Forse le auto elettriche sono il futuro, ma in Italia il mercato è lento

Forse le auto elettriche sono il futuro, ma in Italia il mercato è lento


Forse le auto elettriche sono il futuro, forse no, ma certo dovranno inventarsi una ricarica superveloce, sapere come smaltire le batterie, costi più contenuti e soprattutto l’energia dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili, altrimenti è tutto inutile se continuiamo far funzionare le centrali elettriche col petrolio.

Ci dicono che saranno il futuro, che non inquinano, che un pieno costa meno di un centinaio di euro, che avranno sempre maggiore autonomia, che i prezzi si abbasseranno. Sto parlando dell’auto elettrica, il controverso sogno dell’automobilista di domani. Controverso perché l’idea di spendere pochi euro per andare da Roma a Milano è allettante anche se subito viene turbata dal pensare che per ogni ricarica veloce ci vogliono 30 minuti, se non due ore per quella normale. Controverso perché l’idea di non inquinare è seducente ma poi le batterie dove le smaltiremo e soprattutto se le centrali elettriche continueranno a funzionare a petrolio o a gas, dove sta il vantaggio?

Il mercato delle auto elettriche da noi stenta a decollare mentre nel mondo sembra già partito

Affrontiamo subito il problema del prezzo. Ci sono degli incentivi, che rapportati ai costi sono come il solletico di una piuma al nostro portafogli. I prezzi oscillano tra i 20mila e i 100mila euro. Ci sono anche le supercar elettriche più esclusive, che costano milioni di euro. Come la hypercar Aspark Owl, con 4 motori elettrici e una potenza complessiva di 1480 kW.  In grado di scattare da 0 a 100 Km/h in 1,9 secondi, venduta a un prezzo di circa 3,5 milioni di euro.
Se ne parla da anni ma stentano a decollare: qualche problema ci sarà?

Mentre cresce la diffusione nel mondo cala in Italia del 15% nel 2022 (fonte: qualenergia.it) Ci riferiamo alle plug-in 100% elettriche e alle ibride ricaricabili, dette PHEV (plug-in hybrid electric vehicle). L’incremento maggiore è stato in Cina (+82%), davanti agli Usa (+51%) e poi Europa (+15%). In Germania il parco macchine elettriche è del 31%, in Gran Bretagna è del 23%, in Francia il 22%, in Norvegia l’89%! In Italia non si arriva al 10% del totale immatricolazioni.

Tra i 30mila e i 100mila euro i modelli più interessanti

Le auto più economiche, sotto i 30mila euro, servono per muoversi in città, senza osare viaggi lunghi e sono la Dacia Spring da 21.450 euro, la Renault Twingo Electric da 24.050 euro. La Smart EQ fortwo da 25.210 euro. La Fiat 500 elettrica da 29.950 euro e la Mg MG4 Electric da 30.790 euro.

Quelle di fascia media che sono la quota più grande del mercato, in cui sono disponibili la maggior parte dei modelli. Il prezzo va da 30 a 60mila euro, con la possibilità di acquistare berline, SUV e crossover elettrici con una autonomia più lunga e prestazioni più interessanti. Tra questi modelli di fascia media ci sono: Renault Mégane E-Tech da 36.950 euro. La Jeep Avenger BEV da 37.900 euro. La Tesla Model 3 da 42.470 euro molto elegante. La Hyundai Ioniq 5 da 47.550 euro e la Polestar 2 da 52.200 euro.

Infine ci sono i modelli da oltre 60mila euro, caratterizzate da un’autonomia elevata, interni curati e materiali di alta qualità. Tra i modelli più interessanti ci sono marchi famosi, dei classici: Mercedes EQE da 77.352 euro. Audi Q8 e-tron da 81.500 euro. BMW ix da 84.000 euro.  Porsche Taycan da 99.455 euro e Volvo EX90 da 102.200 euro.

L’alto costo delle batterie

Il costo maggiore delle elettriche è dovuto alle batterie. Secondo i dati di BloombergNef, un sistema di batterie al litio costava circa 732 dollari al kWh nel 2013, mentre nel 2022 questo valore è stato di appena 151 dollari al kWh. Per gli analisti il prezzo dovrebbe iniziare a scendere a partire dal 2024. Il costo delle batterie dipende dal prezzo delle materie prime, dall’andamento della domanda di automobili elettriche e dell’inflazione, ma la diffusione dei veicoli alimentati a batteria dovrebbe contribuire alla riduzione dei prezzi nei prossimi anni. Inoltre, le aziende stanno lavorando allo sviluppo di batterie più efficienti ed economiche, ad esempio aumentando la densità energetica o sperimentando nuovi materiali.

