“Giù le mani”, poliziotto incalzato dai magistrati sulla “spy story” di Manfredonia. “Non ho ness


La “spy story” emersa nelle carte di “Giù le mani” è spuntata nuovamente durante l’interrogatorio del poliziotto Matteo La Torre, 57 anni, sovrintendente capo della Polizia di Stato in servizio al commissariato di Manfredonia. L’uomo è stato ascoltato dai pm Galli e Mongelli nelle settimane che hanno preceduto l’avviso di conclusione indagini preliminari a carico di dieci persone tra cui l’ex sindaco Gianni Rotice, il fratello Michele Rotice (entrambi indagati per corruzione elettorale), l’ex assessore Angelo Salvemini e il titolare del ristorante “Guarda che Luna”, Michele Romito.

Fu proprio quest’ultimo a svelare una “spy story” degna di un film ai pubblici ministeri incaricati delle indagini. Al centro del contendere, la rimozione del suo locale sul lungomare di Manfredonia. “Salvemini ha registrato sindaco… ha registrato tutti quanti, alla Galantino (ex segretaria comunale oggi indagata, ndr), al prefetto, ha registrato tutti quanti, che il prefetto chiamava a tutti quanti e diceva: ‘Tu devi fare così, non devi fare così; tu devi fare così e non devi fare così’; il prefetto che c’entra in questa situazione. Ecco perché io stavo male, stavo nervoso. Perché dico il prefetto… no il prefetto, giudice, quando parlo di prefetto parlo della dottoressa Miscia e del poliziotto Matteo La Torre, che dice che mi vuole morto. Il poliziotto mi vuole ammazzare, quell’altro mi vuole ammazzare, io ho sfogato così che mi vergogno pure di dire quello che ho detto”.

Audio misterioso, il poliziotto nega tutto

Oltre al presunto dossieraggio di cui tanto si è parlato in “Giù le mani”, ci sarebbe anche la frase di un avvocato della famiglia Romito registrata di nascosto dal poliziotto La Torre. Un audio che sarebbe stato manomesso allo scopo di fare terra bruciata attorno a Romito stesso. L’indagato ha riferito di averlo ascoltato grazie ad un collega di La Torre.

Romito ricordò ai magistrati che anche Rotice gli parlò dell’avvocato in questione: “Mi disse Gianni Rotice vicino a me: ‘Quello è uno che va alla Dia. Ti devi allontanare da quella persona. Quella è una persona cattiva’. Ma mica faccio qualcosa di male, per me può andare anche adesso alla Dia”.

Poi riguardo all’audio, Romito riferì ai pm: “Il giorno che stavano smantellando ‘Guarda che Luna’ loro stavano festeggiando a Foggia in un ristorante e stava Matteo La Torre insieme a Gianni Rotice e non so chi stava più, stavano festeggiando lì. Mi fece sentire questa registrazione e questa registrazione si vedeva che era una registrazione spezzettata, va bene o spezzettata o no poi sarà il perito a valutarla, e diceva… sentivo solo la voce dell’avvocato, ecco perché poi ho pensato… Va bene. Dove diceva: ‘Romito ha pagato la soprintendenza per avere l’autorizzazione paesaggistica’. C’era solo il parlatore e si sentiva bipi bipi bipi bipi, avete visto le radio, dottore, quando parlano le radio nelle caserme. Si sentiva solo la voce di… Senza la voce di quell’altro che faceva le domande. Sembrava un robot“.

E ancora: “Quello che voleva far capire: è stato smontato, che quell’autorizzazione paesaggistica… Come ti devo dire: il Comune, il sindaco, tutti quanti, erano praticamente… Come per dire che io avevo fatto degli imbrogli con la Soprintendenza; quell’autorizzazione, cioè, non ne tenevano conto”.

Il poliziotto avrebbe fatto ascoltare la registrazione manipolata ad alcuni politici della città: “Gliel’ha fatta sentire a tutti quelli per fare terra bruciata dicendo che io ero uno…”. In base alla ricostruzione, il poliziotto avrebbe avuto interesse affinché Romito se la prendesse con l’avvocato registrato per motivi di risentimento.

Sul punto è stato sentito proprio Matteo La Torre che, incalzato dai pm, ha negato tutto: “Dottore, poi non ho idea. Ho letto dai giornali. Quello l’ho letto dai giornali, ma io non ho nessun audio”.

Le contraddizioni

Al poliziotto è stato anche chiesto di ricordare il giorno dello smontaggio del ristorante beccandosi più di un rimprovero dai magistrati: “Dotto’, con chiarezza… non mi ricordo se era di mattina o di pomeriggio ‘sto cazzo di fatto. Io non me lo ricordo se era di mattina o se era di pomeri’…”.
Il pm Galli: “No! Io, per prima cosa, la invito ad usare un linguaggio consono perché lei sta di fronte all’Autorità Giudiziaria”.

Sempre La Torre ha poi raccontato di aver preso di peso Romito durante le operazioni di smontaggio perché, a parere del poliziotto, stava creando “casini”. “L’ho preso di peso e l’ho messo in macchina personalmente”.

Il pm Galli: “E la questione di ordine pubblico da che cosa era impedita? Cioè, la minaccia all’ordine pubblico…”. La Torre: “Dotto’…”. Pm Galli: “Di Michele Romito da che cosa era consistita?”. La Torre: “Da niente… da niente per me”. Pm Galli: “Da niente? E perché la Tedeschi (dirigente comunale, ndr) le ha chiesto… le ha detto: ‘Guarda quello dove sta?’“. La Torre: Eh, ‘Vedi chi ci sta!’“. Pm Galli: “Non stava facendo niente, stava tranquillo Michele Romito quando ha detto: ‘Vedi…’“. La Torre: “Discuteva… discuteva con gli operai”. Pm Galli: “Ah, con gli operai”. Pm Mongelli: “Quindi, una persona che sta discutendo con gli operai, pagati da lui, prende e lo mette in macchina? Cioè, si rende conto che lei sta facendo anche delle dichiarazioni gravi?”.
La Torre: “Dotto’…”
Pm Mongelli: “Cioè, lei ha preso una persona contro la sua volontà, senza motivo, e l’ha messa in macchina”.
La Torre: “Io l’ho allontanato perché…”.
Pm Mongelli: “Si rende conto della gravità di cosa sta dicendo?”.
La Torre: “Ma l’ho allontanato… alla sua macchina, l’ho fatto entrare nella sua macchina”. Pm Mongelli: “No, lei ha detto: ‘L’ho preso di peso!’”. Durante l’interrogatorio entrambi i pm hanno più volte evidenziato le contraddizioni del poliziotto uscito decisamente male dal confronto con i magistrati.

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www.immediato.net è stato pubblicato il 2024-06-30 16:06:58 da Redazione


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