Foggia, aggredirono straniero in piazza Mercato: chiesti fino a 14 anni per tre giovani foggiani



FOGGIA – Il pm ha chiesto 3 condanne a complessivi 34 anni per i ventenni Antonio Raffaele Palladino, Luigi Cognetti e Matteo Gesualdo accusati di rapina e tentato omicidio per il brutale pestaggio di un nordafricano avvenuto davanti a un bar di piazza Mercato la sera del 24 giugno 2023. Noureddine Ennil, 39 anni, consumava una bevanda quando fu vittima di un’aggressione gratuita ad opera di 5 giovanissimi, stando alla ricostruzione di pm e Polizia. Fu pestato selvaggiamente con calci e pugni, colpito anche quand’era esanime a terra, rapinato della collanina d’argento; un aggressore gli sputò, un altro gli spense la sigaretta addosso, il tutto filmato con un videotelefonino. Vista la scelta difensiva di giudizio abbreviato che comporta la riduzione di un terzo della pena, il pm Roberto Galli ha chiesto 14 anni di reclusione per Palladino (gli viene contestata la recidiva); e 10 anni a testa per Cognetti e Gesualdo. Gli avv. Vincenzo Paglia, Michela Scopece e Raul Pellegrini sollecitano l’assoluzione dalla rapina perché mancherebbe la prova che alla vittima fu sottratto il monile; e la condanna al minimo della pena con derubricazione del reato di tentato omicidio in lesioni personali, sostenendo che il nordafricano non fu mai in pericolo di vita. Il gup Michela Valente emetterà la sentenza nei prossimi giorni.

I tre foggiani ieri presenti in udienza, finirono in cella il 27 luglio 2023 quando la Polizia eseguì le ordinanze cautelari; furono arrestati anche 2 minori, condannati recentemente in appello a 8 anni rispetto ai 10 anni del verdetto di primo grado. Negli interrogatori di garanzia davanti al gip all’indomani del blitz, Palladino s’avvalse della facoltà di non rispondere alle domande; Cognetti disse d’aver avuto un ruolo marginale, intervenendo solo nella prima fase dell’aggressione per difendere un amico minorenne; Gesualdo affermò d’aver difeso l’amico minorenne perché aggredito e d’essersi poi defilato. Nel novembre 2023 i 3 maggiorenni ottennero i domiciliari, poi revocati a Palladino per aver violato gli obblighi imposti. Il pm contesta ai 3 imputati il tentato omicidio aggravato dall’aver agito in 5 persone; dalla crudeltà e dai motivi abietti “rappresentati dalla sola volontà di prevaricazione della persona offesa e affermazione della loro fama criminale, nonché adoperando sevizie quali sputare contro la vittima e spegnerle sul costato una sigaretta quanto giaceva inerme a terra”; e la rapina per aver sottratto una collana d’argento e il cappellino di Ennil.

L’accusa poggia sui filmati registrati dalle telecamere della zona Movida, racchiusi in 69 frame. L’entità delle eventuali condanne ruota sulla qualificazione giuridica del reato. Per il pm fu tentato omicidio perché Ennil riportò frattura della mandibola e lesioni al capo con emorragia subaracnoidea, venendo ricoverato in codice rosso agli ospedali riuniti, trasferito a “Casa sollievo della sofferenza” di San Giovanni Rotondo, operato, giudicato guaribile in 45 giorni. Agli atti anche le testimonianze di 2 medici di ospedali riuniti e “Casa sollievo”: alla domanda se il paziente avesse corso pericolo di vita, risposero: “obiettivamente si”; “si, poichè è giunto in prognosi riservata con focolai lacero contusivi multipli encefalici”.

Che gli imputati rischiarono di uccidere Ennil fermandosi solo per l’intervento di alcuni passanti e l’arrivo di una volante, l’accusa lo desume oltre che dei referti medici anche dalle “zone attinte dai colpi assestati (capo, nuca, torace, costato, anca, volto) poste a protezione di organi vitali; dall’elevatissimo numero di pugni e calci; dalla straordinaria, impressionante intensità e ripetitività dei colpi ricevuti dalla vittima”. La difesa replica che Ennil non corse mai pericolo di vita, come dimostra la prognosi di 45 giorni.


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-08 11:30:08 da


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