La chiave di tutto si trova nei laboratori dei Ris. E’ dentro quelle stanze che si stanno cercando verità, spiegazioni e identità di chi è coinvolto in questa assurda storia. Le analisi sul Dna del piccolino trovato morto a Vignale di Traversetolo ormai una settimana fa, tracceranno la strada di una vicenda attorno alla quale ruotano ancora troppe domande in cerca di risposte. A oggi sono almeno cinque i rebus su cui si sta lavorando e rispetto ai quali non c’è ancora una chiave di lettura chiara. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capirne di più.
Il piccolo era già morto quando è stato lasciato a Vignale?
Questa è la domanda che in molti si sono fatti dal momento del ritrovamento del corpicino, nel giardino della villetta a Vignale di Traversetolo. Il bimbo è morto prima o dopo essere stato abbandonato? Sarà l’autopsia a stabilirlo. Gli esami sono stati rimandati per permettere ai Ris di eseguire alcuni accertamenti, il più importante dei quali riguarda l’analisi del Dna. Capire se il bimbo sia morto prima o dopo l’abbandono è fondamentale anche per l’eventuale capo d’imputazione: in caso il neonato fosse stato ancora vivo al momento dell’abbandono, s’indagherebbe per infanticidio e occultamento.
Perché proprio la scelta di quella villetta?
Anche questa è una domanda senza una risposta. Almeno per adesso, anche se gli investigatori contano di riuscire a risolvere il rebus a breve. Secondo alcune testimonianze di vicini e residenti in strada Baietta, dove si trova la villa in cui è stato trovato il bimbo (dal proprietario anziano della bifamiliare che si arrampica su due piani), chi ha lasciato il neonato non sarebbe della zona ma probabilmente conosceva il posto. La via è infatti piuttosto defilata rispetto alle arterie principali, a Vignale. Viene naturale ipotizzare che la madre (o chi per lei) conoscesse la zona. Ma nell’ipotesi fosse così, era già stata notata anche la villetta?
Come ha fatto la mamma (o chi per lei) a entrare nella villetta?
E’ un altro mistero. La casa in cui è stato trovato il bambino è piuttosto blindata. C’è una cancellata all’ingresso, non altissima me comunque difficile da scavalcare, anche perché è corredata da alcuni spuntoni, proprio per impedirne l’accesso. Quindi: chi ha abbandonato il bimbo, come ha fatto ad entrare all’interno della proprietà dribblando un ostacolo così complciato da raggirare per poi abbandonare il piccolino senza peraltro fare rumore, considerato che nessuno sembra aver sentito nulla?
C’è un complice?
Questo è un altro punto su cui gli investigatori stanno lavorando. Che la mamma, qualora fosse stata lei ad abbandonare il neonato, possa aver fatto tutto da sola è difficile pensarlo. Questo proprio per la location in cui il bimbo è stato lasciato. Tutto può essere e non si eslcude nulla, però il sospetto che possa essere stata aiutata è altissimo da parte dei carabinieri che indagano sulla vicenda.
Perché abbandonarlo?
Qui entrano in gioco diversi fattori: morali, etici, di rispetto della vita umana e amore per i propri figli. Nel caso fosse nato vivo, esistono strutture in grado di prendersi cura di bambini che i genitori non sono in grado di accudire. Come, anche, gli ospedali. Ma c’è un’altra riflessione da fare: cosa porta una mamma a compiere un gesto così disperato nel momento della nascita di un figlio, cosa che dovrebbe essere uno degli eventi tra i più belli e importanti nella vita di una persona? Per sciogliere questi interrogativi non resta che attendere la conclusione delle indagini e il verdetto degli esami scientifici.
www.parmatoday.it è stato pubblicato il 2024-08-15 09:34:51 da
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