Concorso in omicidio. L’atto di accusa dei pm
PALERMO – Lo hanno “tradito” le telecamere e il suo cellulare con il quale aveva fotografato una pistola. Sarebbe l’arma usata per uccidere Badr “Samir” Boudjemai, il cameriere assassinato a novembre in via Roma. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto di Kamel El Abed, 62 anni, per concorso morale e materiale nell’omicidio. Avrebbe aiutato il nipote Alì El Abed Baguera, colui che ha pedinato la vittima e fatto fuoco. Tre colpi, uno alla nuca. È stata un’esecuzione. Il secondo fermato avrebbe contribuito al delitto sia nella fase di pianificazione che nei minuti successivi, facendo sparire l’arma del delitto e gli indumenti indossati dall’assassino.
Le immagini
I carabinieri del Reparto operativo e della compagnia di Piazza Verdi, coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico, hanno acquisito le immagini delle telecamere che inquadrano i ristoranti “Appetì” e “Al Magnum” in via Emerico Amari, dove lavoravano la vittima e presunto assassino.
Si vedono Kamel El Abed e Alì El Abed Baguera, zio e nipote, seduti ai tavolini. Kamel ad un certo punto è salito sullo scooter e si è allontanato in direzione del porto. Sentito dagli investigatori aveva detto di essere andato via “intono a mezzanotte e mezza, l’una meno venti”. Il nipote, invece, verso le 23:40. Pochi minuti dopo era già a casa. Le telecamere lo smentirebbero negli orari. Lo zio è andato via molto prima, mentre il presunto assassino è rincasato più tardi rispetto a quanto sostenuto dallo zio. Secondo la Procura, nella sua ricostruzione per “proteggere sé stesso e il complice, ignorava la presenza di telecamere“, confidando nel fatto che le uniche, quelle del locale del nipote, “erano guaste”.
I testimoni
Agli atti dell’inchiesta ci sono i racconti di alcuni testimoni. Vittima e assassino avevano già litigato la scorsa primavera perché si contendevano i clienti che transitavano nella strada. Era presente anche lo zio, un uomo, così viene descritto, dalla “personalità violenta e prevaricatrice”. Una fonte confidenziale ha riferito ai carabinieri che Kamel El Abed, all’indomani dell’arresto del nipote, è volato in Tunisia. Circostanza confermata dalle telecamere dell’aeroporto Falcone e Borsellino.
La foto e il video della pistola
Gli ultimi elementi i carabinieri li hanno acquisiti analizzando il cellulare dell’uomo. Nella cronologia della navigazione su Internet ci sono ricerche su armi. Pistole, in particolare. Il 7 giugno 2023 con lo stesso cellulare è stata scattata (non scaricata) la foto di una pistola. La stessa arma si vede in un video del 7 settembre successivo. Si tratta di “un revolver, marca Colt sulla cui canna sono incisi caratteri alfanumerici e simboli non leggibili”.
L’arma che ha ucciso Samir
I medici legali che hanno eseguito l’autopsia sul corpo di Samir ritengono che “l’arma del diritto è compatibile con un’arma a canna corta perfettamente coincidente con il tipo di quelle direttamente fotografate dalla fotocamera di Kamel El Abed e di quelle oggetto di ricerca e del video”. Tra la foto di giugno e il video di settembre c’è una differenza: l’arma era stata nel frattempo caricata. I legali dell’indagato, Salvino e Giada Caputo, annunciano il ricorso al tribunale del Riesame.
livesicilia.it è stato pubblicato il 2023-12-15 17:00:15 da Riccardo Lo Verso
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