I “capi degli zingari” condannati per la tentata estorsione al tito…

I “capi degli zingari” condannati per la tentata estorsione al tito…



I “capi degli zingari” condannati per la tentata estorsione al tito…

Si definivano “capi degli zingari” e, proprio per questo, pretendevano di non pagare le consumazioni al bar, anzi. I due, un 42enne nomade e un 22enne rumeno, avevano preso di mira il titolare del locale nella zona dello stadio del baseball e si erano conviti che fosse la vittima a dover pagare loro il “pizzo” minacciandolo che in caso contrario gli avrebbero bruciato l’attività. Una storia che andava avanti da parecchio tempo, con gli stranieri che erano spesso ubriachi e molesti, fino a quando nella mattinata del 12 febbraio 2024 era scoppiato un parapiglia. Il proprietario del bar si era rifiutato di servirli se non avessero saldato il conto lasciato aperto e, alla richiesta degli arretrati, il 42enne e il 22enne avevano iniziato a inveire contro di lui per poi prendersela con un cliente intervenuto per difenderlo.

Dal locale era partito l’allarme che aveva fatto accorrere sul posto una pattuglia delle Volanti ma, anche alla presenza degli agenti, la situazione non si era calmata. Il 42enne aveva dapprima cercato di scappare ma, fermato dal personale della Questura, aveva opposto resistenza urlando ai poliziotti che “senza divisa non siete niente, vi ammazziamo di botte” per poi, insieme all’amico, prenderli a sputi, calci e spintoni.

Non senza fatica gli agenti erano riusciti a bloccarli e a caricarli sull’auto di servizio per portarli in Questura e, anche durante il tragitto, non erano mancati gli insulti, le minacce di morte e i danneggiamenti all’abitacolo. Una volta arrivati negli uffici di piazzale Bornaccini e rinchiusi in camera di sicurezza, il 22enne nonostante le manette aveva scagliato una serie di colpi contro la porta blindata e i muri della cella. Entrambi erano stati quindi arrestati con le accuse di tentata estorsione in concorso, violenza, minacce e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e lesioni a pubblico ufficiale e, al termine delle pratiche di rito, trasferiti nel carcere dei “Casetti”.

Nella mattinata di giovedì entrambi sono comparsi davanti al gip col 22enne, difeso dall’avvocato Davide Grassi, che è stato condannato a 1 anno, 8 mesi e 20 giorni mentre il 42enne, difeso dall’avvocato Ninfa Renzini, è stato condannato a 1 anno e 6 mesi.

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www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2025-01-09 16:49:55 da


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