(Adnkronos) –
Guerrina Piscaglia per la burocrazia è ancora viva, ufficialmente manca il certificato di morte perché il suo corpo non è mai stato ritrovato. E così il suo conto corrente non può essere toccato e trasferito in successione ai familiari.
La donna è stata uccisa 11 anni fa da padre Graziano, secondo la giustizia, ma resta sospesa in un limbo anagrafico indefinito. La sentenza resa definitiva dalla Cassazione dice che Gratien Alabi ammazzò Guerrina l’1 maggio 2014, il giorno stesso della scomparsa a Cà Raffaello, nel comune di Badia Tedalda (Arezzo) quindi ne fece sparire il cadavere, e l’ex sacerdote congolese sconta per questo in carcere i 25 anni di reclusione della condanna. Ma il corpo della vittima non è stato mai ritrovato e questo è un aspetto che mantiene in sospeso certe questioni amministrative. I risparmi di Guerrina ad esempio restano bloccati.
L’istituto di credito dove aveva aperto il conto…
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