«Garanzie per accesso equo a terapie ed innovazioni»




ANCONA – Espandere la collaborazione globale e intersettoriale, investire nella preparazione del sistema sanitario, creare le condizioni per una diagnosi precoce e accurata, accelerare lo sviluppo e l’erogazione di cure per l’Alzheimer, promuovere la ricerca, l’accesso e l’equità in tutto il mondo. Sono le azioni che le Associazioni dei pazienti di Alzheimer chiedono ai leader del G7, «una sfida mondiale, per cui è necessario agire al più presto per una risposta globale sostenibile». L’appello è stato lanciato in occasione di “Promuovere la collaborazione globale per la demenza, la salute del cervello e l’invecchiamento sano: continuare l’impegno del G7″, uno degli eventi collaterali alla riunione dei ministri della Salute del G7 ad Ancona (9, 10 e 11 ottobre), da Davos Alzheimer’s Collaborative (Dac), European Brain Council, Global Ceo Initiative on Alzheimer’s Disease, Associazione Italiana Malattia di Alzheimer e Fondazione Prada.

«É un appello ai leader del G7 affinché affrontino la crescente sfida globale dell’Alzheimer e della demenza, adottando le misure necessarie per garantire un accesso equo alle terapie e alle altre innovazioni disponibili». Ad oggi sono circa 55 milioni le persone nel mondo che soffrono di Alzheimer; entro il 2050 il numero è destinato a triplicare. É una malattia di notevole preoccupazione a livello italiano, in quanto l’Italia è la seconda nazione con la gente più anziana del mondo, e si stima che più di un terzo degli abitanti entro metà del secolo corrente avrà 65 anni o più. Ad oggi i dati nazionali parlano di oltre un milione di persone affetto da demenza, di cui 700mila da Alzheimer, e il 44% degli italiani dai 65 anni in su afferma che la memoria o altre perdite cognitive sono un problema importante per loro. «La malattia – spiegano – coinvolge direttamente anche familiari e caregiver che devono lasciare il lavoro per prestare assistenza e seguire i propri cari. La demenza incide con costi diretti sull’economia globale maggiori a 1.300 miliardi di dollari ogni anno ma il carico emotivo è inestimabile. Innumerevoli persone sono morte lentamente a causa di questa malattia devastante, e ha segnato la vita di milioni di altre persone».

«La richiesta di trovare una terapia in grado di modificare il corso della malattia entro il 2025 fatta al Vertice G8 del 2013 – ricorda l’associazione – ha posto le basi per la ricerca sull’Alzheimer. Oggi sono disponibili e approvati negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Giappone, a Hong Kong, nella Corea del Sud, negli Emirati, in Israele e in Cina trattamenti innovativi per la malattia; tuttavia, queste terapie non sono equamente accessibili neanche in questi Paesi, il che crea gravi lacune nonostante l’approvazione a livello normativo. Inoltre, molti pazienti e persone a rischio di sviluppare l’Alzheimer non hanno ancora accesso alle cure più recenti per il rilevamento del deterioramento cognitivo e la diagnosi. L’insieme di questi fattori aggrava notevolmente le disparità sanitarie nel mondo».


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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-10-08 16:11:42 da


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