Foggia. «Così alla fine mi sono ribellato alle richieste di pizzo da parte dei clan»



L’incubo cominciò il 26 agosto 2012 quando Alessandro Zito titolare dell’”Az ceramiche” che forniva materiale edile, trovò nella cassetta della posta una busta con 2 proiettili. A quel primo avvertimento ne sarebbero seguiti altri: lettere di minacce sul parabrezza dell’auto; approcci diretti da parte di sconosciuti per farsi proteggere; sino all’incendio del 3 agosto 2014 nel piazzale della ditta, che lo convinse a chiudere l’attività su Foggia. Zito non denunciò subito la prima intimidazione della mafia del pizzo (lo fece dopo l’incendio del 3 agosto 2014), ma si consigliò con 4 imprenditori per sapere come comportarsi. “La mia sorpresa fu che tutti mi consigliarono di trovare una soluzione e degli accordi con queste persone che non conoscevo, né sapevo a chi rivolgermi: ma sembrava una cosa normale, che si faceva così. Tre di loro mi fecero il nome di…” (estraneo al processo) “che io conoscevo di vista: mi dissero che era la persona che faceva in qualche modo da collegamento tra la mafia e l’imprenditoria. Chiaramente non ascoltai il consiglio di quegli amici imprenditori, né contattai la persona indicatami. Non ho mai saputo chi mi abbia mandato i proiettili e chi ci fosse dietro gli avvertimenti”.

La testimonianza di Alessandro Zito, attualmente uno dei simboli della ribellione al racket tanto da presiedere l’associazione antiracket costituita in città a gennaio 2022, ha contrassegnato l’ultima udienza del processo in Tribunale a Foggia a 4 imputati accusati di estorsione e tentata estorsione aggravata dalla mafiosità per fatti datati 2012/2014, ma che non hanno nulla a che vedere con gli avvertimenti subiti da Zito in quel periodo. Giuseppe Francavilla, ’78, ex boss dell’omonimo clan federato con i Sinesi, pentitosi lo scorso 31 gennaio, risponde di tentata estorsione perché avrebbe cercato di imporre a Zito di consegnargli materiale edile del valore di 12mila euro dopo aver versato un acconto di mille euro: Francavilla difeso dall’avv. Rosa Pandalone ha assistito all’udienza in videoconferenza da un luogo segreto e respinge le accuse. Vincenzo Aprile, 61 anni e i figli Valentino e Aprile di 34 e 39 anni sono accusati di estorsione perché avrebbero costretto l’imprenditore a pagare somme dai 200 ai 300 euro per un totale di mille euro, sotto forma di sponsorizzazione di una squadra di calcetto, e l’avrebbero fatto – contesta il pm della Dda Federico Perrone Capano – “rimarcando la propria vicinanza al clan Sinesi/Francavilla per essere Valentino Aprile fidanzato con la figlia di Emiliano Francavilla” (estranei all’inchiesta). I 3 imputati difesi dagli avv. Ettore Censano e Gino Sauro respingono le accuse. Zito si è costituito parte civile con l’avv. Fabio Verile; lo stesso ha fatto l’associazione antiracket “Fratelli Luciani” con l’avv. Andrea Petito.

Fu in quel clima di tensione e paura tanto che gli fu diagnosticato uno stress cronico, che Zito ricevette come cliente Giuseppe Francavilla a inizio 2014. “Me lo mandò un mio conoscente, inizialmente non sapevo chi fosse. Quando seppi che si trattava di Giuseppe Francavilla sbiancai e dissi al conoscente: ‘ma perché me l’hai mandato?’. Francavilla venne a ordinare parquet e altro materiale, pagò un acconto di mille euro a un dipendente, fornitura poi mai effettuata. Io Francavilla lo incontrai solo una volta a marzo 2014 nel negozio: chiese di parlarmi, e non parlammo della commessa. Mi chiese chi mi proteggeva; gli dissi di lasciarmi perdere; che per me era un momento un po’ delicato dell’attività; che avevo parecchi crediti incagliati con molti costruttori della città. Rispose che se gli avessi dato la lista di quei crediti, in un mese li avrei recuperati. Quella lista non gliel’ho mai data. Non ho mai ricevuto minacce da Francavilla” ha poi risposto Zito alla domanda del difensore dell’ex boss.

Come Zito ha detto di non aver ricevuto minacce dagli Aprile. “Ho consegnato loro denaro per delle sponsorizzazioni a titolo amicale. Sia Valentino sia Alessandro acquistarono materiale per i loro appartamenti; passavano spesso nel negozio; c’era un rapporto – lasciatemi passare il termine – che era diventato amicale; soprattutto Alessandro Aprile veniva spesso da noi in attività. Nel 2012 quando ricevetti i proiettili, Alessandro Aprile si presentava spesso, ebbe una sensibilità a chiedermi se c’era qualcosa che non andava. Minacce non le ho avute da nessuno dei tre Aprile. Valentino Aprile venne a acquistare materiale e si presentò con la fidanzata che poi seppi essere la figlia di Emiliano Francavilla” (al vertice dell’omonimo clan, cugino di Giuseppe); “in questa città la famiglia Francavilla è una batteria pesante, mafiosa”. Il pm Capano ha contestato a Zito che durante le indagini preliminari nell’ottobre 2014 dichiarò che versava i soldi chiesti a titolo di sponsorizzazione “perché temevo ritorsioni per l’appartenenza ai Francavilla”. “Sì, è vero, avevo questo timore” ha confermato Zito, aggiungendo che in una circostanza “Valentino Aprile mi disse che l’allora suocero Emiliano Francavilla, non so se lo è tuttora, stava per uscire dal carcere; e quindi se poi potevamo incontrarci per non so fare che cosa: quella è una cosa che mi ha intimidito. Io lo percepivo come timore perché mi si veniva nel locale, e uscivano questi discorsi a farmi ricordare quale fosse il rapporto che loro avevano” (con la famiglia Francavilla). Nel controinterrogatorio gli avv. Censano e Sauro hanno puntato a far emergere una serie di circostanze per dimostrare l’innocenza di Aprile padre e figli: nessuna pretesa di soldi; i due fratelli hanno sempre pagato regolarmente la merce acquistata per oltre 10mila euro; Zito gli fece “uno sconto maggiore ma non perché pensavo che fosse legato a Francavilla”; l’imprenditore oltre a sponsorizzare squadre di calcetto e ciclismo su richiesta degli Aprile (la difesa depositerà le magliette sponsorizzate che i soldi ricevuti servivano proprio a quello), sponsorizzò anche altre società, pure il Foggia calcio. Prossima udienza a gennaio per interrogare altri testi d’accusa.


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-10-27 10:11:20 da


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