Anm: “È paternalismo, pronti a sciopero”
di Alessandra Lemme,
16 Dicembre 2024
L’assemblea generale straordinaria dell’Anm ribadisce tutta la contrarietà della magistratura per la riforma che prevede tra le altre cose la separazione delle carriere. Mentre dall’Aula Magna della Cassazione il sindacato delle toghe promette un comitato anti riforma in vista di un possibile referendum e altre iniziative, tra le quali “una o più giornate di sciopero“, dall’altra parte del Tevere, a Circo Massimo, la premier Giorgia Meloni dal palco di Atreju rilancia: il 2025 “sarà l’anno delle riforme”, “che spaventano, ma giuste”. E ancora: “Noi vogliamo liberare la magistratura dal controllo della politica, anche dal controllo delle correnti politicizzate – dice nel discorso di chiusura, alla kermesse di FdI -. Una riforma fatta per i cittadini ma anche per la stragrande maggioranza dei giudici”.
Santalucia: “Paternalismo di cui non avevamo bisogno”
Secca la replica del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, che accusa la premier di “una forma di paternalismo di cui non avvertiamo il bisogno“. “Il governo autonomo è delle magistrature – sostiene Santalucia -. Le magistrature non possono essere eterogovernate. Non abbiamo bisogno che ci si liberi da qualcuno, abbiamo bisogno di buone leggi e sapremo farne buon uso”. “Abbiamo bisogno solo che il governo faccia la sua parte per la giustizia – continua -. Ne abbiamo veramente bisogno in termini di risorse e di attenzione agli uffici. Noi la nostra parte la facciamo per intero”. Le scintille a distanza tra governo e toghe si accendono fin dal mattino: in apertura dell’assemblea, proprio Santalucia bolla la riforma come “uno strappo“, “e non una nuova trama del tessuto costituzionale”. Secondo il presidente Anm “non è una riforma della giustizia, che non sarà né più veloce né più giusta, ma una riforma della magistratura che produrrà solo effetti negativi per i cittadini”. “Il fine, al di là di quanto si dichiara, è la frammentazione come strategia di indebolimento sia del Csm che della magistratura – chiosa -. Un pubblico ministero separato, isolato dalla giurisdizione, è assai vicino, collegato all’Esecutivo” e “le nostre paure non sono fantasie”. L’assemblea dell’Anm si chiude con l’approvazione di un documento che esprime “un giudizio fortemente negativo” per una riforma che “riduce diritti e garanzie per i cittadini” e annuncia una serie di iniziative, con l’obiettivo di “avviare immediatamente una mobilitazione culturale e una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui pericoli”. Partono i lavori per l’istituzione di “un comitato operativo a difesa della Costituzione aperto all’avvocatura, all’università, alla società civile, indipendente da ogni ingerenza politica, anche in vista di una possibile consultazione referendaria, per far conoscere alla cittadinanza i pericoli derivanti dalla riforma”. E poi “almeno una manifestazione nazionale da svolgersi in un luogo istituzionale significativo subito dopo l’eventuale approvazione in prima lettura della proposta di riforma”, “una forma di protesta e di sensibilizzazione da organizzare in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025” e l’indizione “di una o più giornate di sciopero”. Lo scontro tra esecutivo e toghe si scalda e tutto fa pensare che, con il nuovo anno, si accenderà ancora di più.
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www.lapresse.it è stato pubblicato il 2024-12-16 07:19:23 da Alessandra Lemme
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