Gianni Ciardo «appicciafuoco», ma solo a teatro: «Dopo 50 anni di carriera mi sento vivo»



BARI – Per lui il ritorno al teatro vero, quello fatto di prove e messe in scena, regie e recitazione, è un «sacro fuoco» che non si spegne mai. Ma Gianni Ciardo è sempre un fiume in piena, impossibile da fermare: adesso si avvicina la nuova sfida del rinato Teatro Di Cagno di Bari (Corso Alcide de Gasperi 320), poco meno di 200 posti – con poltrone rinnovate -, la cui direzione artistica porta la firma proprio di Ciardo. Sarà lo spettacolo L’imbianchino bussa sempre due volte ad inaugurare la nuova stagione – intitolata «Il Sacro Fuoco» -, con sei titoli che avranno una tenitura lunga (quasi un mese, in tutti i weekend), fino a maggio. Lo spettacolo, per la regia di Michele Mirabella, andrà in scena domani e sabato 16 (alle 21) e domenica 17 (alle 19), con repliche fino all’8 dicembre. Interpreti, insieme a Ciardo, Paola Martelli e Marilù Quercia, con le scene – immancabili – di Damiano Pastoressa, e il disegno luci e fonica di Michele Maggi. Info e prenotazioni: 392.465.61.68.

«Questo spettacolo andò in scena per la prima volta trent’anni fa circa – spiega Gianni -, e fece un bel percorso in molti teatri italiani, come il Massimo a Palermo e il Ciak a Milano. Per oltre 150 repliche. Tra l’altro anche il Teatro Di Cagno festeggia i suoi trent’anni di vita, e mi sembrava giusto festeggiare questo doppio anniversario. Ha una comicità grottesca e surreale, se vogliamo, ma è anche esilarante nel gioco degli equivoci che si susseguono. Il commediografo e attore inglese scrisse questa pièce, intitolata “L’imbianchino”: me ne innamorai subito e l’ho fatta mia».

La storia è quella di un imbianchino abbastanza incapace, inviato a casa di una ricca signora per fare il proprio lavoro. Lei non vede l’ora di toglierselo dai piedi, quando a un certo punto bussa alla porta la moglie dell’amante della padrona di casa, decisa a vendicarsi del tradimento subìto. Ed è qui che inizieranno gli equivoci e i malintesi, con l’imbianchino – che sogna da sempre di fare l’attore – calato nei panni del marito tradito.

Ciardo, dopo quasi cinquant’anni di onorata carriera, come ci si sente a rimettersi in gioco in questa nuova avventura?

«Mi sento vivo quando faccio questo mestiere. Ed anche molto responsabile, perché voglio davvero che il pubblico non rimanga deluso. Ho debuttato con Beppe Stucci il 13 dicembre 1976, al Teatro Purgatorio, ma l’ansia non ti abbandona mai, quando devi tornare in scena».

I titoli, oltre al suo pallino «Novecento», quali saranno?

«Dal 25 dicembre al 6 gennaio tornerò in scena con Nicola Valenzano (e altri attori) in “Felice e contento” (prima assoluta). Quanto a “Novecento” sono stato dietro a Baricco per lungo tempo per poterlo portare in scena, fino a quando ci sono riuscito. Il film “La leggenda del pianista sull’oceano” di Tornatore, tratto dal libro, l’ho visto 25 volte».

Quanto arde il sacro fuoco?

«Moltissimo. E poi tutti i teatri devono essere ignifughi, per questo ho chiamato così la stagione. Come diciamo a Bari: mi sono messo a parte civile!».


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-14 10:06:34 da


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