Giorgetti difende la manovra: ‘è per i redditi bassi’  – Notizie

Giorgetti difende la manovra: ‘è per i redditi bassi’  – Notizie


Una manovra “prudente”, austera sì ma “espansiva nei confronti dei redditi medio-bassi” e che mira a garantire la sostenibilità del debito. Considerata la fase difficile e i “vincoli stringenti”, meglio di così non si poteva fare. Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti difende la legge di bilancio dalle critiche. Ma apre anche a possibili modifiche e ammette che il Pil quest’anno potrebbe crescere un po’ meno del previsto. Paventa rischi per la crescita anche l’Ufficio parlamentare di bilancio, che sulla manovra avanza diversi rilievi, a partire dalla frammentarietà delle misure e dalla ‘trappola’ del cuneo fiscale per i redditi che superano anche di poco i 35mila euro. Se c’è una critica che proprio non piace al titolare del Mef è quella che arriva dal mondo del lavoro. “I sindacati hanno la totale legittimità a scioperare”, ma dire che il governo che non abbia “a cura gli interessi dei dipendenti con minor reddito”, questo proprio no, dice in audizione: “i due terzi dell’intera manovra”, vanno ai redditi medio bassi. Giorgetti replica poi a chi dice che la manovra ha “trascurato le imprese”. 

La stoccata è a Confindustria, che ha lamentato un miliardo in meno: la manovra, spiega, va letta in combinato disposto con il Pnrr e “ulteriori risorse” arriveranno con il RepowerEu. Rassicura anche sulla sanità: le risorse a disposizione del servizio sanitario “continueranno a crescere nel tempo” e in manovra si interviene anche per ridurre l’annoso problema delle liste d’attesa, “una priorità del governo”. Giorgetti respinge quindi le critiche sulle pensioni (“non è vero che la manovra peggiora la Fornero”), difende la tassa sugli extraprofitti delle banche (è “per dare solidità al sistema”) e la scelta di rialzare l’Iva sui prodotti per l’infanzia e gli assorbenti (non ha dato gli effetti sperati). Insomma, considerate la fase “estremamente complicata”, la sintesi da trovare “tra le diverse istanze” della maggioranza e i vincoli interni ed esterni di bilancio, è stato fatto “il meglio possibile”. Sull’inemendabilità della manovra il titolare del Mef precisa quindi di avere espresso “un auspicio”. Il 21 novembre, quando scadrà il termine per gli emendamenti, si vedrà se e quanto la maggioranza si sarà adeguata, ma qualche modifica è già allo studio sulla contestata norma che taglia i rendimenti delle pensioni di statali e medici: “vedremo come dare una risposta”, spiega Giorgetti. Non smette intanto di preoccupare il Superbonus, un’ “emorragia” che continua ad intaccare la finanza pubblica: l’attenzione è massima, dice il ministro, e se non si riesce dimostrare che il sistema dei crediti “pagabili” è finito, si dovrà “riscrivere tutta la manovra in modo ulteriormente prudente e restrittivo”. Si guarda con attenzione anche alla crescita: l’economia regge, ma se la stima preliminare del Pil del terzo trimestre (fermo a zero) venisse essere confermata, l’obiettivo di +0,8% a fine anno “potrebbe essere soggetto ad una – sia pure contenuta – correzione al ribasso”. Vede invece più rischi per il prossimo anno l’Ufficio parlamentare di bilancio, avvertendo anche sul fatto che, con l’incertezza dello scenario, combinata con il peso del debito e la debole dinamica del Pil, “i già forti vincoli di bilancio si fanno più stringenti”. A preoccupare l’Upb è anche l’ottica “di breve periodo” della manovra, con “interventi temporanei e frammentati”. E se il taglio del cuneo costituisce “un importante supporto ai redditi da lavoro bassi e medi”, la modalità per fasce si traduce in “una perdita di circa 1.100 euro con il superamento della soglia dei 35mila euro per un solo euro”. Inoltre il finanziamento del sistema sanitario nazionale per il 2024 “potrebbe non coprire integralmente le spese”. Un ruolo centrale per il sostegno all’economia lo ha il Pnrr, torna a ripetere l’Upb: può dare una spinta fino a +2,6 punti di Pil e la sua attuazione “non può ammettere rinvii”.

 

Upb, ‘Rischi al ribasso per il 2024, da Pnrr spinta fino a +2,6%punti di Pil’

“Le previsioni macroeconomiche ufficiali, validate dall’Upb il mese scorso in occasione dell’audizione sulla Nadef, sono ancora accettabili per il 2023 mentre sono decisamente aumentati i rischi al ribasso per l’anno prossimo”. Lo ha detto la presidente dell‘Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari in audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.

