Fontana attacca la sinistra, il Pd rilancia

Tutto era iniziato con un referendum consultivo, esattamente sette anni fa, promosso dai presidenti leghisti di Lombardia e Veneto. Ora che è legge, l’autonomia differenziata trova sulla sua strada un altro referendum: quello abrogativo depositato dal centrosinistra.

“La spada di Damocle è più che altro il fatto che la sinistra stia raccontando bugie – sostiene il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana -, che la gente non sarà libera di andare a decidere, perché non saprà che cosa andrà a votare”. Il governatore leghista ha parlato, a Milano, all’assemblea annuale della sua lista civica, dove il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza, ha ribadito il sostegno a una riforma “che è nel programma di Governo”. 

Dall’altra parte, è proprio il referendum contro la riforma dell’autonomia ad aver ricompattato le opposizioni di centrosinistra. A Brescia, il Partito Democratico ha riunito le assemblee regionali di Lombardia, Veneto e Piemonte, per lanciare una contro-proposta di autonomia cooperativa. “La riforma – ha detto Emilio Del Bono, vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia –  è uno stravolgimento del Titolo V della Costituzione, che non dice che 23 materie possono essere trasferite in legislazione esclusiva alle Regioni. Altrimenti il Paese non ci sarebbe più”.

Prima che il Governo possa indire il referendum, dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale. Il voto, se ci sarà, in primavera.