Negli ultimi giorni di quella che è una delle estati più difficili per l’Appennino romagnolo, funestato dalle frane di maggio e dal terremoto di lunedì mattina, la notizia del riconoscimento a Patrimonio Unesco dei Gessi dell’Emilia Romagna assume i contorni dell’ultimo incoraggiante raggio di sole, quello che saluta tutti promettendo di tornare fra qualche mese.
Per un caso della storia il territorio che ha ottenuto il riconoscimento Unesco – composto da Gessi Bolognesi e di Zola Predosa, Vena del Gesso Romagnola, gessi di San Leo, Alta valle del Secchia, Bassa collina reggiana e grotta di Onferno, nel riminese – si sovrappone a quello, in particolare in provincia di Ravenna, a Brisighella, più colpito dalle frane causate dalle alluvioni di maggio, e, proprio in queste ore, dal terremoto. “Quella di…
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