“Gli obiettivi di crescita del governo per il 2024 sono raggiungibili, ma solo sotto l’ipotesi che si rafforzi consistentemente la domanda estera e che avanzino speditamente i progetti del Pnrr”, ha aggiunto.

“Alla luce delle oggettive condizioni di incertezza e instabilità dello scenario, combinate con il peso del debito e la debole dinamica del Pil nel nostro paese, i già forti vincoli di bilancio si fanno più stringenti”. Così la presidente dell’Upb Lilia Cavallari in audizione sulla manovra. “Sebbene l’impatto della manovra sia coerente con gli obiettivi programmatici stabiliti nella Nadef 2023 e nel Dpb 2024 – avverte -, ogni rallentamento sulla strada obbligata di riduzione del debito rischia di comprimere ulteriormente i margini di manovra per affrontare condizioni sfavorevoli”, come “shock inattesi o rallentamenti della crescita”.

“La manovra appare improntata a un’ottica di breve periodo, con interventi temporanei e frammentati. Inoltre, per il secondo anno consecutivo, si prevede sia un aumento del deficit per il primo anno rispetto a quanto precedentemente stabilito, sia il rinvio all’anno finale dell’orizzonte previsivo – il 2026 – del conseguimento di un disavanzo inferiore al 3 % del Pil”. Lo ha detto la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari in audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.

“Il Pnrr ha un ruolo centrale per il sostegno dell’economia e la sua attuazione non può ammettere rinvii. Secondo stime dell’Upb, il pieno avanzamento dei progetti del Pnrr fornirebbe uno stimolo all’attività economica che, se pur appena inferiori rispetto a quello prefigurato dal Mef, è determinante per lo sviluppo nel prossimo biennio”. Lo ha detto la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari in audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Nel 2024, ha evidenziato, la spinta è di “8 decimi di punto”. “Nel 2026, anno in cui si dovrebbe completare il programma europeo Rrf, le stime dell’Upb indicano che il Pnrr dovrebbe spingere il livello del Pil tra i 2,3 e i 2,6 punti percentuali rispetto allo scenario in assenza del Piano. Affinché tale risultato sia raggiunto – ha puntualizzato – occorre avanzare speditamente con l’attuazione degli interventi”.

La conferma del taglio del cuneo “garantisce un importante supporto ai redditi da lavoro bassi e medi, in particolare il reddito degli operai aumentando la capacità redistributiva del complesso del prelievo contributivo e fiscale. La modalità per fasce fa però cessare ogni beneficio oltre la soglia di retribuzione lorda i 35.000 euro lordi, con una perdita di circa 1.100 euro con il superamento di tale soglia per un solo euro”. Lo ha detto la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari in audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. “Nell’eventualità di ulteriori proroghe vi sarebbe un forte disincentivo al lavoro e si renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale”, ha puntualizzato. Il taglio del cuneo, che è “la misura più rilevante della manovra, pari a 10,7 mld”, “è finanziata temporaneamente in deficit: una eventuale ulteriore estensione richiederà l’individuazione di misure di copertura strutturali”, ha detto Cavallari. “La revisione dell’Irpef riduce da 4 a 3 le aliquote e interviene sulle detrazioni, con un importo pari a circa 4,3 mld. Il beneficio è di 75 euro annui per i redditi da lavoro dipendente tra 8.000 e 15.000; a partire dai 15.000 fino a 28.000 il vantaggio aumenta progressivamente con il reddito fino a un massimo di 260 euro; oltre i 50.000 euro il beneficio può azzerarsi per effetto del taglio delle detrazioni per oneri e spese non sanitarie”, ha aggiunto.

Infine la sanità. “Il finanziamento del Sistema sanitario nazionale per il 2024 potrebbe non coprire integralmente le spese, anche tenendo conto dei potenziali livelli di spesa farmaceutica, dell’applicazione dei nuovi Lea (con i connessi aumenti su tariffe di prestazioni specialistiche e assistenza protesica) e del contenzioso delle imprese sul payback”. Lo ha detto la presidente dell’Upb Lilia Cavallari in audizione sulla manovra. “Ulteriori difficoltà, in tutto il periodo di programmazione – aggiunge -, potrebbero sorgere in relazione alle carenze di personale e all’impatto di nuova pressione dei prezzi dei beni energetici sul settore sanitario”

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www.ansa.it è stato pubblicato il 2023-11-14 20:09:27 da


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