, intitolata “Firma anche tu per mandare via gli zingari dalla nostra città”. Gli organizzatori, tra cui Tosi, furono accusati di razzismo.

Nel 2005, il tribunale di primo grado condannò Tosi e gli altri imputati a sei mesi di reclusione e tre anni di interdizione dalle elezioni politiche e amministrative, con sospensione condizionale della pena. La sentenza stabilì che avevano diffuso idee basate sulla superiorità e sull’odio razziale, creando turbolenze nella coesistenza pacifica tra gruppi etnici.

Il 30 gennaio 2007, la Corte d’appello di Venezia ridusse le pene, assolvendo gli imputati dall’accusa di “istigazione alla discriminazione” ma confermando la condanna per propaganda razzista, con una pena ridotta a due mesi di reclusione. Tuttavia, il 13 dicembre 2007, la Corte suprema di cassazione annullò la sentenza d’appello, rinviando il caso a nuovo giudizio.

Il 20 ottobre 2008, la Corte d’appello di Venezia confermò la condanna a due mesi di reclusione, pena sospesa. Tosi annunciò l’intenzione di ricorrere in Cassazione. L’11 luglio 2009, la Cassazione confermò la condanna a due mesi di reclusione, con sospensione della pena, e nel successivo ottobre condannò Tosi a una multa di 4.000 euro e alla sospensione dai pubblici uffici per tre anni.

Condanna per Diffamazione

Il 30 settembre 2019, Tosi fu condannato in primo grado per diffamazione nei confronti del giornalista di Report, Sigfrido Ranucci.

Accusa di Peculato

Nel giugno 2020, Tosi fu accusato di concorso in peculato nell’ambito di un’indagine della DDA di Verona sulla ‘ndrangheta. L’ex presidente della municipalizzata dei rifiuti, Andrea Miglioranzi, era accusato di aver distratto circa 5.000 euro per pagare una fattura di un’agenzia di investigazioni private, in realtà utilizzati per spese personali dell’ex sindaco.

Altre Controversie

Uno degli episodi controversi riguarda il film Francesca di Bobby Paunescu, presentato alla 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, che contiene insulti rivolti a Tosi. In risposta, il sindaco emise un comunicato per sottolineare i buoni rapporti tra l’amministrazione comunale e la comunità romena di Verona, evidenziando la collaborazione per la creazione di un centro culturale romeno in città.

Altre Controversie di Flavio Tosi

Dichiarazioni sul Rapporto con la Comunità Romena

A margine di un comunicato riguardante il film Francesca, Tosi sottolineò il buon rapporto tra l’Amministrazione comunale e la comunità romena di Verona, che conta circa 8.000 persone, quasi il 3% della popolazione. Sottolineò che esiste una collaborazione reciproca e costruttiva, affermando: «Lo sanno benissimo i romeni di Verona, non lo sa il signor Paunescu, vittima anch’esso, forse, dei pregiudizi che il suo film vorrebbe combattere». In seguito, Tosi annunciò una querela nei confronti del regista.

La “Promozione della Moglie”

Nel 2007, dopo l’elezione di Tosi a sindaco di Verona, sua moglie, Stefania Villanova, fu promossa da semplice impiegata a capo della segreteria dell’assessore alla Sanità della Regione Veneto, passando da uno stipendio di 25.000 euro a uno di 70.000 euro. Questa promozione fu criticata, soprattutto per la mancanza di titoli richiesti per quel ruolo. Il consigliere regionale del PD, Franco Bonfante, accusò Tosi di nepotismo, sostenendo che la promozione fosse frutto di uno scambio di favori politici. La controversia si risolse con la vittoria in tribunale del consigliere regionale.

Tosi replicò dicendo che Villanova lavorava in Regione da anni, prima della sua elezione a consigliere regionale, e che occupava già un posto di rilievo nell’assessorato.

Divergenze con Umberto Bossi

Intorno al 2011, Tosi iniziò a prendere una posizione politica differente da quella del leader della Lega Nord, Umberto Bossi. Tosi si distinse per la sua volontà di presentare una lista autonoma alle elezioni comunali del 2012, lamentando che il partito dovesse evitare una visione “milanocentrica” e rivendicando il ruolo della Liga Veneta. Nel febbraio 2012, Tosi fu allontanato dal Parlamento Padano, con ufficialmente motivato da assenze, ma si sospettò che fosse legato alle tensioni con Bossi.

Affermazioni sui Gay

Nel settembre 2013, durante un’intervista su Radio 24, Tosi dichiarò che considerare gli omosessuali malati fosse un’opinione legittima e che non fosse reato, menzionando che l’OMS aveva catalogato l’omosessualità come malattia in passato. Criticò anche il Gay Pride, definendolo una “carnevalata”.

Nonostante ciò, il 4 febbraio 2015, Tosi aprì ai registri per le coppie di fatto a Verona, rilasciando attestati per famiglie anagrafiche unite da vincolo affettivo. Questa decisione fu criticata da Matteo Salvini, leader del suo partito, e accolta con cautela dalle associazioni gay.

Divergenze con Matteo Salvini

La visione politica di Tosi si discostava significativamente da quella di Matteo Salvini, con Tosi che si dichiarava favorevole a un’alleanza con i moderati e a una Lega non lepenista. Il 2 marzo 2015, Salvini pose un ultimatum a Tosi: scegliere tra la propria fondazione e la Lega. Il 4 marzo 2015, tre consiglieri regionali vicini a Tosi formarono un nuovo gruppo nel consiglio regionale veneto, segnando una rottura con la Lega. Il 10 marzo 2015, Tosi fu espulso dalla Lega Nord.

Il 13 marzo, tre assessori della giunta Zaia annunciarono l’uscita dalla Lega Nord, costituendo un nuovo gruppo in consiglio regionale a supporto di Tosi, segnando così un ulteriore scossone politico.

Dichiarazioni Recenti

Il 7 marzo 2023, durante il programma “Un giorno da pecora”, Tosi rivelò che Bossi gli disse di essere “uno stronzo” per aver portato i fascisti nella Lega. Riconobbe le sue colpe e affermò: «Mi sento un po’ stronzo e un po’ fascista». Inoltre, sostenne che il presidente ucraino Zelens’kyj avesse causato la guerra in Ucraina.


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