I tempi di ricarica sono il primo ostacolo

Il primo problema è la ricarica. Che io inquini di meno mi fa piacere, ma se per ricaricare la vettura devo fermarmi ore alla colonnina, non va bene. A fine 2022 si stimavano in 450.000 punti le ricariche installate in Europa. L’86% normal charge, una fregatura. Solo il 14% le fast charge. In Italia sono quasi 40mila i punti di ricarica a fine 2022 di cui 85% per la ricarica normale e il resto ricarica veloce. Che significa? Che un’auto media con una batteria da 25 kWh richiede 8 ore per ricaricare completamente a casa, con una potenza media di 3 kW. Ma dovete parcheggiare sotto le finestre per connettere la vettura con la presa della corrente. Assurdo. Chi lo trova un parcheggio così? Oppure 2 ore per ricaricare completamente in stazioni di ricarica più veloci, con potenza compresa tra 7,4 e 22 kW. Ma anche solo 30 minuti per ricaricare completamente presso le stazioni di ricarica con potenza compresa tra 43 kW e 50 kW.

Se trovo un’altra auto che sta già ricaricando alla colonnina, quanto devo attendere?

Ora il problema è quante ce ne sono di ricariche superveloci? E se trovo la colonnina occupata da un altro che ricarica? Devo aspettare mezzora più un’altra mezzora per ricaricare la mia vettura, fanno un’ora in più di viaggio. In un’epoca dove tutti corriamo sempre di più non si può fare. Capite che prenderemo tutti il treno super rapido o l’aereo o il drone personale, che già l’hanno inventato. E parliamo della ricarica fast ma quella più diffusa è ancora la normal, ci vogliono due ore di tempo!

Con le colonnine di ricarica si prefigura uno scenario, al 2030, con un rapporto sbilanciato tra punti di ricarica e vetture elettriche di 1 a 40. Ossia una ricarica per 40 vetture. Significa che gli attuali 38.500 punti di ricarica a fine 2022 passeranno a 106.000 nei prossimi 7 anni. Ma dubito che ci si riesca per come vanno le cose del Pnrr da noi. Infatti i fondi per gli impianti sarebbero da prendere tra quelli del finanziamento europeo. Una copertura inadeguata in ogni caso per un parco di 6,6 milioni di veicoli previsti.

L’Italia, tanto per non cambiare, è tra i paesi in cu l’energia costa di più

Il costo della ricarica elettrica in Europa non è uguale per tutti i Paesi.  La tariffa viene definita dalla quota di rinnovabili, tasse, i costi di rete, le condizioni meteorologiche e le politiche di protezione ambientale. Insomma l’Italia è tra i paesi dove l’energia costerà di più.

I dati provengono da Eurostat e sono stati analizzati brillantemente da Switcher.ie, che ha rilasciato un report nel quale emerge come i costi medi per ricaricare un’auto elettrica a casa siano aumentati del 21% in coda al 2022 rispetto al primo semestre dell’anno. In Italia c’è stato un aumento del 18%. Mentre il costo medio europeo è di 11,17 euro per l’Italia è di 22,43 euro. Cui si aggiunge il costo per kWh. Per l’Italia il costo in euro al kWh è di 0,364. Significa che per 100 km il costo è di 6,53€. Per fare dei paragoni il meno caro è il Kosovo con 0,064 € kWh, 100 km equivalgono a una spesa di 1,14€.

In Albania è 0,098 e per 100 km si spendono 1,75€, in Francia il costo kWh è di 0,220€ e i 100km si fanno con 3,95€. La Germania fa pagare il kWh 0,336 e i 100km ci costano 6,02€. In Spagna il costo kWh è di 0,333€ e si spendono 6,01€ per fare 100 km. Mentre nel Regno Unito il costo kWh è di 0,290€ e 100 km costano 5,20€.

Le agevolazioni sono da valutare in base all’uso che si vuol fare dl mezzo

Cresce l’offerta dei modelli ma siccome crescono anche le materie prime sono cresciuti anche i prezzi di vendita dei veicoli elettrici, così come il caro energia ha aumentato quello delle ricariche fino al 50%. I prezzi sono ancora troppo elevati per il mercato italiano, spinto molto dalla volontà ambientalista ma non basta. Sono le scarse colonnine di ricarica a frenare gli acquisti, mentre quasi tutti vedono come positivi anche se non determinanti gli incentivi. In buona sostanza ancora le auto elettriche non sono convenienti.

Nel prendere in considerazione un possibile acquisto, oltre alla spesa iniziale, che si recupera in parte con il consumo basso rispetto a un’auto a benzina o gasolio, c’è da considerare appunto la presenza delle colonnine di ricarica e il tipo di uso urbano o extraurbano che si farebbe della vettura. Oggi, se uno deve viaggiare parecchio fuori città, è sconsigliabile. Si allungano troppo i tempi del viaggio se dopo 200-300 km si devono ricaricare le batterie.

Certamente le auto elettriche godono di altri piccoli ma non indifferenti vantaggi, da valutare a seconda dell’uso che se ne vuole fare. Sono esenti da bollo almeno per i primi 5 anni. Si acquistano con un incentivo statale fino a 5.000 euro per auto con prezzo di listino fino a 35.000 euro. Possono accedere alla zona ZTL gratuitamente e parcheggiare nelle strisce blu senza pagare.  Hanno una manutenzione meno costosa. Un costo assicurativo più basso, oltre a una serie di servizi dedicati come il soccorso stradale in caso di esaurimento della batteria.

L’articolo Forse le auto elettriche sono il futuro, ma in Italia il mercato è lento
www.romait.it è stato pubblicato il 2023-11-24 08:10:08 da Carlo Raspollini


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