“Ho letto la poesia di Cendrars su New York”, Nuvolati tra sociologia ur…

“Ho letto la poesia di Cendrars su New York”, Nuvolati tra sociologia ur…


«Ognuno ha la propria geografia. Ognuno è quel che è per i luoghi in cui ha vissuto e che ha frequentato. C’è una oscura geometria che regola la nostra esistenza, il nostro stare al mondo in posti molto diversi tra di loro. In alcuni casi tale geometria è fonte di grande sofferenza, soprattutto per chi nasce nel fango della miseria e non riesce a trovare riscatto; in altri, in particolare per chi osa e cerca fortuna, è origine di smarrimento e sopresa; forse (ma non ne sono certo) è un presupposto di felicità per i rimanenti». “Ho letto la poesia di Cendrars su New York”  è il libro di Giampaolo Nuvolati, edito da “Moretti&Vitali” e disponibile anche sulle piattaforme Amazon e Ibs.

Nuvolati, sociologo piacentino, docente di sociologia urbana all’Università Bicocca di Milano, autore di numerose pubblicazioni e ideatore della rivista trentennale “Città in controluce”, ha dato alle stampe un testo, alla “Alberto Arbasino”, frutto di una narrazione divisa in quattro momenti che si basa su un flusso di pensieri intimi, divagazioni, appunti e memorie. Diversi i luoghi del testo, che spaziano tra New York, Piacenza, Catania, Tornarezza di Ferriere, Milano, Mannheim. Luoghi nei quali ci si muove da flaneur, osservando con attenzione tutto quello che succede, sempre alla ricerca del genius loci, senza cercare di parametrare la realtà sconosciuta in base alle nostre abitudini e ai luoghi che meglio conosciamo, quelli nativi: «Le città sono come le persone. Di alcune ti innamori senza essere ricambiato, altre ti corteggiano nonostante la tua indifferenza». C’è molto, in questo libro, delle ricerche e precedenti pubblicazioni del sociologo piacentino, che si serve di alcuni personaggi e passaggi immaginari per districarsi nella narrativa. Confluiscono qui alcune passioni, da quella sempre più forte per la pittura, a quella per i flaneur, osservatori delle realtà urbane, passando per Paul Aster. Le vicende si svolgono da un luogo all’altro, sotto la presenza sempre vigile di due figure allegoriche: l’uomo nero, che simboleggia la malinconia, e un angelo che protegge dal male.

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www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-08-11 06:00:00 da


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