Grosseto e i fantastici anni ’80. I vostri ricordi per la mostra più bella

Grosseto e i fantastici anni ’80. I vostri ricordi per la mostra più bella


GROSSETO. Il Commodore 64 e il Walkman, il piumino “bomber” e le cinture del Charro, Candy Candy, Mazinga ed Happy Days, i gettoni telefonici color bronzo per chiamare a casa, gli Spandau Ballet, i Duran Duran e i Dire Straits: quanti splendidi ricordi legati agli anni ’80.

Un periodo magico per molti, ma anche pieno di contraddizioni, tensioni, problemi.

Dopo due edizioni dedicate rispettivamente agli anni ’60 e ’70 a Grosseto, la manifestazione d’animazione culturale urbana “La Città Visibile” – che si terrà nel mese di settembre 2025 – sarà dedicata agli anni ’80.

Una mostra alle Clarisse ospiterà fotografie, video, oggetti di design, dischi, manifesti, locandine, vestiti, elementi d’arredo e tutto ciò che riterrete utili a evocare gli anni ’80.

Per questo, insieme al direttore delle Clarisse Mauro Papa, invitiamo tutti i grossetani a inviarci fotografie o video da esporre o proiettare nei monitor del museo, oppure immagini degli oggetti degli anni ’80 che intendono prestarci per rendere la mostra un divertente revival di quegli anni straordinari. 

Le foto possono essere inviate nei commenti agli articoli su MaremmaOggi oppure postate nel gruppo facebook Grossetani negli anni 80 – QUI IL LINK –, aperto da qualche giorno.

Da oggi a settembre, periodicamente, ospitiamo su MaremmaOggi articoli e ricordi di autori grossetani su quel fantastico decennio.

Partiamo con il primo a firma, e non poteva essere diversamente, di Mauro Papa.

Grosseto e i fantastici anni ’80. I vostri ricordi per la mostra più bella
Mauro Papa con le sorelle, in una foto degli anni ’80

Grossetani negli anni 80. Campioni d’Italia

di Mauro Papa

GROSSETO. Negli anni Ottanta la città “aperta al vento e ai forestieri” di Bianciardi si ferma, si chiude, si piace e si compiace.

Raggiunto l’apice demografico, esaurite le spinte collettiviste e concluso lo sviluppo da borgo contadino a città di servizi terziari, Grosseto si rende visibile celebrandosi narcisisticamente attraverso gli individui: il pugile Alessandro Scapecchi – che gestisce un fast food in centro, ritrovo dei “paninari” resi celebri dalla trasmissione televisiva “Drive in”  – diventa campione italiano dei pesi leggeri nel 1982.

Alessandro Scapecchi nel 1982
Alessandro Scapecchi nel 1982

Nel 1986 gli atleti del baseball rendono una squadra del capoluogo maremmano, per la prima volta nella storia dello sport, campione d’Italia; nel 1988 inizia a vincere in Europa la surfista grossetana Alessandra Sensini che diventerà anche campione del mondo. Oltre che medaglia d’oro alle Olimpiadi.

Raffaele Gandolfi, lanciatore del Grosseto campione d'Italia del 1986
Raffaele Gandolfi, lanciatore del Grosseto campione d’Italia del 1986

Flavio Fusi e la Rai, Elia rettore a Pisa

Quando cade il muro di Berlino, nel 1989, a raccontarlo in diretta è un giornalista grossetano, Flavio Fusi. Lo stesso anno diventa rettore dell’Università di Pisa il sociologo urbano Gianfranco Elia, che aveva definito Grosseto “città malgrado” (lo sviluppo industriale).

In Rai una delle “signorine buonasera” è Maria Rita Viaggi.

Maria Rita Viaggi su RaiUno
Maria Rita Viaggi su RaiUno

Mentre trionfa la cultura edonista dell’individualismo – tutti sognano la celebrità guardando “Fame” in TV (1982-1987) – la piccola città si aggrega ancora nelle grandi e affollate Feste dell’Unità sulle Mura ma, allo stesso tempo, costruisce nel quartiere Gorarella il primo di una lunga serie di centri commerciali e decide di sognare, invano, la realizzazione della Chianciano di Maremma: le terme di Roselle.

Arrivano i grandi concerti, nel 1987 gli Spandau Ballet

Inoltre, in centro si inaugura un rivoluzionario negozio monomarca Fiorucci e nello stadio si organizzano grandi concerti: dalla PFM nel 1980 agli Spandau Ballet nel 1987, passando da Lucio Dalla, Battiato, Baglioni, i Pooh e Vasco Rossi.

La locandina del concerto degli Spandau Ballet nel 1987 a Grosseto
La locandina del concerto degli Spandau Ballet nel 1987 a Grosseto

In questo nuovo contesto di rinascita economica e disimpegno ideologico i giovani grossetani, come tutti i giovani italiani, oltre ad affollare i cinema sfidano i videogames nelle sale giochi o si sballano nelle discoteche (in quegli anni in città), nei night clubs e nelle birrerie che imitano i pub inglesi.

Il livellamento culturale

Grosseto – come tante altre piccole città italiane – diventa luogo marginale di omologazione consumista e livellamento culturale.

Una città che, di suo, ha poco da dire perché la provincia, in questi anni, non è più laboratorio di novità come sosteneva Bianciardi nel dopoguerra, ma semplice colonia invasa dalle mode imposte dalla televisione come, ad esempio, quelle dei video musicali e dei cartoni animati giapponesi.

I giovani scappano, la piaga di eroina e Aids

Così, l’attrattiva Grosseto comincia a diventare un confine da abbandonare. Tra i giovani grossetani, chi può, scappa per studiare altrove o perché non c’è lavoro. Qui, dopo aver celebrato nel 1979 il primo grande processo in Italia contro gli spacciatori (tutti pesci piccoli), l’eroina e l’Aids devastano una generazione.

Tra i meno giovani, le uniche novità artistiche sono portate in città da forestieri già celebri e attratti dal Buen Retiro maremmano, come Adam Pollock e Franco Teodoro.

Cercando di emanciparla dal provincialismo culturale, l’immigrato Lino Pasquale Bonelli tenta l’avventura nazionale del Corriere delle Arti (1980-1982), con diffusione regionale e redazione a Grosseto, ma senza successo.

Per reagire alle occasioni perse e al conformismo globalizzante, la Grosseto degli adulti da una parte fonda l’Archivio Tradizioni Popolari e sogna di musealizzare ciò che nelle campagne è andato perduto, dall’altra si chiude nel mito dell’identità strapaesana del buttero, del cavallo e del cinghiale, e nella retorica identitaria di un medioevo malcompreso, lontanissimo e privo di qualsiasi collegamento con una gente locale meticcia e moderna che però, negli anni Ottanta, moderna non è più.

Semmai, gioiosamente, post moderna e post rurale.


  • Ridi e Ridolfi dominano il Trail dei presepi



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www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2025-01-07 06:43:57 da MaremmaOggi


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